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martedì 30 dicembre 2014

Ma sì, auguri!

Il 2014 è stato un anno di vittorie volute, fortissimamente volute e di rivincite insperate, quasi indesiderate. Di ritorni e riritorni. Di viaggi rari, sia per la scarsa quantità che per l'inestimabile qualità dell'emozioni provate. L'anno del ritrovare la strada per casa (che non è ancora del tutto compiuto). Un anno che è stato solo la prova, l'abbozzo dei deliziosi giorni che mi aspettano.
Auguro a tutti, compresa me stessa, di non ricevere ciò che si desidera, ma di realizzare i sogni più profondi e grandi. Siate divini!

sabato 27 dicembre 2014

A Babbo Natale non ho chiesto niente perché la vita ha affermato più volte che se vuoi una cosa te la devi prendere autonomamente, non aspettare che cada dal cielo o dalla canna fumaria.
Mi accontenteró (si fa per dire) del vecchio detto: a Milano a Capodanno, a Milano tutto l'anno. Sarà come giocare a domino: una volta buttato giù il primo ostacolo, gli altri cadranno senza fatica.

lunedì 8 dicembre 2014

Mi manchi, mi sei mancata, ci sei mancata, sono frasi rivoltemi ultimamente, che mi sorprendono ogni volta. Non perché non mi fidi, ma perché quando non provi certi sentimenti fai fatica a credere che esistano sul serio. L'unica mancanza che provo è quella che non dirò tanto è lampante, quella che mi farà sentire sempre con un pezzo in meno, qualunque sia la mia strada. Le lontananze, se si è un minimo equilibrati e sentimentalmente autarchici - per farla semplice, se non si dipende dagli altri per il proprio benessere psichico, non scalfiscono. Quando capita di avere vicino persone che mi vogliono bene, con le quali stringo legami di vario genere, non mi sento completa, mi sento strabordante di ricchezza. Molto spesso la mancanza è l'altra faccia del possesso, ed io miro a possedere sempre meno oggetti e nessun essere umano. Ambisco a sentire sempre più forte l'unità con gli altri esseri umani, arrivare ad amare anche i miei nemici (in realtà, dovrei prima farmene), a percepire che non siamo isole, che siamo membra di un unico corpo, ma come del tuo corpo ami (o dovresti) anche gli organi che non vedi perché sono parte di te, così puoi amare qualcuno senza sentirne la mancanza. Il più bel regalo che puoi fare a un'altra persona è liberarla dalla tua dipendenza. 
Un altro paio di maniche è se la mancanza di me si manifesta a lavoro. Lì non faccio filosofia, e di solito rispondo "menomale". Voglio mancar loro, in modo che quando arriverà il tempo di decidere se tenermi o mandarmi via, sappiano cosa si prova a non avermi. Faccio anche terrorismo psicologico, dicendo alla mia supervisor: "Abituati a sbrigartela da sola, ché fra un po' me ne vado". E subito lei: "No, speriamo di no". Io, di rimando: "Allora sponsorizzami con chi sai tu, di' che se me ne vado tu molli!".

venerdì 5 dicembre 2014

Quello che non mi è mai mancato nel non avere un lavoro "normale" sono state le cene aziendali. Quest'anno, udite udite, mi tocca LA CENA natalizia. Non sto più nella pelle. Soprattutto perché il simpaticone del GM va dicendo che mi farà ubriacare. Oh Ciccio, non mi ubriaco dal 1997, tipo.
Un'altra lieta novella è l'essere costretta a tornare a Milano per Capodanno, probabilmente lo passerò da sola. A dire la verità non provo chissà quale dispiacere. Sono oltre le feste e oltre l'avversione alle feste. Da due anni a questa parte non costituiscono più un problema.

Il resto va a gonfie vele verso il mare della consapevolezza. Un peccato è non riuscire a scrivere tutto quello che vorrei per mancanza di tempo, essere profondamente ispirata e  non potermi esprimere. Potrei parlare di come il Cosmo abbia cominciato a parlarmi. La mattina ho dei dubbi e la sera mi offre delle risposte.

domenica 16 novembre 2014

L'amore, se posso dire come la penso, è una malattia della dignità. Agisce per picchi e inabissamenti. Compra e vende. La riconosci subito. Ha dei sintomi - come dire, - dei sintomi che non ti sbagli.
[...]
E poi c'è l'ultimo sintomo, il peggiore, dove la dignità è talmente bistrattata che la possibilità di risalire è proprio meglio che te la levi dalla testa, ed è la dipendenza dall'umore di qualcun altro.
[...]
 Questo dipendere dall'umore di un altro, questo fatto che se lei è gentile tu riesci ad arrivare vivo alla fine della giornata e se invece ti tratta con indifferenza sei un uomo distrutto e non riesci a combinare niente e accumuli lavoro e altri debiti di vario genere è veramente una porcheria, un'ingominia di cui non ci si dovrebbe mai macchiare per nessuna ragione al mondo.
E la faccenda più penosa è che a questo punto l'amore è bello che finito (cosa vuoi amare, con una dignità così ridotta), eppure tu è ancora d'amore che parli. Sei diventato l'equivalente di un fan di Elvis, un disadattato incapace di vivere nel presente che nel vestirsi, nel parlare, nel sentire musica, nel leggere, nello scrivere, perfino nell'andare a letto con qualcuno cerca una cosa che ha smesso di esistere, tutto qui.
Diego De Silva, Non avevo capito niente [Capitolo: Quello che direbbe Malinconico sulla più diffusa delle malattie autoimmuni, se mai qualcuno glielo chiedesse (cosa probabile)]

