Il Post mi avverte che oggi è il compleanno di Creep, la famosissima canzone dei Radiohead, con la quale canzone ho un rapporto di amore-odio, come, credo, chiunque conosca e ami davvero il gruppo. A parte il fastidio nella scontata associazione Radiohead-Creep (voglio dire, ne hanno fatte di migliori, parecchie e parecchio più belle), quello che non mi piace della canzone è questa deriva (tardo) adolescenziale dello sfigato che ammette, anche con una certa rabbia e autocompatimento, il suo "presunto" essere creep. Proprio un comportamento che non sopporto, il ripetersi come sono fatto male, sono proprio fatto male (cit.), ma vorrei essere perfetto, dentro e fuori; nel frattempo mi canto 'sta canzone sul mia essenza di perdente e amen.
Così, negli anni, volendo comunque ascoltarla, perché musicalmente è gradevole e si è subito negli anni '90, faccio un gioco molto divertente e semplice che però stravolge il senso della canzone, cioè, cantandola sostituisco I a you (e rispettivi verbi) e viceversa.
tipo:
I wish you were special
I'm so fucking special
But you're a creep
you're a weirdo
[...]
E poi
I do have control
I've got a perfect body
I've got a perfect soul
E via così.
Insomma, per dire che non c'è nulla che ci vieti di essere speciali, perfetti o strambamente meravigliosi. Chi fissa le regole?
Questo è un ottimo esercizio per chi ha bisogno di accrescere l'autostima (io no, avrei bisogno invece di salutari bagni di umiltà). Il mio you è impersonale, non ce l'ho con nessuno in particolare (in un delirio di personalità potrebbe essere il mio stesso io, essendo convinta che l'essere "strani", in un mondo di omologati, non è poi male), ma se volete, provate a indentificarlo con una persona che vi ha fatto soffrire e cantatele "Vorrei che tu fossi speciale, come lo sono io fottutamente". Non le dite nulla di particolarmente ingiurioso, anzi le augurate una bella cosa, eppure vi farà sentire meglio che se la mandasse a farsi stendere. Provate.
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