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domenica 17 novembre 2013

giovedì 14 novembre 2013

Molto lontano da qui, ti incontrerò, mi incontrerò

Notti fa ho sognato di sposarmi. Era stato organizzato tutto in fretta per una ragione non specificata, che riguardava il mio futuro sposo. Era lui che andava di fretta, diceva "Non posso più aspettare". Io ero felicissima di sposarmi, di questa sua urgenza, della cerimonia intima e del banchetto improvvisato. Lui, poi, era molto bello: alto, coi tratti gentili, sembrava più giovane di me, e sembrava molto ricco (la mamma, mia suocera, storceva il naso, ma lui se ne fregava; voleva me e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea). Ero così innamorata ed entusiasta, nonostante  non ci fosse nessuno dei miei parenti e amici.
È stato un sogno talmente dolce e coinvolgente che quando mi sono svegliata la sua influenza positiva mi ha indotto a riaddormentarmi con la volontà di continuare il sogno. E così è stato. Una variante "leggera" di un lucid dream. Ero cosciente di star sognando e quindi riuscivo, per brevi istanti, a manovrare il sogno a mio piacimento. Facevamo progetti con la gioia e l'eccitazione che hanno i bambini nel loro gioco facciamo che io ero... 
Non so che significato abbia il sogno, né sono interessata ad interpellare le interpretazioni approsimative su internet, non ha importanza capire perché. Un po' lo immagino. Lasciando stare l'orologio biologico e tutte quelle boiate indotte dalla società (qui si aprirebbe un capitolo nuovo sul romanticismo e la famiglia e il matrimonio, ma non ora), a differenza di qualche anno fa, quando l'idea di felicità era qualcosa di astratto, impalpabile, poco tangibile (ancor meno l'idea di un noi due), in questo periodo, nei momenti in cui ho bisogno di visualizzare un'immagine di gioia e serenità, questa è la situazione che creo: giorno di riposo, fuori il tempo non è dei migliori, la casa è piccola, ma accogliente alla mia maniera; preparo la colazione al mio lui -che non è né il Quarto di manzo, né lo Gnomo, né la new entry Pollicino!*- e insieme programmiamo senza stress la giornata (è significativo che tra gli impegni ci sia un pranzo o una cena con gli amici). In questo breve filmino mentale ci sono degli elementi fondamentali: dare e condividere nella quotidianità. Per molti l'immagine appena accennata potrà sembrare quantomeno banale. Per me non lo è, per il semplice fatto di non essermici mai trovata. Ho sempre vissuto i rapporti di coppia come qualcosa di straordinario, nel senso di fuori dall'ordinario, un po' per la forma che hanno sempre avuto le mie relazioni, un po' perché non ho mai ritenuto necessaria la mescolanza fra i vari campi della mia esistenza (avendo la mania dell'ordine e la vita di per sé abbastanza irregolare, introdurre un altro elemento di caos, credevo, sarebbe stato controproducente). Insomma, tra i miei pensieri c'è anche il mio ipotetico + 1. Sì, come gli accrediti ai concerti. Trovo aberrante il concetto di coppia come unità e i suoi componenti come semplici metà; rifiuto le qualifiche di dolce metà, metà della mela, l'altra metà del cielo e simili.
So che ho ancora da lavorare su me stessa affinché il sogno e la visione trovino una rispondenza anche nella realtà. Sono convinta che abbiamo solo ciò che siamo pronti ad accogliere. Non basta volere intensamente qualcosa, bisogna anche fargli spazio nei propri pensieri, nella propria vita, nelle proprie profondità, liberandosi prima di tutto dalle paure e dai conflitti interiori, trovare un equilibrio che duri più di due giorni (il massimo a cui posso arrivare adesso).

* Pollicino-con-il-punto-esclamativo: il nome deriva dall'abitudine del giovine a mettere il pollice a molti miei post su FB. Nemmeno un commento, qualcosa di più personale. Come se si aggirasse silenzioso e ogni tanto (spesso) mi rivolgesse un sorriso, ma senza parlarmi. Poi quando lo interpello, giù punti esclamativi come se ci fosse una svendita. Troppo entusiasmo. Va bene che ti lasci contaminare dai bambini che sono esaltati di natura, ma, perdio, sei comunque un adulto!

giovedì 7 novembre 2013

Vorrei leggerti questa poesia al telefono

Come farti capire di Mario Benedetti
Come farti capire che c'è sempre tempo?
Che uno deve solo cercarlo e darselo,
Che non è proibito amare,
Che le ferite si rimarginano,
Che le porte non devono chiudersi,
Che la maggiore porta è l'affetto,
Che gli affetti ci definiscono,
Che cercare un equilibrio non implica essere tiepido,
Che trovarsi è molto bello,
Che non c'è nulla di meglio che ringraziare,
Che nessuno vuole essere solo,
Che per non essere solo devi dare,

Che aiutare è potere incoraggiare ed appoggiare,
Che adulare non è aiutare,
Che quando non c'è piacere nelle cose non si sta vivendo,
Che si sente col corpo e la mente,
Che si ascolta con le orecchie,
Che costa essere sensibile e non ferirsi,
Che ferirsi non è dissanguarsi,
Che chi semina muri non raccoglie niente,

Che sarebbe meglio costruire ponti,
Che su di essi si va all'altro lato e si torna anche,

Che ritornare non implica retrocedere,
Che retrocedere può essere anche avanzare,

Come farti sapere che nessuno stabilisce norme salvo la vita?
Come farti sapere che c'è sempre tempo?

mercoledì 6 novembre 2013

Inizio a pensare che l'arte, e in particolar modo la poesia, non è per tutti. Bisognerebbe meritarsela o almeno non dimostrare il contrario. Ieri sera, un'amica mi fa scoprire una bellissima poesia postandone un brano su Facebook, poi molto generosamente dà il link della versione integrale. Ero così emozionata - talmente è potente nella sua semplicità, talmente rispecchia i miei pensieri - mentre la leggevo, che mi è venuta voglia di condividerla. Un commento sgrammaticato, scialbo e privo di qualsiasi tocco personale (immagino che possa averlo scritto in altre occasioni, anche per una citazione di Fabio Volo), me ne ha fatto pentire subito dopo. Solo due parole che mi hanno fatto inorridire. Lo stesso effetto di una scritta col pennarello su una bella statua. Ho cancellato il commento e mi sa che cancellerò anche il post.
Lo so da me che sono nazista, giusto un po'.

sabato 2 novembre 2013

Appena omaggiata di un biglietto per vedere i Pixies, lunedì (+ passaggio A/R). Tra le motivazioni, testuali parole, "Così impari a darmi lezioni gratis".

lunedì 28 ottobre 2013

Hey Honey!

Il giorno in cui è morto Lou Reed, mi hai chiamata e mi hai dato la notizia; lo sapevo, a sorprendermi è stata la tua voce che non sentivo da un anno, o un po' di più.
Lou Reed è morto e noi non dovremmo non sentirci, hai esordito. E ho subito colto i tuoi pensieri e quella strana associazione. La sua musica ha accompagnato la nostra walk on the wild side (il lato anglofono della nostra colonna sonora), era come se ci guidasse nella scoperta di quel mondo inesplorato. Mi avresti vista arrossire mentre ci pensavo.
Mi hai detto che mi avresti chiamata lo stesso, più in là, per chiedere il permesso di esporre una foto, che mi ritrae, in una personale in una galleria a omissis. Ti ho detto che va bene e mi hai subito mandato una copia. Ricordo quando dove e perché l'hai scattata. Com'era dolce e indomito il tempo!
Mi hai chiesto del tuo rivale. Risate. Quando ti ho detto com'era andata a finire ti è uscito un what a jerk spontaneo e ho riso solo io.
Non dovresti essere sola, non tu. 
Va come deve andare, ho risposto.  E poi ti ho letto la prefazione della raccolta di racconti di Delmore Schwartz che sto leggendo in questo periodo. Coincidenza, la prefazione è di Lou Reed.

martedì 22 ottobre 2013

Bah, io avrei anche vinto una borsa di studio. Avrei? Ho vinto una borsa di studio, grazie alla mia lungimirante e generosa regione (sì, sono violini questi, potete dire lo stesso della vostra?).
I soldi serviranno per frequentare un master a febbraio dell'anno prossimo. Sarò di nuovo a Milano e poi chissà dove. Sono nomade nello spirito, prima di esserlo fisicamente. Dovrei gioire un po' di più per questo evento, invece, mi è scivolato addosso come qualsiasi altra notizia. Non sono più abituata alle buone nuove e mi aspetto che la situazione possa capovolgersi ogni minuto.

domenica 13 ottobre 2013

Le strane associazioni di idee quando indosso una camicia

Ci abbracciavamo. Ma io non l'abbracciavo bene, come avrei dovuto, in ginocchio a essere sinceri. Pensavo sempre un po' a un'altra cosa al tempo stesso, a non perdere tempo e tenerezza, come se volessi conservare tutto per un non so che di meraviglioso, di sublime, per più tardi, ma non per Molly, e non per questo. Come se la vita si portasse via, mi nascondesse quel che volevo sapere di lei, della vita in fondo al buio, mentre avrei perso il mio slancio ad abbracciare Molly, e che allora non ne avrei più avuto abbastanza, e che avrei perso tutto in fin dei conti per mancanza di forza, che la vita mi avrebbe ingannato come tutti gli altri, la Vita, la vera amante dei veri uomini. 
[Viaggio al termine della notte - Louis-Ferdinand Céline]