Si sa, non sono il tipo a cui piacciono le storie d'amore: a parte quelle scritte o girate magistralmente (ma l'interesse in quei casi è per la genialità dello scrittore, del regista o dello sceneggiatore, non per le storie), trovo l'idea di amore romantico limitante e banale, come chiudersi in una casa di venti metri quadrati, mentre hai tutto il mondo a disposizione. Non è il discorso della volpe con l'uva, ne è prova il fatto che quando mi ci sono trovata ho finito per annoiarmi e odiarmi e tornare sui miei passi, rifiutando anche stabilità sentimentali per rimanere nel mondo (dell'ultima volta che l'ho fatto, parlerò in seguito, forse). 
Ci sono incontri però che un po' ti fanno ricredere e pensare: niente male questo amore. Un esempio, la mia coinquilina è fidanzata con un ragazzo senegalese, conosciuto a Valencia, mentre lei era lì per uno stage. Quando lei è tornata in Italia, per un po' sono stati separati, fino a quando lui non ha deciso di raggiungerla. In un paese straniero, del quale lui non conosceva la lingua, in una regione che non offre grandi opportunità lavorative per chiunque, figuriamoci per un africano. Si è trasferito da una città fiorente e viva della Spagna, in un paesino pressocché immobile del Sud Italia. Per amore. Lavora dove può, in campagna soprattutto, senza mai lamentarsi, nemmeno quando lei è dovuta venire a Milano e quindi lasciarlo da solo. Stringe i denti, si impegna e non dice bah, dei due è quello con più ottimismo e speranze e pazienza. Mi era già simpatico, pur non avendolo conosciuto di persona, poi la mia coinquilina mi ha letto una sua (di lui) lettera e mi si è aperto proprio il cuore. Nelle frasi scritte in un italiano zoppicante (di persona che l'ha imparato solo ascoltandolo) ha riversato una tenerezza tale da riscattare il mondo da decine e decine di disonesti e cinici di ogni genere, razza e classe sociale.

domenica 9 novembre 2014

Sono andata a vedere la mostra di Chagall, nonostante la mia avversione alle mostre di Palazzo Reale e le mostre di curatori italiani in genere. Mi sono ricreduta, principalmente perché le opere sono tante, e ce ne sono di sconosciute davvero emozionanti. Era quello che mi serviva: ci ho visto dentro la mia aspirazione, come se guardassi in uno specchio ideale gli elementi della mia anima: il sogno, l'amore, la vitalità, la spiritualità.
E a proposito di spiritualità, la mia amica, che non mi vedeva da mesi, mi fa: ti vedo diversa, il tuo viso ha qualcosa che non ti so spiegare.
Le domando: come?
Risponde: non  lo so, è più disteso, la tua pelle è stupenda.
A parte il fatto che la mia pelle non è per niente stupenda, mai stata bella, forse da bambina, ma ho capito a cosa si riferiva. Anch'io mi sono accorta di un'espressione diversa, da un po' di tempo a questa parte. I miei occhi sono più luminosi, io sono più luminosa.
Il merito di questo cambiamento esteriore ha radici profonde: comincio a dare voce alla mia interiorità, mi sono accorta di avere una scintilla di luce nel mio cuore e ora voglio alimentarla. Ho cominciato a meditare sul serio, con metodo e disciplina. Mi sveglio alle sei, mi siedo sotto ad una finestra e cerco di ascoltare quello che ha da dire il mio vero sé. Quando sono sola lo faccio anche due volte al giorno con i canti meditativi (questa settimana che la mia coinquilina non ci sarà, la casa diventerà un luogo di raccoglimento). Non è un sacrificio o un dovere, è un richiamo naturale, anche se non è facile abbandonarsi completamente. Cerco di tenere aperta la porta alla luce, alla pace, alla gioia e di chiuderla a tutte le negatività. Sono solo all'inizio: rimestando nell'insondato ci trovo molto spesso del torbido che mi rimane addosso e la mente se ne approffitta per rigettarmi nel vecchio costume dei pensieri distruttivi. Dalla mia ho la costanza, l'impegno, una comunità dalla quale attingere, un maestro che mi ispira.
Ho sempre detto di non essere ambiziosa. Mi scopro ad avere la massima delle ambizioni: diventare un essere spiritualmente realizzato, in armonia con il Tutto.

venerdì 7 novembre 2014

Dice: Stiamo andando molto bene, abbiamo superato il budget di questo mese, il direttore è molto contento di te e ti apprezza, tanto che si sta mobilitando per farti rimanere.
Dico: Speriamo!
(Ovviamente, nessuna illusione)

martedì 28 ottobre 2014

Sorbillo (la mia pizzeria preferita in assoluto, che ha deliziato gli anni napoletani) apre a Milano. Quanto è bella la mia vita!

mercoledì 22 ottobre 2014

Slow show


I wanna hurry home to you
Put on a slow, dumb show for you and crack you up
So you can put a blue ribbon on my brain
God, I'm very, very frightened, I'll overdo it



Attraverso questo ponte due volte al giorno, per andare a lavoro e tornare, a volte anche nei weekend (dico passare il ponte, non lavorare) e mi piace molto. Nonostante non sia lontano, il caos cittadino arriva lì su ovattato, non da fastidio, è un bel soggetto da fotografia. Il ponte è un'immagine evocativa di tante azioni bellissime: avvicinarsi, incontrarsi, superare, andare dall'altra parte (qualunque cosa sia l'altra parte). C'è un suggestivo racconto di quel mattacchione diTanizaki che si chiama il Ponte dei sogni, in cui non si parla della struttura architettonica, ma di quella opaca e indefinita zona di congiunzione tra la realtà e il sogno.


