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martedì 30 dicembre 2014

Ma sì, auguri!

Il 2014 è stato un anno di vittorie volute, fortissimamente volute e di rivincite insperate, quasi indesiderate. Di ritorni e riritorni. Di viaggi rari, sia per la scarsa quantità che per l'inestimabile qualità dell'emozioni provate. L'anno del ritrovare la strada per casa (che non è ancora del tutto compiuto). Un anno che è stato solo la prova, l'abbozzo dei deliziosi giorni che mi aspettano.
Auguro a tutti, compresa me stessa, di non ricevere ciò che si desidera, ma di realizzare i sogni più profondi e grandi. Siate divini!

sabato 27 dicembre 2014

A Babbo Natale non ho chiesto niente perché la vita ha affermato più volte che se vuoi una cosa te la devi prendere autonomamente, non aspettare che cada dal cielo o dalla canna fumaria.
Mi accontenteró (si fa per dire) del vecchio detto: a Milano a Capodanno, a Milano tutto l'anno. Sarà come giocare a domino: una volta buttato giù il primo ostacolo, gli altri cadranno senza fatica.

lunedì 8 dicembre 2014

Mi manchi, mi sei mancata, ci sei mancata, sono frasi rivoltemi ultimamente, che mi sorprendono ogni volta. Non perché non mi fidi, ma perché quando non provi certi sentimenti fai fatica a credere che esistano sul serio. L'unica mancanza che provo è quella che non dirò tanto è lampante, quella che mi farà sentire sempre con un pezzo in meno, qualunque sia la mia strada. Le lontananze, se si è un minimo equilibrati e sentimentalmente autarchici - per farla semplice, se non si dipende dagli altri per il proprio benessere psichico, non scalfiscono. Quando capita di avere vicino persone che mi vogliono bene, con le quali stringo legami di vario genere, non mi sento completa, mi sento strabordante di ricchezza. Molto spesso la mancanza è l'altra faccia del possesso, ed io miro a possedere sempre meno oggetti e nessun essere umano. Ambisco a sentire sempre più forte l'unità con gli altri esseri umani, arrivare ad amare anche i miei nemici (in realtà, dovrei prima farmene), a percepire che non siamo isole, che siamo membra di un unico corpo, ma come del tuo corpo ami (o dovresti) anche gli organi che non vedi perché sono parte di te, così puoi amare qualcuno senza sentirne la mancanza. Il più bel regalo che puoi fare a un'altra persona è liberarla dalla tua dipendenza. 
Un altro paio di maniche è se la mancanza di me si manifesta a lavoro. Lì non faccio filosofia, e di solito rispondo "menomale". Voglio mancar loro, in modo che quando arriverà il tempo di decidere se tenermi o mandarmi via, sappiano cosa si prova a non avermi. Faccio anche terrorismo psicologico, dicendo alla mia supervisor: "Abituati a sbrigartela da sola, ché fra un po' me ne vado". E subito lei: "No, speriamo di no". Io, di rimando: "Allora sponsorizzami con chi sai tu, di' che se me ne vado tu molli!".

venerdì 5 dicembre 2014

Quello che non mi è mai mancato nel non avere un lavoro "normale" sono state le cene aziendali. Quest'anno, udite udite, mi tocca LA CENA natalizia. Non sto più nella pelle. Soprattutto perché il simpaticone del GM va dicendo che mi farà ubriacare. Oh Ciccio, non mi ubriaco dal 1997, tipo.
Un'altra lieta novella è l'essere costretta a tornare a Milano per Capodanno, probabilmente lo passerò da sola. A dire la verità non provo chissà quale dispiacere. Sono oltre le feste e oltre l'avversione alle feste. Da due anni a questa parte non costituiscono più un problema.

Il resto va a gonfie vele verso il mare della consapevolezza. Un peccato è non riuscire a scrivere tutto quello che vorrei per mancanza di tempo, essere profondamente ispirata e  non potermi esprimere. Potrei parlare di come il Cosmo abbia cominciato a parlarmi. La mattina ho dei dubbi e la sera mi offre delle risposte.