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lunedì 28 ottobre 2013

Hey Honey!

Il giorno in cui è morto Lou Reed, mi hai chiamata e mi hai dato la notizia; lo sapevo, a sorprendermi è stata la tua voce che non sentivo da un anno, o un po' di più.
Lou Reed è morto e noi non dovremmo non sentirci, hai esordito. E ho subito colto i tuoi pensieri e quella strana associazione. La sua musica ha accompagnato la nostra walk on the wild side (il lato anglofono della nostra colonna sonora), era come se ci guidasse nella scoperta di quel mondo inesplorato. Mi avresti vista arrossire mentre ci pensavo.
Mi hai detto che mi avresti chiamata lo stesso, più in là, per chiedere il permesso di esporre una foto, che mi ritrae, in una personale in una galleria a omissis. Ti ho detto che va bene e mi hai subito mandato una copia. Ricordo quando dove e perché l'hai scattata. Com'era dolce e indomito il tempo!
Mi hai chiesto del tuo rivale. Risate. Quando ti ho detto com'era andata a finire ti è uscito un what a jerk spontaneo e ho riso solo io.
Non dovresti essere sola, non tu. 
Va come deve andare, ho risposto.  E poi ti ho letto la prefazione della raccolta di racconti di Delmore Schwartz che sto leggendo in questo periodo. Coincidenza, la prefazione è di Lou Reed.

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