You know I dreamed about you
For 29 years before I saw you
You know I dreamed about you
I missed you for, for 29 years


Questa canzone, come un ponte, unisce nella mia testa, anche se non è precisamente là che stanno, due mondi diversi, quasi opposti, eppure in qualche  modo vicini.

lunedì 6 ottobre 2014

Durante un canto meditativo stasera, ho sentito scorrere dentro di me qualcosa che semplificare chiamerò felicità.
Non c'è alcun ostacolo che si frapponga tra me e un destino di luminosità.

venerdì 26 settembre 2014

Il benessere è una scelta consapevole

Perché scrivi solo cose tristi?
Perché quando sono felice esco.
Luigi Tenco

Ecco, una cosa del genere risponderei se qualcuno mi domandasse "come mai non scrivi più tanto spesso sul blog?". Sono impegnata a stare bene, e ci riesco.Mi piace la piega che sta prendendo la mia vita, quindi continuo in questa direzione.

Ho trovato un corso di meditazione gratuito a Milano, mi pare un'epifania.

domenica 14 settembre 2014

In un momento di sconforto ho pensato e detto più o meno ad alta voce che al mondo esistono persone che nonostante facciano schifo e si comportino di merda riescono ad attirare a sé sempre un sacco di gente e farsi amare. Poi ci sono persone che pur comportandosi onestamente e tranquillamente sono spesso sole, sottintendendo la mia appartenenza alla seconda categoria. Ho lasciato sedimentare la negatività di queste considerazioni e sono tornata a vedere le cose lucidamente, arrivando alle seguenti conclusioni:
1)Si raccoglie ciò che si semina. La solitudine non capita, la si coltiva in maniera volontaria o attraverso scelte inconsce, per esempio avere amici che vivono in altre città o innamorarsi di persone lontane (geograficamente e non);
2) a essere stronzi sono bravi tutti, non è necessario alcun talento, basta seguire la corrente. Ed è anche banale e dozzinale.
3) comportarsi bene, liberamente e senza ipocrisia, è difficile da fare sempre, ma ti ripaga in molti modi, a volte evidenti, altre meno.
4)M. dice "chi non fa alcuno sforzo per essere amato, lo è solo superficialmente", aggiungo se non fossi quella che sono le persone che mi amano adesso, per quanto poche siano, non avrebbero nulla da spartire con me.
Quindi, in definitiva, mi va bene così.

martedì 2 settembre 2014

Settembre da due giorni

Juste le temps de battre des cils
Un souffle, un éclat bleu, 
Un instant, qui dit mieux
L'équilibre est fragile

lunedì 1 settembre 2014

Biondino che mi guardi mentre io vado a lavoro e tu esci dal bar dove fai colazione, sei carino, ma non c'è trippa per gatti. Perché:
1) i rasta mi danno il senso della sporcizia;
2) per quanto apprezzi il contrasto tra i capelli non convenzionali e il vestito formale, la camicia bianca non è cosa per te (dovrebbe essere proibita alla maggior parte dei maschi, soprattutto bianchi), a maggior ragione se la metti sopra a una t-shirt scura.

giovedì 14 agosto 2014

Sapessi com'è strano festeggiare il ferragosto a Milano

Vi ho preparato una tre giorni di emozioni. Ho scoperto che qui vicino c'è una struttura dove possiamo rifare il volo dell' angelo; poi possiamo andare alle terme, in montagna, anche al mare...
Ouh ouh, vengo per stare con te, non per vedere le bellezze della Lombardia e dintorni!
Ma M. vorrà fare qualcosa...
Non ha mai visto Milano, sarà già contento così.
Vabbene. Ce la faremo con i cespugli rotolanti.

mercoledì 6 agosto 2014

Agosto non è mai stato un buon mese per me. Le ragioni sono tante e già affrontate. Quest'anno va decisamente meglio, perché vivo una situazione nuova che mi piace e mi da gratificazioni: mi sento apprezzata e considerata e, per adesso, va bene così.

domenica 3 agosto 2014

L'amore ha l'amore come solo argomento

Mi innamoro dei posti ancor prima di visitarli. Il Sud-America, l'Africa.
Genova.
Appena messo piede fuori dalla stazione ho sentito la dolcezza del primo bacio dato dopo una lunga attesa.
Percorrere la città vecchia con le parole del suo figlio più bello (e sì che ne ha tanti) nelle orecchie ha frantumato il cuore in mille schegge di emozioni diverse.
Mi sembra che non sia la stessa delle canzoni di De André, ma in un modo misterioso la sua umanità reietta si sia riprodotta in altri visi e in altre pelli.

giovedì 31 luglio 2014

Per le cose che mi capitano, se fossi in in altro momento della mia vita, avrei scritto papiri e papiri, virtuali e non, elencando gli avvenimenti, sviscerando sentimenti ed emozioni fino ad aver analizzato ogni minimo dettaglio. Ora no, vivo e basta. Non mi interesso delle analisi. Lascio scorrere gli avvenimenti come la pioggia che ha  bagnato i nostri vestiti inadatti al concerto dei National. Chi se ne frega di due gocce se hai davanti e intorno spettacoli irripetibili. D'altronde, anche quelle due gocce, nel loro piccolo sono spettacoli irripetibili.

