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lunedì 7 ottobre 2013

Elogio delle stanze d`albergo

Tutto delle camere di hotel mi piace: il senso di sospensione della vita normale, il fatto che non sono casa, eppure ci fai la cosa piu casalinga che ci sia: dormire. In un certo senso sono terra di nessuno e allo stesso tempo hai la cieca fiducia che non ti capiterà nulla di brutto, tipo un espianto di organi non voluto (vabbè, sto esagerando). 
Non riesco a capire chi si lamenta di dover frequentare spesso gli alberghi, magari per motivi di lavoro, reclamando soprattutto il carattere anonimo delle stanze. È vero, superficialmente sono impersonali, eppure avrebbero grandi storie da raccontare. Basta saperle interrogare. Le storie degli ospiti rimangono pure dopo che l'addetto alle pulizie rifà la camera ridandole la sua neutralità. Le parole rimangono attaccate alle pareti, i gesti sospesi nell' aria, i rumori sul pavimento. La presenza lascia tracce, anche quando vorresti il delitto perfetto. Sugli specchi puoi ancora scorgere i visi di chi ti ha preceduto, sulle finestre i loro pensieri. Ci sentiamo unici, ma ridotti all'osso i nostri pensieri sono maledettamente simili a quelli di chiunque altro. Come fare a non esser soli, per esempio.

2 commenti:

  1. Ciao! Anche a me piacciono le stanze d'albergo. Soprattutto dopo che ne ho preso davvero possesso mettendo a posto la mia roba. I libri là, la macchina fotografica sul tavolino, la borsa, la valigia, la giacca, lo spazzolino.... E quando vado via me ne allontano mentre preparo i bagagli, togliendo alla fine tutto di me. Ma, in effetti, qualcosa rimane.

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  2. è proprio quello il bello, possono diventare quello che vuoi. e soprattutto tu, dentro di esse, puoi diventare quello che ti pare. a me personalmente piace immaginare com'erano gli ospiti prima di me. quali storie avevano. tutto molto affascinante.

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