Ricordi, amico, quando mi hai detto che ero io ad avere problemi, perché a te la situazione andava bene così, e io mi incazzavo più o meno segretamente, pensando che avevi ragione: se io ero a disagio, avevo dei problemi, ero anche l'anello debole. Non potevo accettarlo e me la prendevo, cercando a tutti i costi un punto per attaccarti e capovolgere la situazione. Ricordi anche quando con un certo grado di spavalderia mi dicevi cose del tipo "vorrei non ne facessimo un dramma", sottinteso che il dramma l'avrei fatto solo io. Solo adesso, anzi è da un po' - con sollievo, lo confesso - realizzo che non sono io ad avere problemi. Il volere di più da un rapporto non è di per sé un tormento, e certo non ti rende più vulnerabile. Chiedere non ti mette in una condizione di debolezza, ti dà il potere di decidere della tua vita.
Tu non sai amare, questo sì che è un problema. Non te ne faccio una colpa, sarebbe come prendersela con un cieco perché non vede. La differenza è che un cieco non può imparare a vedere.
Prima di tutto non ami te stesso, a volte nemmeno ti stimi, di riflesso non ami nessun altro, e critichi e giudichi tutti come se ti trovassi di fronte a uno specchio. Ti limiti, ti amputi, ti censuri e facendolo, limiti, amputi e censuri chi ti sta intorno. Finisci immobile come un'isola in un mare di relazioni vuote, che cataloghi in base all'utilità che possono avere per il lieto (nemmeno troppo lieto, diciamo sicuro, certo) scorrere della tua vita. Scopi per avere l'illusione di essere meno solo, usi le distrazioni come strumenti per non guardarti a fondo, perché gli abissi ti danno le vertigini. Se ti annoi cominciano ad affiorare le questioni.
Non riesci a vivere una relazione di qualunque entità con serenità, senza paranoie. Vedi attentati alla tua persona/libertà ovunque, e il darsi come un'azione che ti consuma, ti toglie pezzi che non cresceranno mai più. Questi, secondo il mio punto di vista, sono problemi.
Non dico che sia un atteggiamento perdente, anzi, il contrario. Per questo mondo va meglio il tuo che il mio. Potrei scommettere che hai già trovato altro. Funziona sempre così, ci si allontana da me e si trova l'amore, o suoi surrogati. È quasi una legge matematica. Mi piace pensare che scavo talmente tanto nelle persone che quando le lascio sono pronte ad essere riempite. Non fa niente se non sono io a farlo.
Non credere, amore mio, che pensi a me stessa senza macchia, non sono sempre stata onesta e sincera, ho coltivato anch'io le mie viltà - come te, come tutti - forse in maniera meno palese. Non credere che non abbia pensato di sfruttare quel mio strano ascendente su di te per farti capitolare, ma sono fessa o solo non interessata agli esseri alla catena.
Ad ogni modo, amico  mio, ti auguro di superare gli ostacoli interiori, da solo o con qualcuno, di sperimentare la vertigine e la bellezza dei salti nel buio, la pienezza dell'amare sé stessi, e il brivido dei perché no?
Anche Céline, nonostante fosse Céline e avesse scritto un gran bel romanzo, fece una brutta fine.



Facebook mi mette quotidianamente di fronte al tracollo fisico di alcuni miei coetanei, sbugiardando la leggenda che vuole i maschi avvantaggiati dallo scorrere del tempo. Be', notizia, non tutti sono affetti dalla sindrome di George Clooney. Appesantiti da qualche chilo in più e stempiati, se non addirittura calvi. Insomma, una debacle estetica. Loro maturano male o sono io ad aver ricevuto maggior clemenza dal tempo, così ciò che è naturale mi appare un accanimento sadico degli anni che passano. Alla fine, mi lamento tanto, ma la mia salda instabilità mi fa solo bene. Tendere continuamente verso l' ignoto, andare, non fermarsi, voler conoscere cose e persone, non aver tempo di annoiarsi,  mantiene giovani. Ma non lo consiglierei.

giovedì 10 ottobre 2013

Bene il Nobel a Alice Munro: scrive racconti, donna, canadese. Comunque il mio preferito era Philip Roth.

lunedì 7 ottobre 2013

Elogio delle stanze d`albergo

Tutto delle camere di hotel mi piace: il senso di sospensione della vita normale, il fatto che non sono casa, eppure ci fai la cosa piu casalinga che ci sia: dormire. In un certo senso sono terra di nessuno e allo stesso tempo hai la cieca fiducia che non ti capiterà nulla di brutto, tipo un espianto di organi non voluto (vabbè, sto esagerando). 
Non riesco a capire chi si lamenta di dover frequentare spesso gli alberghi, magari per motivi di lavoro, reclamando soprattutto il carattere anonimo delle stanze. È vero, superficialmente sono impersonali, eppure avrebbero grandi storie da raccontare. Basta saperle interrogare. Le storie degli ospiti rimangono pure dopo che l'addetto alle pulizie rifà la camera ridandole la sua neutralità. Le parole rimangono attaccate alle pareti, i gesti sospesi nell' aria, i rumori sul pavimento. La presenza lascia tracce, anche quando vorresti il delitto perfetto. Sugli specchi puoi ancora scorgere i visi di chi ti ha preceduto, sulle finestre i loro pensieri. Ci sentiamo unici, ma ridotti all'osso i nostri pensieri sono maledettamente simili a quelli di chiunque altro. Come fare a non esser soli, per esempio.

sabato 5 ottobre 2013

A Ferrara

Capita pure di dividere l`ascensore con il Presidente del Senato.
Per non parlare dell`incontro inaspettato sul treno a Bologna. E sono ancora a 1\3 del soggiorno.

mercoledì 2 ottobre 2013

Non è il PD o i ribelli (ahah, fa troppo ridere) del PDL, non è stato Grillo, non saranno i residui di sinistra italiana ad affossare Berlusconi. Lo sta vincendo il tempo, semplicemente. Il fenomeno B. sta arrivando al naturale disfacimento, che in Italia sembra avere come unità di misura il ventennio. Sicuramente, in molti si vanteranno di averlo sconfitto, di aver liberato l'Italia dal drago (o caimano o giaguaro), ma ognuno saprà che il proprio contributo è stato unicamente quello di accompagnare la salma verso il cimitero (a meno di resurrezioni plateali, che nemmeno la patafisica arriverebbe ad immaginare).

domenica 29 settembre 2013

I santi del giorno

Oggi si celebrano gli arcangeli, quindi anche il mio nome. Diciamoci la verità, nell'universo un po' gramo e atroce dei santi cristiani (morti ammazzati nei peggiori dei modi, sofferenti fino all'inverosimile, perseguitati da visioni), gli arcangeli sono i più fighi.
Il mio, per esempio, porta le buone notizie.
Soprattutto, ho sempre pensato "Menomale che non ho il nome di una santa martire, magari pure vergine", non l'avrei sopportato.

mercoledì 25 settembre 2013

La luna sulla pianura (attimi)

Buttati per terra come due sacchi semi vuoti, le schiene contro il muro e il resto dei corpi senza tono si abbandonava naturalmente alla stanchezza. Si aspettava qualcosa o qualcuno, forse solo la forza per andare a dormire, intanto rimanevamo lì soli a dirci niente, ad ascoltare i rumori della notte in mezzo al nulla. Un movimento microscopico e le nostre mani, contigue un attimo prima, si intrecciavano. Esplorazione reciproca: le dita, le unghie, le linee dei palmi, le screpolature, i calli, le pellicine. Senza aprir bocca, senza guardarci, solo le mani a conoscersi. Mano da scalatore con mano usatissima. Fissavamo la scena davanti a noi: la strada, la campagna, le montagne più in là, i nugoli di insetti vicino ai lampioni. E una volta conosciute, si staccavano, con la stessa naturalezza con cui si erano intrecciate.
Un episodio da niente, privo di conseguenze, eppure pieno d'intimità.

domenica 22 settembre 2013

We are happiness waiting to happen

Un anno fa, preciso, avevo molto, soprattutto in termini di capitale umano, ed ero stupidamente infelice.
Un anno fa oggi ero in una bella città, arrivata direttamente da un'ancora più bella città. Ero alloggiata in una graziosa stanza d'albergo - con un letto a baldacchino se non ricordo male - in compagnia di una persona che mi piaceva perché odorava di bucato appena ritirato e sapone, qualità che per un momento mi è bastata. Però la vita non è fatta di un momento solo, ad un certo punto torna l'inquietudine e la frenesia di non rimanere immobilizzata in una situazione limitante, o solamente scopri che non puoi vivere di ripieghi e manipolazioni, che gli altri non sono burattini nelle tue mani e se vuoi un rapporto vero, devi cominciare a dire la verità, oppure lasciare liber* l'altr*: te ne rendi conto unicamente in quiete, quando quello che c'era da perdere l'hai già perso. Perso per modo di dire, non puoi perdere ciò che non possiedi, e grazie al cielo, non ho mai voluto posseredere alcun essere umano.
Assistevo ad un concerto emozionalmente intenso - per di più con un biglietto regalato (be', no, un po' me lo sono meritato). Tuttavia, tenevo in maggior conto le cose che mi rendevano insoddisfatta.
Oggi, non vivo più in una bella città (chissà domani cosa accadrà), il capitale umano si è disintegrato (anche se il mio carnet di relazioni comincia a rimpolparsi), non assisterò a breve a nessun buon concerto (who knows), non sono ancora soddisfatta della mia vita, eppure sono una bomba di felicità pronta ad espoldere. Non mi manca niente per essere felice. Ogni giorno creo la mia vita come voglio, ed è già molto, considerato che non a tutti è dato svegliarsi dal sonno dell'inconsapevolezza.