martedì 22 luglio 2014

A casa, dopo lavoro, a cercare di memorizzare qualche parola di Wolof.
Ché nella vita non si può mai sapere.

venerdì 18 luglio 2014

L'ultima volta che Gaza ha subito una ritorsione pesante da parte di Israele, seconda in intensità solo al massacro di questi giorni, me la ricordo bene. Ero nella seconda casa di Firenze, il giorno prima ero andata a una manifestazione pro Palestina, mi era rimasta impressa una foto di bambini morti e disposti tutti e quattro su una barella di fortuna. Mi incazzavo con un mio amico che mi aveva rimproverata di aver fatto il paragone tra nazisti e sionisti.
Poi, mi è arrivata la telefonata di mia sorella, mia madre era in ospedale. Il resto è noto.
Non è difficile comprendere quali sono le mie sensazioni in questi momenti.

martedì 1 luglio 2014

Una delle cose più belle di avere vicino un bambino è riscoprire il mondo con occhi nuovi. Tutto è meraviglia e gioco. Inoltre, hai la scusa per fare cose che da solo non faresti. Per esempio, ieri io e mio nipote siamo andati a fare una passeggiata al parco, carrettino al seguito, a raccogliere pigne, ghiande, piume di civetta, bacche. 
Una goccia di pace in un oceano di agitazione.

mercoledì 11 giugno 2014

Mi chiedo dove siano andati a finire i boicottatori degli Europei 2012, quelli che si scandalizzavano per metodi di repressione selvaggia dei randagi in Ucraina. Senza nulla togliere ai poveri cani ucraini, mi fa specie vedere umani che si infervorano, firmano e diffondono petizioni a non finire per cani gatti & co. e rimangono del tutto indifferenti per le sorti di altri esseri umani; trattano il proprio animale di compagnia come fosse un figlio e girano la testa dall'altra parte quando incontrano una persona in difficoltà. Allo stesso modo si sottraggono dalla discussione su ciò che avviene in Brasile (repressione violenta da parte della polizia nei confronti di poveri cristi che giustamente manifestano il loro dissenso verso un uso del denaro pubblico a dir poco scandaloso) con un'alzata di spalle. Lo specchio della "civiltà" occidentale: interessarsi a facezie e per non affrontare l'essenziale.

mercoledì 4 giugno 2014

Sono un orsetto lavatore. Come questi simpatici animali, in cattività divento maniaca della pulizia e dell'ordine. Da quando sono tornata a casa, non faccio altro che pulire, mettere ordine e buttare cianfrusaglie che conservavo chissà perché. Proprio durante uno di questi attacchi ossessivi compulsivi, stamattina, ho trovato una piccola agendina dimenticata che ho usato per alcuni giorni di estate del 1996 come diario personale.
A sedici anni ero un vero disastro: insicura, patologicamente timida e debole, un cumulo di infelicità e solitudine. Non facevo altro che piangermi addosso e dare la colpa a chiunque, tranne che a me, per la vita che a quel tempo consideravo schifosa. Avevo dei sogni che sapevo non si sarebbero avverati perché ero immobile e tutto ciò aumentava la mia amarezza. Fortunatamente, gli anni mi sono serviti a diventare una donna di carattere che di quella ragazzina triste e solitaria ha conservato solo la malinconia. Se venisse Satana in persona a chiedermi l'anima per farmi tornare teenager, gli direi: "Fottiti! Sto bene dove sono". Piuttosto vorrei incontrare la me sedicenne e annunciarle: "Tutto è relativo e le persone per le quali ti struggi un giorno ti sembreranno delle nullità, alle volte ridicole, alle volte solo mediocri. Quindi aspetta, il meglio deve ancora venire".
La cosa più tenera, che non ricordavo assolutamente, era la cotta tremenda per Robert Smith, mentre la maggior parte delle mie coetanee impazziva per i Take That. Ero così innamorata di lui che mi firmavo Mrs Smith.
La seguente è una delle poche canzoni dei Cure che ancora riesco ad ascoltare per intero.


martedì 3 giugno 2014

Pare che passare l'estate a Milano sia una tragedia. Almeno secondo alcune persone. Ti annoierai, farà caldissimo, etc. Non  me ne preoccupo, in fondo sono lì per lavorare (in un ambiente dotato di climatizzazione dell'aria e in condizioni favorevoli rispetto a molti altri lavori), non per fare vacanza. Solo le persone noiose o che non stanno bene in loro compagnia si annoiano. Se vorrò ci saranno delle cose belle da fare e le persone giuste con cui farle. Insomma, no problem.
La cosa buffa è che, per la prima volta in vita mia, dovrò vestirmi formalmente, gonna camicia e giacca in colori scuri, proprio il tipo di abbigliamento che non mi favorisce. In risposta a tanta formalità ho pronto un guardaroba per il tempo libero più zingaresco che mai.

