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mercoledì 21 novembre 2012

Che non mi possa capitare più nulla di bello, è chiaro, ma almeno le cose brutte che riguardano la mia famiglia le possiamo dilazionare un po' più nel tempo?

lunedì 19 novembre 2012

Pensiero positivo (si fa per dire)

Almeno non sono un bambino che vive a Gaza.
Solo che questo pensiero non consola, anzi. Certo, se guardi al di fuori del tuo piccolo mondo, i tuoi problemi ti sembreranno idiozie di poco conto e ti sentirai rinfrancato. Se invece di dare un'occhiata fugace osservi, non riuscirai a sottrarti al terrore, alla morte, alla disperazione, all'ingiustizia e ti sentirai coinvolto, dovrai sentirti coinvolto. Dovrai chiederti cosa fare concretamente. Altrimenti, moriremo noi, i nostri figli, i nostri nipoti e i loro eredi e il conflitto in Medio Oriente sarà una costante tutt'altro che rassicurante del mondo, un'enorme pietra tombale a ricordarci di aver fallito come umanità.
Proprio perché esiste una Gaza, dovremmo restare tutti uniti il più possibile, smetterla con le nostre fottute strategie comportamentali ed esistenziali, tenerci legati con il calore di un abbraccio. Perché la gente soffre, perde la propria dignità, la libertà, muore, d'altronde anche noi saremo per troppo tempo morti (cit.).


domenica 18 novembre 2012

L'impero della grazia

Alla Festa dello scambio culturale Giappone - Italia mi hanno regalato un origami, la bustina che lo conteneva è più bella del contenuto stesso. C'è una tale delicatezza a fare le cose, anche le più banali (in fondo si tratta della gru, l'animale di carta più conosciuto al mondo) che ogni volta, potessi, prenderei il primo volo per Tokyo. 

giovedì 15 novembre 2012

Sparirò come senza rimpianti - Appunti

  • Ho visto la mostra Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea. Interessanti anche alcune opere degli altri artisti, tipo quella di Chiharu Shiota e Annegret Soltau. Solo i punti estremi sono interessanti (F.B.)
  • Sono molto contenta delle mie scarpe maschili, danno un tocco chic al guardaroba.
  • Rivaluto i Verdena. Ascolto Wow  in loop da ormai un mesetto e mi prende.

mercoledì 14 novembre 2012

Just killing time

Lungarno alla contr'ora, sole che mi scalda, vento che mi raffredda. Guardare lo scorrere del fiume schiarisce i pensieri. Sedersi sui gradini di Santa Croce a osservare gli altri (una fisarmonica in lontananza ripropone un repertorio internazionale e banale, i giappo-sino-coreani non smettono di fare foto, il suonatore di banjo accorda il suo strumento, alcuni operai ripuliscono la piazza dall'istallazione che c'era prima) fa sentire ancora più persi e soli. Non è che debba "ringraziare" qualcun altro a parte me stessa di questa condizione. L'ho costruita passo a passo nel corso di tutta una vita, con l'orgoglio l'ostinazione dei non scendo a compromessi, dei nemmeno morta, dei non mi frega di quello che pensano gli altri, dei ce la faccio anche da sola non mi serve nessuno. Ora cos'ho? Questa bella maschera di donna incrollabile che basta a se stessa. Che sarebbe anche vero, ma sono stanca. Vorrei che almeno una cosa nella mia vita fosse facile, la voglio la prendo, non come accade sempre: lottare, faticare e alla fine non ottenerla. Potrei aggrapparmi a quell'unico salvagente e il resto verrebbe da sé, come il fluire del fiume, come quando unisci le tessere più esterne di un puzzle.
Invece cos', mangio poco (niente ha gusto) e dormo tanto, potrei farlo per giorni interi. Rido o piango è la stessa cosa.
Poi mi si dà dell'analitica, lucida e tendenzialmente spietata, una dominatrice in un eventuale rapporto sadomaso, del culturalmente interessante, dell'affascinante (detto da una persona che non ha "mire" di alcun genere, in quanto accasato e felice, si spera) e rido. Non è che non mi senta così (dominatrice mai, né dentro né fuori dal letto), ma sono anche altro, sicuramente meno seria e coriacea di quello che si pensa.