sabato 21 settembre 2013

Il Post mi avverte che oggi è il compleanno di Creep, la famosissima canzone dei Radiohead, con la quale canzone ho un rapporto di amore-odio, come, credo, chiunque conosca e ami davvero il gruppo. A parte il fastidio nella scontata associazione Radiohead-Creep (voglio dire, ne hanno fatte di migliori, parecchie e parecchio più belle), quello che non mi piace della canzone è questa deriva (tardo) adolescenziale dello sfigato che ammette, anche con una certa rabbia e autocompatimento, il suo "presunto" essere creep. Proprio un comportamento che non sopporto, il ripetersi come sono fatto male, sono proprio fatto male (cit.), ma vorrei essere perfetto, dentro e fuori; nel frattempo mi canto 'sta canzone sul mia essenza di perdente e amen. 
Così, negli anni, volendo comunque ascoltarla, perché musicalmente è gradevole e si è subito negli anni '90, faccio un gioco molto divertente e semplice che però stravolge il senso della canzone, cioè, cantandola sostituisco I  a you (e rispettivi verbi) e viceversa.
tipo:
I wish you were special
I'm so fucking special
But you're a creep
you're a weirdo
[...]
E poi
I do have control
I've got a perfect body
I've got a perfect soul
E via così.
Insomma, per dire che non c'è nulla che ci vieti di essere speciali, perfetti o strambamente meravigliosi. Chi fissa le regole?
Questo è un ottimo esercizio per chi ha bisogno di accrescere l'autostima (io no, avrei bisogno invece di salutari bagni di umiltà). Il mio you è impersonale, non ce l'ho con nessuno in particolare (in un delirio di personalità potrebbe essere il mio stesso io, essendo convinta che l'essere "strani", in un mondo di omologati, non è poi male), ma se volete, provate a indentificarlo con una persona che vi ha fatto soffrire e cantatele "Vorrei che tu fossi speciale, come lo sono io fottutamente". Non le dite nulla di particolarmente ingiurioso, anzi le augurate una bella cosa, eppure vi farà sentire meglio che se la mandasse a farsi stendere. Provate.

venerdì 20 settembre 2013

Festival d'Internazionale

Il programma è molto interessante (tipo, la figlia di Ken Saro Wiwa), ma io avevo prenotato tutto già un mese fa. Sulla fiducia. E poi vado a scoprire Ferrara, che non ho mai visto.

giovedì 12 settembre 2013

Wish I were there

Voglio andare in Palestina a raccogliere le olive.

In memoria di un alieno familiare

Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso. Che la solitudine non è una funzione dell'isolamento. [...] Che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità. Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri. Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida.[...] Che a volte agli esseri umani basta restare seduti per provare dolore. Che la vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi. Che esiste una cosa che è la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza.
Infinite Jest - David Foster Wallace
Libro essenziale (se non l'avete letto, vi siete persi una buona parte della letteratura americana e mondiale)

domenica 8 settembre 2013

Era il settemebre del 2011, alla Marcia della Pace Perugia Assisi sfilavano, tra le altre, molte bandiere della Siria, a testimonianza della già difficile situazione interna. Era quello il momento di intervenire, diplomaticamente, di tirar fuori il coraggio, contro i veti di Cina e Russia, di appoggiare i ribelli, che allora erano ancora laici, con reali intenti di liberazione. Quello era anche il momento di cominciare un digiuno collettivo. Adesso tutti i tentativi concreti e ideali di metter fine alle atrocità di una guerra fratricida sono fuori tempo e dettati dall'ipocrisia del mai più la vista di bimbi uccisi
Tra il pacifista pentito, Obama, e quello per vocazione, il papa, scelgo di non schierarmi.


venerdì 30 agosto 2013

E poi

I tramonti sulla pianura.
Dormire a terra.
In quattordici/quindici in un pulmino da nove posti.
La stanchezza autentica.
Il dopocena in città sporchi e puzzolenti.
I "ci vediamo l'anno prossimo inshallah".
Partecipare alla messa (che già questo è un evento, se non sono costretta dalle circostanze) in un risto-bordello.
Le lacrime vere, le lacrime finte.
Ascoltare, assorbire quanta più vita possibile. Ascoltarsi e raccontarsi.
Ricredersi sui romani. Ricevere un sacco di inviti.

Tutta la vita e l'umanità e la speranza e la voglia di attraversare questo guado interiore e cosmico.
Sentirsi piena. D'amore e di gioia. Viva.

martedì 27 agosto 2013

Mal di Ghetto

Non sapevo cosa aspettarmi quando ho deciso di partecipare al campo di volontariato al Ghetto di Rignano. Ero spaventata da un bel po' di incognite: la mia reazione emotiva, il contatto con gli altri volontari e con i braccianti, il fatto che il campo avesse un'impronta cristiana.
Arrivata, mi sono trovata di fronte una situazione più rilassata e accogliente. Nonostante sia pur sempre una baraccopoli, con tutto quello che significa in termini di disagio, ci ho trovato gioia e vitalità e speranza. Ascoltando i racconti di questi ragazzi, la maggior parte dei quali poco più che ventenni, la stanchezza di lavorare anche tredici ore al giorno per pochi soldi, la nostalgia di casa e il viaggio affrontato per arrivare lì, mi veniva da piangere e abbracciarli forte. Poi i loro sorrisi e i loro sguardi fieri, la dignità di presentarsi a lezione con i vestiti puliti, alcuni stirati, mi hanno dato molta forza. All'inizio mi domandavo se le mie lezioni d'italiano fossero davvero utili, se poche ore al giorno in cui leggere, scrivere e conversare potessero risolvere i probemi di questi giovani. Poi ho scoperto che l'importante è lasciare una traccia di sé negli altri, che sia di speranza, un "non credere di essere solo". Così porterò dentro di me i segni lasciati dalle persone incontrate, come la cartina dettagliata del Gambia di un dicannovenne che aveva una voglia matta di parlare del suo paese, o un altro che "trovo un mio amico con la macchina o con la moto e vengo a prenderti a casa", sapendo che era il mio ultimo giorno lì e che abito a qualche chilometro, o il ristorante dove abbiamo mangiato il gombo e la notte buia e chiassosa.
Anche gli altri volontari hanno toccato le mie corde interne e, impercettibilmente, mi hanno cambiata. Ho scoperto di non essere poi così solitaria e che la vita comunitaria per certi versi ha la sua bellezza. La condivisione è il valore che ho riscoperto. Ho conosciuto persone interessantissime, di altre avrei voluto sapere di più: le persone taciturne sono quelle che hanno grandi tesori il più delle volte, ma non sono molto brava a disinnescare il silenzio (essendo anch'io taciturna). Ho conosciuto la bellezza della vita selvaggia, del non curarsi di come stanno i capelli, del non avere specchi, dei piedi sporchi di terra o di fango, della doccia prevalentemente fredda, dell'accogliere la pioggia a braccia aperte.
Ho assistito a scene divertentissime, come la terronizzazione di un bergamasco (la Lombardia era la regione più presente, e poi li chiamano leghisti), e discorsi sull'anarchia, su Pasolini e De André. Ho capito che esistono anche cattolici fichissimi, non ossessionati dai dogmi e dalla messa, ma che mettono in pratica gli insegnamenti autentici del Nazareno.
Spero che questa iniezione di vitalità possa avere i suoi effetti a lungo termine, che questo sia solo un seme gettato nel mio cuore.

domenica 18 agosto 2013

In partenza

Domani è il compleanno di Nanni Moretti. A proposito di uomini ideali. Sessant'anni portati benissimo.
Una volta un mio ex disse a una che lo paragonava (indebitamente) a Nanni: "Ma lui è brutto, non dico di essere bello, ma più di lui sì". Mi intromisi: "Ciccio, se tu avessi almeno un quarto del suo fascino saresti un uomo fortunato. Purtroppo per te, non ti avvicini nemmeno a un miliardesimo".
Questa è una delle mie scene preferite, tanto che "Va beneee. Ciao" (seguito da allontanamento) è diventato il motto per ogni occasione.


sabato 17 agosto 2013

Di palii e di progresso

Qualcuno mi spieghi cosa c'è di bello o divertente nel guardare dei cavalli imbizzarriti che corrono in tondo in una piazza - generalmente anche carina, ma che con la gente accalcata e la terra perde la sua bellezza - cavalcati da fantini vestiti da idioti (e vista la pericolosità dell'azione, credo la loro idiozia non si fermi al solo vestiario)? Al di là della probabile crudeltà inferta a povere bestie inconsapevoli, chiedo, qual è la meraviglia di questo rito? Questa è la prova che, nonostante i progressi, non ci siamo così tanti evoluti, se estiste ancora gente che si entusiasma per atavici intrattenimenti con uomo + animale.

venerdì 16 agosto 2013

Proprio in serate come questa, di ritorno dal quinto funerale in tredici mesi, so quasi per certo che i giorni dell'allegria arriveranno, scoppieranno come i più scintillanti fuochi d'artificio e travolgeranno tutto. Saranno tanto belli e pieni perché ci sono stati giorni terribilmente dolorosi. Smetterò di scrivere di cose brutte e vivrò. 
È una promessa e una scommessa (io le vinco sempre).

No. I giorni dell'arcobaleno

Chi l'ha detto che i no sono per forza brutti?
Film eccezionale. Dalla storia, il Cile che attraverso un referendum manda a casa il sanguinario dittatore Pinochet, a come è stato girato e montato, il regista ha scelto di usare una telecamera dell'epoca e ha utilizzato diversi filmati originali in modo che lo spettatore si trova catapultato per intero nell'atmosfera di quei giorni. In primo piano l'allegria come arma per distruggere la dittatura (e in senso più ampio, la bruttezza). Dove non riescono le sommosse o i puntare il dito contro riesce una campagna pubblicitaria basata sulla gioia e l'ironia. Il protagonista, un pubblicitario giovane e anticonformista, non è un vero oppositore del regime, anzi guarda con un certo distacco ciò che avviene nel suo Paese e inizialmente si scontra con chi guarda alle sue idee con perplessità e contrarietà. Con il passare dei giorni assume una maggiore consapevolezza dell'importanza della sua campagna, fino alla scena finale in cui guarda con ritrovato distacco i portavoce dei vari movimenti per il no che rilasciano interviste dopo l'insperato successo.
Cosa dire di Gael Garcia Bernal? Attore eccezionale, sempre adeguato ai ruoli che gli affidano o accurato nello scegliersi i ruoli. Ad ogni modo, le sue interpretazioni sono ogni volta profonde e attente e memorabili. D'altronde, con quel viso, come si fa a scordarlo. Sì, ho un debole per lui: mi perdo nei suoi occhi color del mare, mi sciolgo per la sua bocca carnosa e il suo sorriso imperfetto, ma dolcissimo. E poi, è sensibile ai temi della difesa dei diritti umani: tempo fa ha girato un documentario "The invisibles", su uno dei fenomi migratori più pericolosi al mondo, che porta migliaia di persone del Centro-America verso gli Stati Uniti, tra sequestri e violenze di ogni tipo; recentemente ha visitato il campo di rifugiati siriani in Giordania. Insomma, proprio il mio tipo ideale (e quello di migliaia di altre persone).