In questo periodo ho tante idee, ma poca ispirazione per metterle nero su bianco.
Ho appena finito di guardare il secondo anime della mia vita (non contando quelli seguiti da bambina): Kuroshitsuji (Il maggiordomo nero) una storia lugubre e misteriosa con elementi di steampunk e quell'ambiguità tutta giapponese. La trama è niente di che, i disegni sono invece fantastici, il giapponese una lingua melodiosa e dolce.

sabato 17 maggio 2014

La premessa è che mi ritengo fortunata per mille ragioni di ordine pratico (leggasi menomale che non sono un minatore turco, per esempio) e non (a mio modo di vedere la vita, mi sento una donna di successo).
Il fatto è che la ruota non gira per tutti. Per alcuni, tra i quali io, si è bloccata chissà quando e non c'è verso di farla ripartire.

mercoledì 14 maggio 2014

20 anni di Catartica.
Mi ricordo che ero in prima superiore e insieme ad alcune compagne di scuola avevamo l'idea di andare a vedere i Marlene Kuntz che suonavano a Bari.
Ovviamente non andammo.

sabato 10 maggio 2014

Una settimana fa, a quest'ora circa, eravamo in quella camera vista infinito. Era tutto talmente bello che non ci risolvevamo ad andare a cena. Poi ha messo la mia felpa, quella larga con le paillettes sulle spalle, che gli stava decisamente corta.
Ti pago la cena se esci così, gli ho detto piegata in due dalle risate.
Il conto non era poi così salato.

lunedì 5 maggio 2014

Ericeira, Peniche, Nazaré

Tre giorni, tre villaggi sulla costa del Portogallo, tre camere d'albergo - tra le quali un eco resort a impatto zero, in cui, volendo, puoi dormire in una botte, tre spiagge ideali per fare surf (io ero in veste di osservatrice).
Sveglia all'alba, ché i surfisti non vogliono perdersi nemmeno un'onda.
Colazione con torrada e galão e pasticcini tipici, mentre guardavo S. mangiare pasteis de bacalhau (fritelle di baccalà) e altre prelibatezze salate per no veg.
Il rituale del surfista è sempre lo stesso: caricare in auto tavola e muta, saggiare la spiaggia, osservare l'acqua e scegliere lo spot migliore, indossare la muta e scaldarsi, andare. Che dio ti accompagni. 
Passavo la mattina a guardare S. e i suoi amici mentre erano a mollo, aspettando le onde buone. È dai tempi di Beverly Hills 90210 che volevo vedere dal vivo questi che mi sembravano dei fancazzisti in cerca di scosse adrenaliniche, ma che in realtà sono degli atleti tutto preparazione, costanza, dedizione, enorme concentrazione. E pazienza, tanta pazienza. Tutte doti che non ho. Per questo e per il fatto che non faccio attività fisica da quel dì, ho declinato molteplici inviti a provare. L'oceano è meraviglioso, ma paurosamente freddo, pure sotto la muta. Quando  mi annoiavo, passeggiavo sulla spiaggia o mi inoltravo nei paesini, tra case bianche e azzurre, immancabili vecchietti e gatti, botteghe e altre amenità da vita semplice, fuori dal mondo. Appena vedevo qualcuno del posto parlare mi appostavo strategicamente e ascoltavo, non tanto per capire il senso della conversazione quanto per sentirne le intonazioni, come ascoltassi un brano strumentale.
Poi c'erano i tramonti stupendi, la Sagres, le chiacchiere di gruppo e quelle vis à vis, a cena ogni tipo di zuppa, il banjo, e i dovremmo vivere in un posto dove andare a piedi nudi, sempre.

lunedì 28 aprile 2014

Appena il tempo di tornare, fare innumerevoli lavatrici, sistemare alcune cose in casa - comprese la vegetazione che anche senza di me se l'è cavata, sbrigare faccende burocratiche, risistemarmi i capelli, in attesa di conoscere la destinazione dei miei prossimi sei mesi, e già riparto per alcuni giorni di avventura.

Se Maometto non va dalla montagna e la montagna si è scocciata di andare da Maometto...
Chi sarebbe la montagna tra noi?
Non importa, fammi finire!
Vai!
... allora i due si incontrano a metà strada.
Mi sembra giusto.

Peace Love Empathy.

venerdì 18 aprile 2014

Tra Gabriel Garcia Marquez e me c'era un solo grado di seprazione, cioè una donna, anche lei colombiana, che ha collaborato con il maestro. Adesso ce ne sono almeno mille, gli stessi che mi separano da Tondelli e Kawabata e tutto il mondo dei non vivi.
Ho letto i suoi due libri più famosi come in preda a una febbre allucinogena, e poi dimenticati. Ricordo esattamente le sensazioni avute durante la lettura, le trame sono fievoli ricordi e i nomi sono del tutto ignoti.

mercoledì 16 aprile 2014

Comincio a fare le valigie (il pacco da spedire prima): sono talmente triste che sono oltre il pianto.

martedì 15 aprile 2014

Oggi ho saltato la lezione, di per sé poco interessante, perché devo mettere ordine nel mio futuro, imminente e non.
Bisogna che cominci a pensare alle cose da spedire a casa non riuscendo a mettere tutto in due valigie, a mandare delle e-mail fino a questo punto rinviate, fare pace con le partenze.

lunedì 7 aprile 2014

Finito di fare il colloquio, mi pare sia andato bene.
Comprato henné in polvere per ravvivare il rosso dei capelli, ma mi sa che lo uso per decorarmi i piedi come le donne indiane, magrebine, etc. Lo farei anche alle mani, ma c'è il problema che non sono ambidestra.
La tensione ha deciso di posizionarsi sulla fronte, vorrei un massaggio.

domenica 6 aprile 2014

Le api, l'universo e tutto quanto

Sai, ieri ho visto due esibizioni di arte contemporanea stupende. Uno dei due artisti è pure tuo connazionale.
Cone si chiama?
Cildo Meireles.
Non mi dice niente.
Figuriamoci... Comunque, un'opera dell'altra artista mi ha fatto pensare a te.
Mé, sentiamo la cazzata che devi dire!
Dico sul serio. Sono entrata in questa specie di casetta di legno, alle pareti dei telai retroilluminati fatti a celle come gli alveari, sui quali ci sono dei disegni molto semplici di cera d'api e miele. Da ognuno di questi telai esce il ronzio delle api. L'opera si chiama 432Hz, cioè la vibrazione dell'universo.
Perché hai pensato a me? Sono il tuo universo?
Non dire idiozie. Ti ho pensato perché entrando lì ho sentito le stesse belle vibrazioni di quando sto con te. Forse sei accordato pure tu con la frequenza dell'universo.
Non ho parole.
Sarebbe la prima volta.

