Pagine

mercoledì 4 giugno 2014

Sono un orsetto lavatore. Come questi simpatici animali, in cattività divento maniaca della pulizia e dell'ordine. Da quando sono tornata a casa, non faccio altro che pulire, mettere ordine e buttare cianfrusaglie che conservavo chissà perché. Proprio durante uno di questi attacchi ossessivi compulsivi, stamattina, ho trovato una piccola agendina dimenticata che ho usato per alcuni giorni di estate del 1996 come diario personale.
A sedici anni ero un vero disastro: insicura, patologicamente timida e debole, un cumulo di infelicità e solitudine. Non facevo altro che piangermi addosso e dare la colpa a chiunque, tranne che a me, per la vita che a quel tempo consideravo schifosa. Avevo dei sogni che sapevo non si sarebbero avverati perché ero immobile e tutto ciò aumentava la mia amarezza. Fortunatamente, gli anni mi sono serviti a diventare una donna di carattere che di quella ragazzina triste e solitaria ha conservato solo la malinconia. Se venisse Satana in persona a chiedermi l'anima per farmi tornare teenager, gli direi: "Fottiti! Sto bene dove sono". Piuttosto vorrei incontrare la me sedicenne e annunciarle: "Tutto è relativo e le persone per le quali ti struggi un giorno ti sembreranno delle nullità, alle volte ridicole, alle volte solo mediocri. Quindi aspetta, il meglio deve ancora venire".
La cosa più tenera, che non ricordavo assolutamente, era la cotta tremenda per Robert Smith, mentre la maggior parte delle mie coetanee impazziva per i Take That. Ero così innamorata di lui che mi firmavo Mrs Smith.
La seguente è una delle poche canzoni dei Cure che ancora riesco ad ascoltare per intero.


1 commento:

  1. Anch'io non tornerei per nulla al mondo ai 16 anni. O meglio all'epoca del ginnasio, 14-16 anni. Solitudine, studio, 46 di taglia dei pantaloni. Ma dai 18 anni in poi rivivrei tutto, o quasi. Possibilmente con meno ansia.

    RispondiElimina