venerdì 9 agosto 2013

Avresti compiuto sessantanove anni oggi. Eri una leonessa di segno e di fatto. Mai vista concentrata tanta forza in un corpo così piccolo. I piedini perfetti di una bambina.
Forse ci sarebbe stata una torta fredda comprata in pasticceria per festeggiare tra di noi. Niente di speciale. 
Ho capito che non me la posso prendere con nessuno se non sono riuscita a dirti e fare tutto quello che volevo dirti e fare con te, se non con me stessa. Ho avuto 32 anni di tua presenza, sarebbero stati sufficienti per le dimostrazioni d'amore che non hai mai avuto, e quei piccoli viaggi sempre rimandati. Non immaginavo ti avrei persa così, ma non dev'essere una giustificazione. Dicevi sempre a tutti: "vogliamoci bene da vivi, ché da morti a che serve", anche se è così difficile sapere l'importanza di una persona prima di perderla, la diamo per scontata, solo quando la perdiamo sentiamo mancarci il terreno sotto i piedi e vorremmo essere stati migliori, più espansivi, meno nervosi, meno egoisti. Stare male poi non serve a niente.
Ogni tanto prego per te, alla tua maniera, la fede inguenua e ostinata che non ho, ma se ti penso non posso non credere che ancora esisti, sotto un'altra forma magari, il tuo amore e la tua generosità sopravvivono e l'invoco come facevo quando eri viva. Alcune volte, ti facciamo dedicare delle messe alle quali partecipiamo. Lo vedi, alla fine le tue figlie si sono decise ad andare in chiesa, anche se con un atteggiamento distaccato.
Il circolo che si formava d'estate davanti alla casa del nonno non c'è più, sospetto che tu fossi il vero collante, e adesso le vecchiette con le quali ci riunivamo per parlare e scherzare sono più tristi, ognuna davanti al proprio uscio.

venerdì 2 agosto 2013

Di trenini e di nascite

Non capisco cosa avete da gioire, per cosa brindate e fate trenini. Il mostro non è B., ma la mentalità becera che lui ha solo fomentato e incoraggiato, non creato. Il berlusconismo, cioè il pensiero dei furbi e degli opportunisti esiste indiendentemente dalla sua incarnazione. B. è solo il simbolo, il portavoce, il capogruppo di una serie di atteggiamenti tipici di almeno una metà di italiani. Il caimano ha solo reso questi atteggiamenti, per così dire, degni di essere sbandierati con orgoglio, mentre in passato erano tenuti nascosti. 
Pensate davvero che una sentenza di cassazione possa risolvere i nostri problemi? Che ora, tutto di un colpo, trionferanno onestà, senso civico e buongusto? Non è nemmeno più un problema politico, quanto culturale. Bisognerebbe fare un lavaggio di cervello collettivo. Una tabula rasa di massa, e cominciare a costruire da zero.
Invidio il vostro ottimismo, ma non ve la prendete se non mi unisco a voi. (Anzi, mi unisco, ma per una ragione differente: per una nuova arrivata, ché le nascite, nonostante i tempi bui ed incerti, sono sempre motivo di gioia).

martedì 30 luglio 2013

Manco li cani

Ieri, nella consueta visita al cimitero io e mia sorella siamo state colte di sorpresa da una civetta che, guarda caso era entrata nella cappella dove sta mamma. Bella lei, appollaiata sulla scala con in bocca qualcosa, forse la preda per la quale era arrivata sin lì. Che ci faceva una civetta in giro di pomeriggio? Sarà impazzita per il caldo. Non c'è stato modo di farla uscire. Girava girava, non riusciva a prendere l'uscita. Considerata l'avversione di mia madre per gli animali in casa o comunque in luoghi secondo lei non adibiti agli animali, è stata una situazione alquanto divertente. Se ci fosse stata, avrebbe ingaggiato senza paura una lotta all'ultimo sangue con il rapace, verosimilmente uscendone vincitrice. Noi, invece, siamo state costrette ad andarcene e a sperare che quello sia stato un episodio isolato. Almeno abbiamo riso un sacco.



lunedì 29 luglio 2013

Considera l'intera G.

Raccomandazioni per chi verrà.
Considera l'intera G. Non prendere di me solo il pezzo che ti piace o ti serve e il resto lo diamo al gatto. Non sono carne da macello con tagli diversi a diversi prezzi. Sono gratis e per questo fruibile solo per intero.
Prendere tutto o lasciare tutto. Così, non omettermi pezzi di te. Ti prendo per intero o ti abbandono per intero.
Non fermarti all'acciaio comportamentale del quale mi rivesto, ma sprofonda nel burro della mia essenza. Sono anche fragile, bisognosa di conferme, ferita dalla vita. Considera i miei schiaffi (metaforici) come atti d'amore non convenzionali, al pari, o forse più, dei miei baci. Per questo assolvimi adesso, prima di conoscermi, prima che si compia lo scempio. Non adorarmi come un'entità distante, avvicinati e amami.
Non sono un albergo per distrarti dalla vita quotidiana. Non sono a tempo. Sono una casa alla quale tornare ogni giorno, con costanza e gioia e sollievo. 
Non dirmi per sempre o mai. Dimmi oggi ci sono, assumendoti la responsabilità di esserci veramente.
Sii positiv* e costruttiv*, non sempre ce la faccio con le mie sole forze. Aspettami se rimango indietro; sii felice nel fare piccoli progetti e prendere l'iniziativa.
Cerca nelle divergenze la nostra forza. Considerami altro da te (non credo nella fusione, né nella simbiosi), ma in libertà tienimi con te.

Ma resta qui con me
e inventiamo un mondo che ci faccia piangere di gioia (Benvegnù, Solo un sogno)

domenica 28 luglio 2013

Per la serie: Ufficio Promozione Turistica (al contrario)

Ieri sera sono stata a Monte Sant'Angelo, la punta più alta, credo, del Gargano. Ci si arriva percorrendo una strada tortuosa, che offre però una vista sul mare e sulla macchia mediterranea che ti leva ogni tipo di pensiero, stupenda. Lungo il cammino, trovi chiesette di campagna e masserie antiche che varrebbero una visita. Più su si riesce a vedere anche il Tavoleriere. Il centro storico è caratterizzato da case bianche scavate nella roccia ed edifici (soprattutto le chiese e il castello) di tufo, stradine ripide, gradini. Famoso per il pane (secodo me, il più buono in assoluto) e per il santuario di San Michele Arcangelo di origine longobarda, particolare perché ricavato da una grotta. Patrimonio dell'UNESCO, era una tappa importante del pellegrinaggio in Terra Santa.
Non ho fatto foto, non sono più abituata a farle, e comunque non renderebbero giustizia allo splendore di questo posto. Andarci al tramonto, poi, significa ricongiungersi con Dio.
Bisogna ricordarsi più spesso di quanto è bella la PaDaunia. Però voi altri continuate a preferire altre parti della Puglia, ché noi vogliamo rimanere selvaggi.

giovedì 25 luglio 2013

Nell'altro emisfero lo chiamano inverno (conversazione da Adriatico ad Atlantico)

- Mi ha pizzicato una medusa, chilecopp*!
- Buono, vuol dire che il mare è pulito.
-  Sarà! Però a largo non ci vado senza di te.
- Che cretina. Per l'appunto, ameba, allenati che quando vieni in Brasile questa estate ti voglio vedere tonica, ché andiamo a fare surf.
- Inverno! Ok, preparo l'assicurazione per la vita.
- Estate, ignorante!
- Lo so che lì sarà estate, ma preferisco dire inverno. Mi è più simpatico.
- La solita idiota!



*espressione dialettale intraducibile

domenica 21 luglio 2013

Senza saperne il motivo

Ho comprato uno smartphone. Non ne ho reale necessità, ma sono andata e l'ho comprato.
Mi manca mia madre e compro cose inutili. Come fa la gente a colmare i vuoti riempiendo le case di oggetti? Cioè, beati loro.

Ho fatto il controllo dall'ottico per vedere se la vista era peggiorata e oltre a non esserlo, ho scoperto che addirittura all'occhio sinistro mi era stata data un'ipercorrezione di 0,25 gradi. Quindi, ho passato anni a vedere le cose più piccole di quanto sono nella realtà, facendo fare al cervello uno sforzo inutile. Grazie oculista che mi hai prescritto una lente sbagliata. E poi, con la giusta correzione ho una vista di 12 decimi. Praticamente, una donna bionica.