Nota: Una semplice immagine non può riprodurre la gamma di percezioni multisensoriali che si hanno entrando nell'opera.

giovedì 3 aprile 2014

(Co)incidenze

 Dev'essere solo una coincidenza se alcune persone si avvicinano nella loro ora del bisogno o fino a quando hai da offrire qualcosa incondizionatamente, non appena chiedi loro un appoggio o un po' di calore o se solo vuoi condividere qualcosa, ecco il deserto e gli arbusti rotolanti.
Ha ragione S., brutta bestia la filantropia! Il più delle volte viene fraintesa o frustrata dalla banalità di certi atteggiamenti.
Il ginocchio è stato gonfio e dolorante per due giorni, però la stessa mattina della caduta ho avuto la mia prima proposta di stage relativa al master, con condizioni vantaggiose, nel settore che ho scelto come mia preferenza. Dita incorociate fino a lunedì. Se tutto va bene, interpreterò altre coincidenze come segni del destino, tipo: il GM con cui farò il colloquio si chiama S., come una delle persone più importanti della mia esistenza; se mi scegliesse andrei a Mestre, Venezia, il posto più amato, la seconda casa di M., l'amico mio più amato.

martedì 1 aprile 2014

Uscita di casa, dopo 300 metri, inciampo e mi schianto al suolo sbucciandomi un ginocchio e i palmi delle mani.
Il mio primo di aprile può dirsi già concluso.

domenica 30 marzo 2014

Flora e fauna

Tornando a casa dopo lezione, mi sono accorta per la prima volta delle Alpi: ero avvolta da questa luce calda del tramonto, che dona alle stazioni di periferia un fascino che normalmente non hanno. 
Ho piantato uno spicchio di aglio germogliato e sto tentando di far mettere radici a un ciuffo di ananas. Voglio lasciarli alla mia coinquilina come segno di gratitudine e incredulo affetto. Mi ha detto, non so se è il periodo ma mi sembra tu sia in sintonia con il mondo vegetale. Da un po' ho scoperto che mi piacciono le piante, perché le capisco, so cosa vogliono e so cosa dar loro, apprezzo la loro semplicità. Va meglio che con gli animali, soprattutto umani.

domenica 23 marzo 2014

Quando mi dicono che sono una bella persona, in maniera anche poetica e tenera, io non rispondo, cambiando subito argomento, oppure dico "sì, è vero!", tirando fuori dei lampi di superbia, che sono solo pose, evidentemente. Non penso di avere chissà quali comportamenti eccezionali, ricambio solo quello che mi si dà ogni giorno. Credo di essere una persona fortunata, dal punto di vista delle relazioni umane, perché mi capita frequentemente di conoscere persone eccezionali e non di rado di fare un pezzo di strada insieme. Hanno storie incredibili e personalità ricche di sfumature. Non è una cosa che capita spesso e non a tutti, quindi se dono qualcosa (più che altro tempo e attenzioni) è perché sento di aver ricevuto parecchio. Perché ci sono persone in grado di farti riconciliare con il mondo, anche solo ascoltandole o guardandole su un monitor.
C'è sempre il Brasile e il portoghese brasiliano (inteso come lingua) che mi chiamano con la promessa di un abbraccio caldo e fermo. Ora che ho imparato a dispensare abbracci, senza che siano richiesti, non pensando che siano inopportuni, ho scoperto che con una stretta ci si può curare, gli uni con gli altri. Senza fretta.

É um mistério profundo
é o queira ou não queira.
É o vento ventando
é o fim da ladeira.
É a vida é o vão
festa da cumeeira.
É a chuva chovendo
é conversa ribeira.
Das águas de Março
é o fim da canseira.


domenica 16 marzo 2014

venerdì 7 marzo 2014

Io e il mio folle amore per i mercati: domani vado a quello di Porta Genova. Ancora rimpiango il marché de l'Abattoir di Anderlecht con gli odori di cibo, i colori delle bancarelle, le diverse tipologie di vestiario femminile mussulmano, sia indossato che esposto, i venditori magrebini e i loro Jalla, gli assaggi di frutta esotica, il vecchietto che mi dava le ricette, la puzza di coriandolo. Un'umanità, il mondo intero, che si spostava e contrattava e si accaparrava cibo o beni essenziali. Tutto lontano dall'asetticità degli scaffali degli ipermercati e le vetrine dei negozi.
Andrò con la coinquilina più due colleghi. Di solito vado sola, o al massimo con mia sorella (che è la migliore accompagnatrice di shopping/mercato, perché, ci entusiasmiamo o ci stanchiamo all'unisono), quindi il formarsi di una cricca mi incurioscisce e mi spaventa. Staremo a vedere.
Quindici anni dalla morte di Kubrick.
Ieri ci ha lasciato Sgalambro.
Balliamoci un valzer, va'.

