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venerdì 7 settembre 2012

Infinite American Envy

Ieri ho letto il post di un giornalista de La Stampa sulle uscite infelici di Bret Easton Ellis su David Foster Wallace, che definisce il più sopravvalutato scrittore dei nostri tempi, insieme ad altre ingiurie gratuite e confutabilissime.
La prima reazione è stata: ma chi cazzo è Bret Easton Ellis? Mai letto, nemmeno sentito nominare.
Mi informo: autore di American Psycho (insieme ad una serie di altri titoli che ha lasciato poche tracce). Ah, probabilmente ho visto il suo libro da qualche parte (copertina nera) o la locandina del film tratto dal romanzo. Non ne conosco nemmeno la trama.
Cerco: la storia di un giovane yuppie e tutti i cliché del caso che di notte si trasforma in un sadico mostro omicida. Ah, trama originalissima, non ci aveva pensato ancora nessuno a scrivere della Wall Street degli anni '80 o di serial killer spietati e sanguinari.
Non ancora convinta, voglio dare a questo kamikaze (ci vuole dell'incosciente coraggio per schiantarsi contro una montagna) un'ultima possibilità.
Leggo alcuni suoi brani. E questa hanno il coraggio di chiamarla scrittura, o peggio, letteratura?

Conclusioni: oh Bret, stai a rosicà. Sai perfettamente che, manco andando scalzo a Lourdes (e dagli Stati Uniti dovresti affrontare anche un considerevole tratto a nuoto), riuscirai nemmeno lontanamente a toccare le vette di David Foster Wallace. Ma neanche nelle tue future 50000 vite.

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