Su Facebook seguo questo genio Sebastien Millon, disegna personaggi tenerissimi con tratti essenziali, quasi infantili, ma fa fare loro cose a volte "violente", spesso nonsense, sempre esilaranti e sorprendenti. Tipo queste vignette:

giovedì 18 luglio 2013

Solaris Andrej Tarkovskij

Solo rivedendolo adesso e volendo capirlo un po' di più, ho scoperto che la prima versione distribuita in Italia fu privata di alcune parti importanti e riadattata arbitrariamente, con un copione redatto da Dacia Maraini e un doppiaggio quasi comico. Fu del tutto stravolto il significato del film. Il povero Tarkovskij se ne risentì molto, tanto da voler vedere cancellato il suo nome da quello scempio. 
Anche su Youtube si trova il film originale in lingua con sottotitoli, ma mi piacerebbe molto visionare la versione della vergogna. 




martedì 16 luglio 2013

Dell'amare una sirena

Mi piacerebbe un giorno portare a Napoli un* napoliscettic*, cioè un* che non conoscendo la città non trova allettante farlo, e farl* innamorare della città. Fino ad ora, ho avuto il 100% di successo, le persone che ho portato ne sono rimaste folgorate, ma tra di loro non ci sono mai stati scettici o spregiatori.
Napoli non ha la maestosità spocchiosa di Roma, o il fascino indiscusso e palese di Firenze (che altresì adoro), o la bellezza altezzosa di Venezia. Me le immagino come donne o ragazze che sanno di essere belle e usano la situazione a proprio vantaggio, fanno le preziose, poi vanno con tutti. Napoli è il contrario, si offre a tutti, si dà a tutti per intero, ma pochi la amano come merita. Impossibile non essere toccati dalla sua bellezza struggente e decadente, dal suo carattere che allo stesso tempo rafforza e annienta i luoghi comuni. A condizione di andarci col cuore e la mente liberi da pregiudizi. Non ci sono Pulcinella che suonano il mandolino agli angoli delle strade, ma è vero che ogni giorno si mette in scena una gigantesca piéce, su un enorme palcoscenico, con innumerevoli scenografie e migliaia di attori.
Comincerei dal cuore della città, il luogo che, in qualche modo, mi ha visto crescere: Via Duomo, San Biagio dei Librai e Via dei Tribunali, San Gregorio Armeno, Piazza San Domenico (e tutto quello che si incontra, ça va sans dire), Monastero di Santa Chiara, Piazza del Gesù, e poi salire fino a Montesanto. Prendere la funicolare e arrivare alla Certosa di San Martino/Castel Sant'Elmo (e si potrebbe già morire solo per aver visto il panorama), Parco di Villa Floridiana. Scendere e fare via Roma/Toledo, Piazza del Plebiscito, riprendere la funicolare e fare Mergellina, Posillipo, Parco Virgiliano (rimorire per la vista), ridiscendere e andare al Parco Vergiliano a Piedigrotta, dove c'è la tomba di Leopardi e quella (forse) di Virgilio, la Crypta Neaopolitana piena di mistero e fascino. 
E se non si fosse ancora innamorat*, allora la Cappella Sansevero che custodisce il Cristo Velato e le Macchine anatomiche, il Museo e il Parco di Capodimonte, Castel dell'Ovo (e la sua leggenda), Napoli sotterranea e (se esiste ancora) Napoli esoterica. Il Monte di Pietà e le cripte delle chiese del centro storico, quelle che nel periodo della Controriforma hanno visto liquefare il sangue di tantissimi santi, tanto che almeno una volta a settimana puoi assistere al miracolo
Stordirl* con la pizza di Sorbillo e le sfogliatelle da Scaturchio, il caffè sospeso, l'acqua minerale tassativamente prima del caffè (come in quasi tutti i bar del Sud Italia, il bicchiere d'acqua te lo danno senza che glielo chiedi) l'odore di mare nei vicoli quando c'è vento dalla costa, l'umanità ferita-truffaldina-malinconica-strafottente-generosa-solare-cupa-pittoresca-disperata-scomposta-dignitosa e tanto tanto altro che al solo pensiero ho le vertigini.

sabato 13 luglio 2013

La favola edificante dello gnomo che diventò una statua da giardino

C'era una volta lo Gnomo Eom che viveva in una grande foresta. Conduceva una vita tranquilla e abbastanza gioiosa. Il giorno andava a cercarsi da mangiare e a curare all'occorrenza qualche animale ferito, la sera si riuniva con gli altri gnomi e insieme facevano attività tipiche delle creature dei boschi: gozzovigliavare allegramente, danzare e cantare, fare dispetti agli umani. Insomma, lo gnomo poteva dirsi appagato. Tuttavia, a volte si lasciava prendere dalla maliconia o era irrequieto. In quei casi faceva lunghe passeggiate solitarie nel sottobosco, fino ad avventurarsi, quando ne aveva voglia, nel territorio delle fate, che avevano il potere di metterlo di buon umore, sempre.
Fu proprio in una di queste passeggiate dai-un-calcio-alla-tristezza che incontrò una nuova fata, di nome Lag. Era seduta su un fungo, tutta sola e concentrata a scrivere su un quaderno fatto di foglie di quercia e phalaenopsis.
"Cosa scrivi?", chiese Eom.
"Appunti sulla telempatia."
"Cos'è?"
"L'empatia telepatica o telepatia empatica".
"E sei brava?"
"Dovrei esercitarmi un po' di più. Ti va di aiutarmi?"
"Cosa devo fare?"
"Nulla. Vai a casa e aspetta un segnale."
Così fece Eom. Andò a casa, si preparò per la notte e nel letto attese il segnale, che non tardò ad arrivare. Nella sua testa sentiva chiara la voce di Lag che cercava di leggere i pensieri di Eom e sentire ciò che lui sentiva. La notte era diventata il momento per Eom e Lag di parlarsi in questo modo così particolare, ogni giorno erano più vicini.
Una volta la fata chiese allo gnomo di poter andare a trovarlo a casa perché voleva vedere la sua casetta incastonata tra le radici di un albero.
Lui disse categorico: "No".
"Perché?", chiese indispettita Lag.
"Perché l'ho costruita e arredata per farci entrare unicamente la compagna perfetta".
"Chi?"
"Quella che mi accompagnerà per tutta una vita"
"Potrei essere anch'io!", fece Lag, ingenua, "Noi siamo amici e stiamo bene insieme".
"No, tu no. Per quanto stiamo bene, siamo troppo diversi. Insomma, io sono uno gnomo, legato alla terra. Tu una fata, ti libri nell'aria. Ci sono più divergenze che punti d'incontro, andiamo in direzioni diverse".
La fata, pur con qualche perplessità, accettò il verdetto così perentorio prendendolo come uno stimolo a invertire la rotta e una sfida per fargli cambiare idea. Da quel momento in poi, Lag, nei tentativi di migliorare agli occhi di Eom, imparò tante cose: trasformare una lacrima in fiore, il vuoto in pieno e il pieno in vuoto, il fiele in miele, brutte parole in haiku meravigliosi, l'ombra in lucciole; donare minuti, sorrisi, gambe e braccia a chi ne aveva bisogno; parlare con la luce e sentire le sue risposte; e tante altre cose ancora.
Eom apprezzava le capacità di Lag, se ne rallegrava, ma rimaneva persuaso dell'impossibilità di far entrare Lag in casa sua, nemmeno nel suo giardino, luogo in cui portava quelle che gli sembravano essere potenziali compagne perfette. Nessuna si rivelò giusta agli occhi di Eom e nessuna varcò la soglia della casa.
In tutti gli anni passati in compagnia della fata, lo gnomo aveva sempre pensato, non senza un certo dispiacere, che sarebbe stato lui a dover lasciare Lag, che un giorno avrebbe trovato finalmente la sua compagna perfetta, le si sarebbe dedicato anima e corpo e non ci sarebbe stato più posto per altro, nemmeno per quell'amicizia così speciale. Mai avrebbe pensato che sarebbe stata Lag a poterlo abbandonare. Così, quando capitò che Lag alzando gli occhi al cielo, vide uno splendido gufo reale, se ne innamorò e il gufo si innamorò di lei, Eom non la prese molto bene, c'era da giurarci che fosse geloso, ma non volendo darlo a vedere disse solo: "Buon per te, io aspetto ben altro".
Da quel momento, senza più la compagnia della fata, passava molto tempo seduto da solo su una pietra, convinto di star ancora aspettando quella giusta, ma da qualche parte sapeva che non sarebbe arrivata mai. A stare seduto su quel sasso, la polvere cominciò pian piano a ricoprirlo e poi a penetrare nella pelle e a foderargli gli organi, che si seccarono e si sgretolarono trasformandolo in un involucro vuoto a forma di gnomo. Solo nell'istante prima che pure l'ultima cellula del suo corpo smettesse di essere viva e si tramutasse in creta, Eom pensò a Lag e al tempo prezioso speso con lei e si rammaricò perché non si era accorto per tempo di avere tra le mani non quella giusta ma quella speciale, altrettanto (o forse maggiormente) degna di essere accolta nella sua casa, che sarebbe stata un luogo felice, ricco e luminoso, invece di desolato, arido e triste come fu nella realtà.
Dopo anni, un bambino passeggiando nella foresta vide lo gnomo diventato ormai una statuetta impolverata e se lo portò a ingrassare la sua collezione kitch di nani, bianchenevi ed elfi di gesso da giardino.

Morale della favola: gnomi, tiratevela di meno.

lunedì 8 luglio 2013

Sono diverse notti di fila che sogno di essere incinta. L'evento non mi procura alcuna apprensione, lo accetto con molta serenità. Nei sogni non compare mai il padre e la possibilità che non possa accettare la nuova condizione non mi preoccupa affatto. Rimane un elemento del tutto marginale. 
Secondo Freud e Jung, la gestazione nel sogno rappresenta l'evoluzione psichica, una maturità che permette di accogliere una nuova fase dell'esistenza. Evoluzione, cambiamento, rinnovamento, insieme ad un sacrificio di alcuni aspetti legati al passato. Tutto estremamente bello. Spero davvero sia così. 
Comunque, qualcuno mi spieghi il significato di andare a partorire in Palestina/Israele e trovarsi nel bel mezzo di guai diplomatici, che ben presto sfocerebbero in un conflitto a fuoco.

lunedì 1 luglio 2013

Mi sono appena accorta che sono 10 anni che ho smesso di fumare. Una vita fa. Allora mi sentivo già grande, adesso mi vedo - sbagliando - ancora piccola.

martedì 25 giugno 2013

Mi sono persa

E non mi trovo più. Non riesco a trovare il capo e il senso di quello che sto facendo, non so dove sto andando. So solo che mi sveglio la mattina presto e comincio ad affannarmi in mille piccolissime cose (per esempio, sto trasformando il balcone in una selva) unicamente per crollare sfinita la sera. Appena metto i piedi a terra penso già a quando potrò tornare a dormire. Dormire è il mio sollievo. Quasi mai ho gli incubi, quando non sono sveglia.

giovedì 13 giugno 2013

Per quanto Erdogan sia odioso e reazionario, ricordiamoci che Ataturk, diventato l'icona ufficiale del movimento di rivolta turco, non era poi questo grande statista. Benissimo la laicizzazione dello Stato, malissimo la persecuzione dei curdi e degli armeni.

lunedì 10 giugno 2013

Il dato più interessante di queste amministrative è Treviso deleghizzata. Ora, quel gran signore di Gentilini potrà guardarsi con calma il suo film preferito: Lanterne Rosse.
Distinto per senso di fratellanza e per il suo assennato pacifismo, vogliamo ricordarlo così. Non ci mancherai.