giovedì 27 febbraio 2014

Umanista contabile

Sono stata totalmente assorbita dal vortice delle otto ore di lezione e, per il tempo che rimane, dalle incombenze di vario genere.
Di sorprendente c'è che sto affrontando una materia come Amministrazione, soprattutto i principi di contabilità, molto tranquillamente, a prova del fatto che nulla è impossibile se c'è la volontà. E io sono volitiva.
Non ho ancora avuto il tempo di intodurmi nella vita cernuschese o di uscire a Milano. Sono talmente cotta, la sera, che le uniche cose che faccio sono mangiare e dormire. 
Già ho un piano di un paio di concerti da vedere, l'housewarming (anche se alla fine rimango solo due mesi), uscite, mostre, varie ed eventuali, giusto per non farmi inaridire dalle materie studiate.

venerdì 21 febbraio 2014

Possiamo passare la vita a farci dire cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere del nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi.
E forse inventare qualcosa di meglio e proprio il nostro compito.
Soffocare- Chuck Palanhiuk 

martedì 18 febbraio 2014

Sono la sola a pensare che i'Renzi (non ho resistito al fiorentinismo) si stia bruciando con le sue stesse mani? Non mi sembra intelligente, ma lo facevo quantomeno più furbo. Per me la sua è una mossa che gli ucciderà la carriera politica, ancor prima che inizi davvero. Insomma, chi crede al cambio di passo? C'è qualcuno che spera seriamente che faccia ste dannate riforme, prima fra tutte quella elettorale, e non si impantanerà come i suoi predecessori in questo immobilismo catastrofico che è diventata l'Italia? Per quanto mi riguarda, ho più paura che le faccia, demolendo lo stato sociale, per esempio. 
Non che la fine di Matteo mi dispiaccia, mal tollero quell'arroganza che nasconde il nulla assoluto. Il fatto è che, tolto lui, quel che resta della sinistra verrà spazzata via come un soffione al vento di estate. E la destra se ne approfitterà,  non si esclude il ritorno di esso (non ce la faccio manco più a scrivere l'iniziale), mentre il M5S siederà ancora in parlamento (non so in che percentuale) a fare quello che sa fare meglio: un niente caotico, sabotatore e sobillatore, quando non si perderà nella conta degli scontrini del bar.

venerdì 14 febbraio 2014

Cosa tocca inventarsi per non pensare alla penosa situazione politica

Siate il Valentino di voi stessi.
Dicono che l'amarsi è una condizione indispensabile per essere amati, non lo so, però sono sicura che se ci si ama e si cerca di ricordarselo ogni giorno, si vive in armonia con il resto del mondo. Garantito. Non nutro l'illusione di non essere più sola un giorno: a ben vedere, non sono una persona facile e amabile, facilmente amabile, lo ammetto e un po' me ne compiaccio.Tuttavia, fin quando avrò me dalla mia parte, ci sarà la speranza di rimanere fertile nell'anima.
L'oroscopo di Rob Brezsny mi invita a celebrare una delle feste che amo meno (per una che odia le feste in generale,  è tutto dire) in maniera eccentrica e futuristica. La cosa più eccentrica che mi viene in mente è andare con la corrente, per questo farò un po' di auguri.
Auguri a Mr Sunshine (qui conosciuto con almeno altri due nomignoli): rendi i momenti in cui siamo insieme soleggiati e marittimi, trasformi la lontananza in una vicinanza anomala come il sentimento che ci lega, porti la leggerezza e l'allegria del gioco continuo nei giorni pesanti e tristi, sperimenti con me gli abissi e le altezze di una vita che si vuole artistica.
Auguri a My bloody Valentine (il riferimento musicale ti farà piacere), lasciarti stare è stata la cosa più giusta e benefica da fare, ma questo non mi vieta di volerti ancora bene e pensarti con una certa tenerezza, forse perché non sono riuscita a convertirti all'amore come lo intendo, o forse è solo rammarico per non averti suscitato alcuna reazione.
Auguri a The walk on the wild side, per la gamma di emozioni, sentimenti e sensazioni (anche quelle per nulla positive) che generosamente mi hai dato.



lunedì 10 febbraio 2014

Regalo di compleanno #2

Un piccolo cuscino a forma di gufo rosa, prontamente battezzato Uh-lderico, per via dell'onomatopea. Avrei voluto portarmelo in giro la sera per Milano, ma i donatori - l'amico M. e la sua ragazza - mi hanno fatto desistere. La mia storia con i gufi risale al soggiorno a Tokyo, dove comprai una bellissima spilla di tessuto raffigurante due gufetti con le pupille che si muovevano. Poi la persi e mia sorella me ne regalò altri due: uno di legno, grande, con la testa che si stacca, una specie di portagioie, e l'altro di ceramica raku, piccolo. 
L'anno scorso, nel mezzo della mania per il disegno, feci tre gufi psichedelici con i rotoli della carta igienica (Who, Whose, Whom), regalati ai sopramenzionati amici, che ancora li curano e li amano come se fossero veri. Il cerchio si chiude.

sabato 8 febbraio 2014

Regalo di compleanno #1

Ier mi sono ricordata del perché abbia chiamato questo blog così. Perché la musica (dei vecchi più che dei nuovi, a dire il vero) dei Massimo Volume arriva dove altri non riescono, un posto indefinito tra il corpo e l'anima. È bastato l'ultimo brano a mostrarmelo di nuovo:  sei qui, questa è la tua casa, per quanto poco confortevole sia, ti appartiene. 