lunedì 12 novembre 2012

Un altro albero di natale e mi butto nell'Arno.
Data la tendenza psicotica di prepararsi a questo bellissimo periodo con larghissimo anticipo, non mi resta che scegliere il ponte.

domenica 11 novembre 2012

È destino che ad un certo punto della mia vita debba abitare vicino a un ospizio e vivere insieme a gente che fa parte di "sette". Questa volta mi tocca la Soka Gakkai. Spero non siano messaggi dall'alto: agli anziani preferisco i bambini; mi trovo molto bene con il mio sincretismo personale.

giovedì 8 novembre 2012

Mi è arrivato un pacco pieno di alimenti dalla mia terra e invece di pensare a come smaltire le quantità eccessive di tutto - magari aprendo un piccolo ristorante abusivo, tanto le cene non sono in grado di organizzarle (e poi chi invitare?) - ho aperto la pagina di Trenitalia e ho prenotato il ritorno per le feste. Il freddo è arrivato e ha gelato le emozioni. L'apatia contraddistingue le mie giornate sempre più sonnolente. E i motivi per non essere quasi completamente indifferente a tutto ci sarebbero anche. Tipo, un progetto lavorativo interessante (mi hanno scelta senza nemmeno fare selezione) che mi farebbe fare una full immersion nel giapponese e girare per le cantine del nord, due delle cose che amo di più. Riesco solo a pensare che non ne sarò in grado.
Riesco a pensare solo che qualsiasi cosa faccia o mi capiti si trasformerà prima o poi in un grumo di cenere.

mercoledì 7 novembre 2012

Falls

Una foto di tre anni fa. Ricordo perfettamente cosa provavo in quel momento. Ero triste, eppure persuasa che gli eventi si sarebbero evoluti. Come Chocho-san non avevo la speranza, ma l'ostinato sentire che nulla era finito, che non c'era da mettere una pietra sopra come mi era stato consigliato. Al contrario di Madame Butterfly, avevo ragione. Anche se questo è ancora aperto, ne sono sicura, i cerchi si chiudono sempre e le cause perse diventano meravigliose possibilità. Il Karma è ineluttabile.

giovedì 1 novembre 2012

Black is the color of my true love's hair

Ho rinnovato leggermente il mio guardaroba. Che sia solo un caso o no, ho comprato solo indumenti neri. La scelta del colore è questione umorale, anche. Questo è il periodo del nero, che è un (non)colore mesto, eppure racchiude in sé tutti gli altri. I colori sono presenti nella mia vita, ma mischiati in questo pozzo di catrame, che un po' affascina e un po' ha rotto le palle, ecco. Perché la gioia e la voglia di vivere cozzano spesso con la totale mancanza di fiducia, non nella vita in sé, ma nella mia vita specifica. Come se mi avesse raccontato già il meglio e adesso non rimanesse altro che storielle collaterali di poca importanza.


Tra impegni pseudolavorativi e ritorno lampo in famiglia e organizzazione trasferimento nella nuova casa, ho una stanchezza di secoli.

Ora so che significa l'espressione "non avere occhi che per l**", è quello che mi succede con mio nipote.  Quando siamo insieme non riesco a staccare lo sguardo da lui, è una calamita. Gli altri parlano, chiedono, io rispondo distrattamente, completamente ammaliata dai suoi occhi azzurri, dal suo nasino perfetto, dalla sua bocca a cuoricino. Adesso che interagisce maggiormente, che sa fare più cose è ancora più affascinante.

Avrò una stanza dalle pareti verde pisello. 

Le tre regole della vodka (aver avuto una coinquilina russa è servito a qualcosa):
1) se capisci cosa c'è scritto sull'etichetta (e non sei russo), non è una buona vodka.
2) bere vodka e subito dopo mangiare un cetriolino sottaceto ti permette di avere solo gli effetti positivi dell'ebbrezza (niente obnubilamenti o mal di stomaco).
3) na zdorovʹye (alla salute) non è un brindisi russo: questa, insieme all'immagine del cosacco che butta il bicchiere alle sue spalle dopo aver bevuto, è una leggenda metropolitana. Di solito si usa za vstrechu (all'incontro) o si è soliti fare un discorso anche lungo.