Rette Parallele

Se noi fossimo occhi strabici
io sarei di fianco a te
quello che guardo io non vedi tu
quello che non vedo io lo guardi tu


martedì 4 giugno 2013

Strategie

Bancone del bar di un resort. Primo pomeriggio. Sorseggiando il drink di benvenuto, lei assorta nella lettura dell'opuscolo che informa di tutti i trattamenti spa disponibili, lui scruta la fauna del posto.
Il silenzio è spezzato dall'esclamazione di lui.
Trovato!
Cosa?
Ecco cosa faremo mentre siamo qui: fingeremo di essere una coppia di futuri sposi!
Questo per..? - chiede lei infastidita dall'interruzione della sua lettura.
Per fare l'amore io e te!
Ahah, bella questa. Vai avanti, ti prego.
Per portarmi a letto una di quelle due - facendo un segno discreto in direzione di due ragazze sedute più in là.
Fammi capire: per portarti a letto una di quelle...
O entrambe...
Vabbè, quello che è, tu fingeresti di essere impegnato. Perché non un prete, visto che ti trovi.
Non capisci nulla di strategie! Passa l'anello all'anulare e vienimi dietro.
Questo, dici? -  indicando un anello d'oro, ma modesto che porta al medio sinistro - Figurarsi, pure tirchio! 
Intanto fa come le ha detto.

Sauna semideserta. Oltre la porta di vetro, alcune persone transitano placidamente, alcune sostano parlando prima di riprendere il percorso benessere, altre si rilassano sulle sdraio di legno.
Lui attira l'attenzione di lei toccandole la gamba con il ginocchio.
Senti, appena ci sarà occasione di essere abbastanza vicini alle ragazze, cerchiamo di introdurre il discorso delle nostre nozze imminenti.
Fallo tu, non sono brava a socializzare quando non ne ho voglia. Spiegami come credi che dire di essere fidanzati ti possa aiutare nella conquista. Non dovresti essere off limits?
In teoria sì: Nella pratica, è scientificamente provato...
Da te!
...che una ragazza, non una qualsiasi, ma una più - come dire? - intraprendente coglie la sfida del probito. Appena vedranno che mi hai incatenato...
Chi io?
... faranno di tutto per farmi passare almeno una notte di trasgressiva libertà.
Mah! Il trucco vale anche per me?
No! Devi essere un po' freddina.
Pure! Ti pareva, una volta tanto che posso conoscere dei pallanuotisti. Tu lo sai, chi mi piace più di un rugbista?
Sì, un pallanuotista, lo so. Amica, sacrificati e verrai ripagata.
Mio sarà il regno dei cieli.

Idromassaggio. Finalmente l'occasione tanto aspettata. Le due donzelle intercettate dal radar di lui, dopo giochi di sguardi e risatine si immergono vicino ai due e cominciano la conversazione. Tutto procede secondo i piani. Lei sfodera tutta la sua inventiva per raccontare per filo e per segno i dettagli della cerimonia di nozze. Tranne il vestito, ché si sa, è un segreto per lo sposo.

Stanza d'albergo. Dietro la vetrata una distesa di verde è bagnata dalla luce rosea del tramonto. A prepararsi per la cena.
Hai visto come mi guardava la bionda?
Boh, ero troppo impegnata a sbadigliare. Comunque, nel bagno turco credo di aver avuto una visione. Una specie di rivelazione.
Sì sì, interessante, ma dobbiamo metterci d'accordo sul da farsi per questa sera. 
Dopo cena io me ne salgo in camera a godere dei benefici dei trattaenti, non  ho intenzione di bere e se non bevo non posso ballare musicadimerda. Ti lascio campo libero. 
Grazie!


Stanza d'albergo. Notte fonda. La televisione accesa illumina l'ambiente immobile. Lui entra senza far attenzione a non svegliare lei. Accende la luce, l'intenzione è proprio quella di svegliarla. Lei apre gli occhi e impreca. Vorrebbe tornare a dormire, ma lui comunica  radioso:
Ci stavano. Entrambe!
Ah sì, e quindi...
No, con una scusa son venuto via.
Sei scemo?!
Non mi andava più. Dice il saggio: non è importante il risultato, quanto il percorso che fai per raggiungerlo. Fidanzatina mia, non sei contenta che ho resistito alla tentazione - dice avvicinandosi al letto. Lei, subito l'ammonisce:
Non azzardarti ad avvicinarti né a toccarmi. Sei infetto!
Ti ho detto che non ho fatto nulla.
Eh, non lo so. Tu per sicurezza vai a farti una doccia.
Ok, vado. E poi possiamo metterci fuori a guardare l'alba.
O dormire. 
O vedere un film.
Vada per il film.
Porno.
Idiota.

venerdì 31 maggio 2013

L'ipocrisia delle signore bene milanesi al funerale di Franca Rame: cantare l'Internazionale con la borsa di Prada, rigorosamente rossa, però.
Ah, la borghesia!

mercoledì 29 maggio 2013

Ho fatto la marmellata di ciliegie (supermegabio, delle mie terre). A occhio e a istinto, senza seguire alcuna ricetta. Mia mamma non era solita scrivere le ricette (così molte delle cose buone che faceva sono andate perdute) e non ho voluto affidarmi ai consigli dei numerosi blog sul tema, molti dei quali usano la scorciatoia di aggiungere pectina che rende la marmellata meno naturale di quella in commercio (non penserete mica che quelle comperate al supermercato abbiano sapore e colore naturali?). Insomma, ho usato solo ciliegie (lavate e denocciolate) e poco zucchero (d'altronde la frutta matura ha già abbastanza zuccheri). Espletata anche la prassi per una conservazione sicura, ora non resta che aspettare di capire se è venuta bene.

martedì 28 maggio 2013

El Topo

 
Ormai la mia ammirazione si sta trasformando in adorazione. Mai visti film che scuotono a livello inconscio come fanno i suoi.

venerdì 17 maggio 2013

Giornata Internazionale contro l'omofobia e la transfobia

Etero, gay, lesbica, bisex, transessuale, transgender, agender, queer, pansessuale, intersex, etc.  sono solo parole.
Prima viene la persona.

martedì 14 maggio 2013

Io ci sto

Se non avete ancora prenotato le vacanze o non sapete che fare quest'estate, se il giro in caicco sul Mar Nero è troppo (poco) radical chic per voi o se in vacanza in agosto ci vanno tutti, o se volete fare un'esperienza diversa (bella o brutta lo saprò dire solo dopo il 25 agosto), leggete qui, fatevi un'idea. Si tratta di un campo di volontariato che dura minimo una settimana nel cosidetto Ghetto di Rignano (Garganico, FG) dove trovano dimora stagionale e non (in condizioni al limite dell'umano) migranti impiegati nei lavori agricoli, soprattutto nella raccolta dei pomodori. Le spese per il vitto e l'alloggio sono davvero irrisorie. Le attività sono svariate.



sabato 11 maggio 2013

Qualcuno dice che dovrei essere lusingata per aver ricevuto dimostrazioni di interesse da un quasi cinquantenne, ché di solito le crisi di mezz'età hanno obiettivi molto più giovani di me. A me, invece, fa solo tanta tristezza. Si scambiano la mia libertà e disinibizione nel affrontare anche certi argomenti per starci  o provarci. Sono stanca di dover sempre spiegare tutto, come se dovessi andare in giro con i cartelli che segnalano se c'è sarcasmo, eccitazione, tranquillità.

lunedì 6 maggio 2013

Se potessi tornare indietro, dopo il liceo mi segnerei ad Agraria, per poi provare, una volta laureata, ad aprire un'azienda agricola, magari bio, iniziando coi terreni di famiglia e poi, chissà, ingrandendomi.
Oppure, frequenterei un corso di moda e design per aprire una bottega dove vendere vestiti fatti interamente da me (dal disegno alla realizzazione).
O, invece del liceo, sceglierei l'alberghiero e diventarei chef, e magari aprirei un ristorante veg-mediterraneo.
Se potessi tornare indietro sceglierei una specializzazione che potenzi il dono di avere buone mani. Sanno già far crescere e vivere una pianta, fare un vestito e cucinare. Tutto quello che si fa con le mani, loro lo fanno bene (tranne guidare e suonare, però entrano in gioco altri complessi). Ma lo fanno da autodidatte, per intuizione. Avrebbero avuto bisogno di un po' di sistematicità. Le mani fanno e non tradiscono. Al contrario, la mente si perde e si riempe di mille cose inutili.

venerdì 26 aprile 2013

Proprio in questi giorni pensavo alle band che mi piacerebbe vedere dal vivo. Una di queste, subito dopo i Pearl Jam, è The National. Oggi apprendo che il loro nuovo album uscirà il 20 maggio.

giovedì 25 aprile 2013

Felice 25 Aprile.
Che la Liberazione sia prima di tutto una liberazione dai nostri limiti interiori autoimposti.

mercoledì 24 aprile 2013

Dobbiamo smetterla tutti con questo gioco del "Guarda che cosa mi hai fatto" o "Tu non mi ami". È una mancanza di creatività. Non dobbiamo compiacerci della sensazione di non essere amati. Se avverto la sensazione di non essere amato, devo cambiare la sensazione e sentirmi amato. E che cosa si può fare? Per cominciare si può smettere di chiedere. Se smetto di chiedere, sono nella condizione di dare e allora dirò: "Tu non mi ami, ma io ti adoro". E invece di passare la vita a irritarci e a tormentare l'altro e a soffrire, diremo: "Basta", e il problema sparirà. Io ti amo. Non voglio vivere come una vittima tutta la mia vita. No. Io ti amo e questo basta. Se tu non mi ami, il problema è tuo, non mio. La guarigione sta qui. Quando siamo creativi, non siamo concentrati nel chiedere qualcosa, anzi, ce la costruiamo da noi. Dobbiamo porre amore là dove amore non c'è e lo troveremo. Perché se usiamo l'altro come uno specchio della nostra incapacità di amare è perché siamo andati a cercare qualcuno che non ci ama, e questo accade perché siamo noi a non riuscire ad amare. Siamo incapaci di amare, e il nostro problema di non amare lo robaltiamo sull'altro, lo proiettiamo come uno specchio. Amiamo. E se amiamo, l'altro ci amerà, perché proiettiamo su di lui il nostro amore.