mercoledì 5 febbraio 2014

My sweet double 17

Fino a pochi mesi fa, mi immaginavo il giorno del mio compleanno ad arrostirmi su una spiaggia brasiliana o preda di insetti in Amazzonia o in shorts e canotta in qualche posto del Centro-Sud America   in compagnia dell' appulo- brasiliano al quale si sarebbero aggiunti altri folli latinos (diciamoci la verità, sono tutti  meravigliosamente fuori di  zucca), per stemperare il romanticismo entre nous.Invece, causa bellissimo imprevisto borsa di studio mi trovo nella grigia e piovosa Milano (che non disdegno affatto, ché ho abitato con piacere nelle Fiandre, non ce lo scordiamo), in cerca di una casa (già trovata).  Unico "premio di consolazione", il live dei Massimo Volume con l'amico M, proprio venerdì.
Nessuna lamentela. Solo, Cosmo, ti prego, liberami da insulse e dannose tentazioni che questa regione mette sul mio cammino. Fa che, ora che non ho tensioni dovute alla ricerca, trovi un modo sano di passare le mie giornate e incanali i miei pensieri in qualcosa di ricreativo, affinché non vanifichi i passi avanti fatti fino ad adesso. E ci siamo capiti. Amen.

venerdì 31 gennaio 2014

Oggi più che mai ringrazio il cielo di aver scelto Milano invece di Roma come sede del Master.
Penso a Roma e mi viene in mente solo un gorgo di disorganizzazione e catastrofi per eventi meteo che di catastrofico non hanno un bel nulla, oltre al costo della vita inacessibile.
E fu così che a fine febbraio inspiegabilmente Milano collassò per una tormenta di neve e ghiaccio.

giovedì 30 gennaio 2014

Fatti non foste per viver come Drupi*

*migliore citazione della settimana (guardando i Promessi Sposi del Trio Lopez Marchesini Solenghi)
Ho avuto la febbre, ma sono in via di guargione.
Ho regalato un banjo (molto molto di occasione) solo per farmi suonare If you want to sing out, sing out di Cat Stevens. Passi la vita ignorando persino l'esistenza di un film, e in pochi giorni, invece, viene tempestata (o quasi) di input su quel film. La pellicola in questione è Harold and Maude che ha come colonna sonora, tra le altre, questa canzone, pure lei fino ad ora sconosciuta. È capitato che ho letto del film in un blog la mattina, la sera me n'è stata proposta la visione, e quando ho raccontato la curiosità mi è stato detto: il Cosmo ha deciso che è ora, capra. In effetti, era ora che lo guardassi: magico, intenso e allo stesso tempo leggero, poetico.
Questa è la cover più carina che ci sia, anche se quello è un ukulele (giusto?).

mercoledì 22 gennaio 2014

Avevo in mente di realizzare un video come il finale di Zabriskie Point, ma al posto dell'esplosione, il fuoco, il semplice incendio di un biglietto (l'atto è di per sé simbolico), visto da prospettive diverse, minimo tre. La scena sarebbe stata montata riproponendo la prima scintilla e successivamente la fiamma viva più volte, in maniera ipnotica. Avevo anche la canzone da mettere in sottofondo che con il suo crescendo sarebbe stata perfetta per raccontare ciò che volevo raccontare. Tuttavia, non capendo niente di tecnica, le riprese non sono venute granché bene, difficilmente si presterebbero a una narrazione potente, com'era nel mio intento. Va bene, rimarrò per sempre con questo sfizio che non mi sono levata.
A proposito di cinema, ieri ho visto La pecora nera di Ascanio Celestini. Un film bellissimo e imprescindibile. 

mercoledì 15 gennaio 2014

Good good good good vibrations

Ho dimenticato di aggiungere alla lista delle cose fatte l'attività fisiologica del leggere. Tra le varie cose, sto scoprendo la letteratura femminile nigeriana (vi consiglio vivamente il romanzo di Lola Shoneyin, Prudenti come serpenti), e mi sto documentando sul surf, non perché voglia cavalcare le onde, ma perché sono stata trascinata in questo mondo da una persona a me vicina che parla delle onde di Bali e di Maui, lo fa con tale passione che è come se ci fossi stata anch'io (un giorno, un giorno). C'è tutto un procedimento nella cura della tavola e una valenza spirituale nel riuscire a  stabilire l'armonia tra uomo e natura, l'equilibrio del surfer tra le onde dell'oceano.
Quando leggo (o guardo video) di surf penso ai Beach Boys, sempre, e ascoltare i Beach Boys mi mette allegria.
Ho pensato, però, che in tutto questo lavorio di azioni e fatti, ho dimenticato gli altri, mi sono concentrata soltanto su di me e sul mio tentativo di stare in equilibrio. Non va bene. Solo che nel periodo appena passato ci sono stati momenti belli e di crescita, come scrivevo nell'altro post, è vero, ma il resto del tempo è stata un'elaborazione sottile della tristezza e della desolazione accumulate in un anno. Non sono riuscita a dedicarmi agli altri, perché se vuoi aiutare qualcuno il miglior modo per farlo è esserci per intero, crederci, non solo perché ti fa star bene. A me mancavano proprio la presenza di spirito e la convinzione, la volontà di dimenticarmi completamente di me e servire gli altri.

lunedì 13 gennaio 2014

sabato 11 gennaio 2014

venerdì 10 gennaio 2014

L'inferno è un cuore freddo

Ese fuego del infierno del que tanto se habla no lo conoce nadie. El infierno es un corazòn frìo. 
Alejandro Jodorowsky