Cominciamo con l'amare le cose: l'arte, la gente, le nostre opere, tutto. Dedichiamoci a creare e ad amare. Perché l'altro atteggiamento porta a non fare niente, a stare sempre immobili. La creatività, al contrario, spinge a fare quello che si deve fare. E quello che fai, lo proietti. E se lo proietti, lo ricevi. Tutto ciò che dai al mondo, il mondo te lo dà. [...]
Alejandro Jodorowsky, Psicomagia. Una terapia panica.
Un libro illuminante. Da leggere, rileggere, da tenere sul comodino e consultare all'occorrenza.

martedì 16 aprile 2013

Il passato mi è stato tranciato via di netto. Il futuro è una nube scura, attraverso la quale non si vede nulla (e forse è meglio così).
Non mi resta che il presente. Nel mio oggi ci sono il sole e il mare della Califoggia, i bagni decisamente prematuri.
C'è un attimo fugace in cui anche senza ossigeno non ti manca nulla. Pace lampo.


mercoledì 10 aprile 2013

Ti ho sognata. Ti ho stretta forte sentendo la tua consistenza, il tuo odore buonissimo, che qualche volta ritrovo affondando il viso nella maglia che ho conservato senza lavare, fino a quando non svanirà anche quella piccolissima parte di te. Ti ho abbracciata pur sapendo che non c'eri più. Mi hai detto "ho freddo", ma forse era la mia voce profonda a parlare, perché da quando non ci sei il mio bisogno di calore è triplicato, mentre diminuisce la mia capacità di dare. Osservo negli altri una certa aridità, che è solo un riflesso di quanto poco amo, adesso.

venerdì 29 marzo 2013

Un abbraccio di quelli lunghi e massicci. Un tremito, una stretta più forte. Ancora uno scossone. Non riesco a capire cosa succede. Non sto piangendo eppure singhiozzo, o meglio, mi muovo al ritmo di singhiozzi non miei. La roccia si è sgretolata in lacrime e continua a ripetere mi dispiace. Il (per autodefinizione) gran pezzo di manzo, il più convinto machista che conosca (oltre che narcisista, egocentrico e stronzo a livelli mondiali) piange come un tenero bimbetto continuando a stringermi tra le sue braccia e dice mi dispiace.
Di cosa ti dispiace? Hai ucciso qualcuno?, chiedo scherzando (non troppo).
No. Di tutto. Di non esserti stato vicino...
Ho sentito la tua presenza ogni istante. Sapevo che mi stavi pensando. Conta molto.
In continuazione.
E allora, asciugati il faccino, ché rischi di rovinarti la reputazione!

Se tocchi le corde giuste non esiste corazza che tenga.

 

martedì 26 marzo 2013

Avrei dovuto scrivere del mio interesse per il francescanesimo molto tempo fa. Prima che diventasse mainstream.




venerdì 22 marzo 2013

This boots are made for climbing over

Durante la trasferta lombarda c'è stato un po' di tutto: un colloquio, tre giorni tre persone che mi piacciono incontrate (quattro, considerata una new entry), svariate se mettiamo in conto tutto. 
Un evento, apparentemente ininfluente, rimarrà per sempre nel mio ricordo, non solo perché continuerò a riderci per sempre.
Antefatto: sono stata ospitata da parenti che tutto il giorno sono fuori.
La mattina dell'ultimo giorno in cui sono stata da loro mi preparo di tutto punto per un tête-à-tête sentimental-sensuale: vestito carino, tacchi, trucco e parrucco da Bella Figheira (ricorderanno tutti il personaggio de "I Promessi Sposi" del Trio, che per me e un gruppo ristretto di persone è diventato sinonimo di donna che cura molto l'aspetto esteriore per far colpo sull'altro sesso tendendo alla perfezione, un po' civettuola, etc. etc.), esco con la valigia (perché non sarei più tornata a lì), chiudo la porta a chiave, metto le chiavi in un luogo inaccessibile dall'esterno a meno di non essere attrezzati con un piede di porco (come mi era stato indicato dai padroni di casa), faccio per aprire il cancelletto e scopro che non l'ho aperto o si è richiuso nel frattempo. Panico. Non sarebbe tornato nessuno prima di tre ore, pioveva, avevo un treno da prendere e non potevo chiamare nessuno per venire a salvarmi. In un lampo ho capito che per non rimanere intrappolata avrei dovuto scavalcare. E così ho fatto, da Cenerentola che si prepara per il ballo, di colpo mi sono trasformata nella peggiore degli hooligans. Bidone dei rifiuti di giardino ribaltato, ombrello "appeso" alla siepe, valigia lasciata scivolare fuori, un piede sulla serratura, a cavalcioni sul cancello e un balzo verso al libertà. Alla faccia dell'età che avanza. Avrei potuto sporcarmi, strapparmi qualcosa, comprese parti di corpo, ma mi è andata bene. Sei una ragazza di strada, ha detto il mio amico al quale non ho potuto non raccontarlo subito, mentre in metro ero ancora piegata in due dal ridere. In effetti, propedeutica è stata l'infanzia passata metà a giocare con le bambole e metà ad arrampicarmi sugli alberi quando mi portavano in campagna (un bambino che non si arrampica sugli alberi è un bambino che non vive pienamente la libertà dei suoi anni). 
Per dire, puoi addomesticarti quanto vuoi, ma se sei selvaggio prima o poi compierai un atto che te lo ricorderà, che riequilibrerà la tua essenza. Infatti, dopo l'episodio mi sono sentita io, anche se poi ho avuto il pudore di non narrare le mie gesta al diretto interessato.


sabato 9 marzo 2013

Quando ti vogliono regalare un viaggio e, invece di essere grata e al settimo cielo per questo, ti fai prendere da mille preoccupazioni perché non ci vuoi andare da sola e non sai con chi andarci (risultato di una vita indipendente e di legami volatili), vuol dire che il malessere va ben oltre l'evento nefasto e la tristezza degli ultimi mesi. L'evento non ha fatto altro che acutizzare, portare in superficie certi disagi che avevi creduto di affrontare e risolvere, ma che in realtà avevi solo nascosto. Bisogna tornare a scavare e tirar via ciò che non va.

sabato 2 marzo 2013

Conversazione al bancone

Mi interessa la meditazione.
Uhm, la meditazione... non credo a queste sciocchezze.
Certo, invece, passare tutto il tempo libero da un locale all'altro, usando l'alcol come panacea di tutti i mali, frustrazioni, stress, per quando sei giù di corda, per quando sei su di giri, per essere più brillante o solo per riuscire ad avvicinare qualcuno è davvero molto molto intelligente. Complimenti, continua così.

venerdì 1 marzo 2013

La meditazione e l'arte di potare i gerani

"Per rifiutare sei stato un genio sprecando il tempo a rifiutare me" (più avanti: "casta che sogna di esser puttana" è esplicativo e riassume genialmente la psicologia di tantissimi individui): non si contano le persone alle quali ho dedicato queste parole. Solo che non sono del tutto esatte. Chi dice no non spreca tempo, anzi ne guadagna. Qui si dice con un ti impicci, con un no ti spicci. Cioè, i richiedono impegno e attenzione, una certa disponibilità nei confronti dell'altro, detta in parole spicciole, ti fai carico di un sacco di rotture di scatole. I no sono sbrigativi e deresponsabilizzanti, assolutamente comodi. Un no senza ma ti dice sto bene come sto, non ho voglia di fare nemmeno un passo nella tua direzione. Discorso chiuso. Alla mancanza di volontà puoi obiettare ben poco. Bisognerebbe poi vedere se i benefici di un no sono duraturi. Puoi sempre svegliarti con la sensazione di esserti inconsapevolmente e ineluttabilmente attaccato al tram chiamato non Desiderio ma Occasione Persa.
Cosa c'entrano i gerani del titolo? Ero lì a cercare di capire come tagliare i rami secchi senza danneggiare la pianta così che possano sbocciare grappoli di fiori e nuove foglie ed ecco che mi arriva l'illuminazione, anche questa potrebbe essere letta come metafora. O anche no.


L'anno scorso, la morte di Lucio Dalla, pur non essendo uno dei miei cantautori preferiti, mi ha fatto molta tristezza perché era uno di quei personaggi essenzialmente vivi e mi ha spaventata oltremodo, pensando che avesse un anno più dei miei genitori. Chi avrebbe immaginato che pensando a lui, un anno dopo, mi sarebbe salita una nostalgia per quel giorno così ordinario.


martedì 26 febbraio 2013

Cosa vuoi, siamo scimmie terrestri

Stamattina, dopo un sonno stranamente profondo e ristoratore, mi sono svegliata con questa domanda: concretamente, cosa sarebbe cambiato nella mia vita se il centrosinistra avesse stravinto le elezioni e avesse avuto una tranquilla governabilità? Nulla, oltre a un look da scampata a un campo di sterminio nazista (nell'entusiasmo degli instant poll - maledetti i lori inventori- io e il mio compagno di vaneggiamenti abbiamo fatto dei "voti": se il centrosinistra avesse vinto per bene lui avrebbe corso nudo per il Tufello a Roma, io mi sarei rapata a zero). I primi veri risultati si sarebbero registrati fra anni, tipo cinque, sempre che fosse riuscito a rimanere in vita. E allora perché crucciarsi più di tanto? Il vero cambiamento non si fa alle urne, la rivoluzione autentica dovrebbe essere compiuta in noi stessi. Cercare di migliorarsi spiritualmente e intellettualmente, influenzare con le nostre azioni gli altri e farci influenzare, essere responsabili della nostra felicità: questo, secondo me, è il modo migliore di fare politica.

lunedì 25 febbraio 2013

No, vabbè, davvero stasera o domattina sarò costretta a ri-postare il video di Aprile di Nanni Moretti? Questo per intenderci.
Cioè, gli ultimi mesi non sono stati per me già abbastanza difficili?

domenica 24 febbraio 2013

Quanto è più facile un vaffanculo di un resta, stai con me o di un fatti più vicino.

sabato 23 febbraio 2013

Era da tempo che non leggevo un libro che mi catturasse come ha fatto La schiuma dei giorni. Mi chiedo come mai non l'abbia fatto prima. Un romanzo a vari strati: c'è la storia d'amore fulminea e fulminante e in mezzo un mondo surreale e poetico in cui le regole universali sono stravolte (le nuvole parlano, le ninfee crescono nei polmoni, la casa si restringe seguendo il malessere dei propri abitanti), anche la lingua viene scomposta e ricreata per adeguarsi al nonsense del racconto. Impressiona il fatto che sia stato scritto nel '47; a parte dei riferimenti culturali, è un'opera senza tempo.
Non mi resta che leggere altro di Vian e approfondire la conoscenza della patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie.

giovedì 21 febbraio 2013

Riguardo allo scandalo della carne di cavallo in alcuni prodotti, a parte il fatto che sono mancati i controlli, non riesco a capire lo scalpore del mangiare la carne equina. Da queste parti il cavallo si mangia , ci sono macellerie che vendono solo quel tipo di carne. Credo sia pregiata e c'è il mito (non so fino a che punto vero) che contenga molto ferro, per questo viene dato alle persone anemiche. Da piccola ne ho mangiata. Alla fine che differenza fa mangiarsi un cavallo, un maiale, un pollo o un cane? Come si decide che non ci si può cibare di un animale? Per la simpatia? Per l'intelligenza? Per la vicinanza all'uomo? A me stanno simpatici i maiali, che guarda caso sono animali molto intelligenti e più socievoli dei cani e hanno molto in comune con l'uomo, a livello di DNA, oltre che, per alcuni, di comportamento.

mercoledì 20 febbraio 2013

Salvami dalla sindrome di Art Attack

Ultimamente passo sempre più tempo a disegnare. Un'attività che non mi ha mai preso più di tanto, adesso mi entusiasma e mi rapisce. Non sono una grande disegnatrice, dalla mia non ho né talento né capacità tecniche, ma abbozzare in pochi tratti a penna animali in situazioni bizzarre o improbabili incroci tra specie diverse mi mette il buon umore. L'ultima frontiera è il 3D, cioè creare gufi psichedelici da rotoli di carta igienica terminati. Un mio amico dice che ho una fantasia che incanta, io dico che sto solo regredendo. Ho l'idea fissa (ma questo lo si potrà fare solo in estate) di prendere della tempera non tossica, prendere mio nipote, ricoprirlo interamente di suddetta tempera (di vari colori) e farlo rotolare su di un foglio lunghissimo di cartoncino o, meglio, su un lenzuolo bianco. La mamma ha accettato a condizione che l'operazione venga svolta a casa mia, perché non vuole che si sporchi la sua. Ma io, Dexter docet, stenderò dei teli di plastica per terra e dappertutto. Secondo me, il risultato sarà fighissimo.

lunedì 18 febbraio 2013

Mi sono scoperta fan degli abbracci stritolanti, di quelli spezzaschiena che ti bloccano la circolazione e il respiro. Mi ci vorrebbe un rugbista che ogni mattina mi dia un abbraccione di siffatta specie, per iniziare bene la giornata.

venerdì 8 febbraio 2013













Mi piace che si colga l'occasione del compleanno per dirmi "ti penso". Sono in difficoltà con i regali acquistati, non mi piace che si spendano soldi per me. Poi, che c'entra, se sei un nababbo e mi regali un viaggio intorno al mondo o dei diamanti (da vendere per il giro del mondo), li accetto volentieri. In linea generale, però, considerando anche che non conosco nababbi, preferisco i gesti spontanei, le cose fatte con le proprie mani, due parole scritte, un disegno, un dolce, una piccola attenzione, o, com'è successo questa volta, una videochiamata da Sao Paulo, Brazil ,in cui, nel pieno rispetto dei cliché geografici, viene cantata e strimpellata Garota de Ipanema personalizzandola un po'. Sicuramente, uno dei gesti di sempre che mi hanno fatta sentire maggiormente amata e degna di esserlo. E in questo periodo non è poco.

mercoledì 6 febbraio 2013

Si parlava della nascita di un nuovo amore.
Amico: Ma non mi dici  che sto sbagliando?
Io: No.
Amico: Non dici che c'è la differenza di età, la distanza, che potrebbe essere un fuoco di paglia?
Io: Perché dovrei?
Amico: Perché è la risposta più logica.
Io: Sarebbe la più logica, ma anche la più mortifera. Se permetti, ci siamo stancati della morte, vogliamo la vita. E sono già pronta con il riso.

venerdì 1 febbraio 2013

If I can't dance, it is not my revolution

Come può una persona che ama la politica, che la fa anche quando mangia, appassionarsi, oppure solo interessarsi alla miseria contenutistica di questa campagna elettorale? Lasciamo stare il triste bollito buffone, che se fossimo in un Paese normale, lo si lascerebbe in competizione solo per pena, invece qui riesce a convincere ancora e rischia di fare le scarpe alla sinistra. E sempre le solite facce. Ma pure gli outsider che gran cascamento di braccia. Non mi piace nessuno, persino quelli che ho votato in precedenza mi annoiano. Quindi, questa volta più delle altre, si entrerà nella cabina elettorale con i fiori di Bach contro l'angoscia e la tristezza di dover votare il meno peggio.

mercoledì 30 gennaio 2013

Lontano lontano

Per il mio compleanno vorrei che mi si rapisse e mi si portasse lontano lontano da questi luoghi troppo carichi di ricordi, dai volti velatamente tristi, dai sorrisi compassionevoli. Vorrei che mi si regalasse la dimenticanza: almeno per un giorno o per pochi attimi, scordarmi tutto, persino di me.

In contraposizione a quanto detto, la canzone di Tenco, che è comunque molto bella.


martedì 29 gennaio 2013

La buona notizia è...

Che ad aprile esce il nuovo film di Gondry, ma in Francia. "La schiuma dei giorni" è tratto dall'omonimo romanzo di Boris Vian, che a giorni sarà mio - altra lieta novella- insieme a psicomagia di Alejandro Jodorowsky, che adoro come regista e mi incuriosisce come scrittore/guaritore.
Ultimamente sogno spesso di trovarmi in situazioni normali, per me insolite. Sono sempre in coppia con un fidanzato che nella realtà mi è sconosciuto. Nonostante non accada nulla di eccezionale, mi avvolgono sensazioni bellissime: la serenità, che nella vita vera ho provato solo a momenti brevissimi, di notte diventa una condizione permanente.
Questo succede quando non sogno mia madre, cosa che avviene spesso. Pure nei sogni è morta, o non parla. Rimane seduta in disparte e si limita ad osservare.

giovedì 24 gennaio 2013

Quando c'è la salute! (parte 2)

Probabilmente l'universo vuole che io apra una rubrica con questo titolo. 
Appena abbandonato il malessere passeggero della febbre (in realtà poco preoccupante e forse ricollegabile alla nuova sventura), ecco che l'indice della mano destra comincia a farmi male e in una notte (passata insonne per il dolore) si gonfia. Diagnosi: infezione dovuta, credo, a una pellicina bastarda. Cura: antibiotici. E pensare che un proposito per il nuovo anno sarebbe stato quello di non prendere medicine.
In famiglia si è apparentemente tranquilli, ma si respira un allarmismo latente, non è strano se si considera che per quella che in teoria doveva essere una sciocchezza abbiamo perso una persona.
Insomma, i trentatre anni sono vicini, però che fatica arrivarci in maniera decente!

giovedì 17 gennaio 2013

Quando c'è la salute!

Non mi veniva la febbre dai primi anni 2000. Mi ricordo, ero solo in casa a Napoli. San Valentino.
Best Valentine's Day ever.

martedì 15 gennaio 2013

Morto Nagisa Oshima

Prima che riuscissi a vedere tutti i suoi film.

Non c'è più niente che mi faccia sentir viva.
Durante il giorno, da quando metto i piedi a terra, mi affaccendo in mille occupazioni, una dietro l'altra senza intervalli, riempiendo anche il singolo minuto. Penso a tutto fuorché a me stessa e alla mia situazione. Mi stanco così tanto che la sera crollo a letto, con un po' di fortuna, in un sonno senza sogni. Dicono il tempo aiuti. Qui, invece, ogni giorno che passa mi impantana in un'esistenza che non è la mia, di sicuro non avrei voluto.

giovedì 10 gennaio 2013

Se mai avrò dei figli (gli ultimi avvenimenti hanno mostrato quanto poco rillevanti siano i nostri programmi e le nostre idee sulla vita e sulla morte: quello che sembra impossibile fa presto a diventare realtà. Non che, nella vulnerabilità del momento, mi sia fatta ammaliare dalle sirene culturalmente indotte dell'orologio biologico) insegnerò loro il senso dell'irresponsabilità, ovvero di essere responsabili solo verso la ricerca della propria felicità.

mercoledì 9 gennaio 2013

Neve a Istanbul

Spero, dopo la catastrofe, la miseria dell'anima, il mettere da parte la vita, la mancanza di prospettive, la presenza di incubi, il continuo inutile affannarmi, almeno di meritarmi una vacanza. Lontano.