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venerdì 18 luglio 2014

L'ultima volta che Gaza ha subito una ritorsione pesante da parte di Israele, seconda in intensità solo al massacro di questi giorni, me la ricordo bene. Ero nella seconda casa di Firenze, il giorno prima ero andata a una manifestazione pro Palestina, mi era rimasta impressa una foto di bambini morti e disposti tutti e quattro su una barella di fortuna. Mi incazzavo con un mio amico che mi aveva rimproverata di aver fatto il paragone tra nazisti e sionisti.
Poi, mi è arrivata la telefonata di mia sorella, mia madre era in ospedale. Il resto è noto.
Non è difficile comprendere quali sono le mie sensazioni in questi momenti.

sabato 11 gennaio 2014

lunedì 8 luglio 2013

Sono diverse notti di fila che sogno di essere incinta. L'evento non mi procura alcuna apprensione, lo accetto con molta serenità. Nei sogni non compare mai il padre e la possibilità che non possa accettare la nuova condizione non mi preoccupa affatto. Rimane un elemento del tutto marginale. 
Secondo Freud e Jung, la gestazione nel sogno rappresenta l'evoluzione psichica, una maturità che permette di accogliere una nuova fase dell'esistenza. Evoluzione, cambiamento, rinnovamento, insieme ad un sacrificio di alcuni aspetti legati al passato. Tutto estremamente bello. Spero davvero sia così. 
Comunque, qualcuno mi spieghi il significato di andare a partorire in Palestina/Israele e trovarsi nel bel mezzo di guai diplomatici, che ben presto sfocerebbero in un conflitto a fuoco.

lunedì 19 novembre 2012

Pensiero positivo (si fa per dire)

Almeno non sono un bambino che vive a Gaza.
Solo che questo pensiero non consola, anzi. Certo, se guardi al di fuori del tuo piccolo mondo, i tuoi problemi ti sembreranno idiozie di poco conto e ti sentirai rinfrancato. Se invece di dare un'occhiata fugace osservi, non riuscirai a sottrarti al terrore, alla morte, alla disperazione, all'ingiustizia e ti sentirai coinvolto, dovrai sentirti coinvolto. Dovrai chiederti cosa fare concretamente. Altrimenti, moriremo noi, i nostri figli, i nostri nipoti e i loro eredi e il conflitto in Medio Oriente sarà una costante tutt'altro che rassicurante del mondo, un'enorme pietra tombale a ricordarci di aver fallito come umanità.
Proprio perché esiste una Gaza, dovremmo restare tutti uniti il più possibile, smetterla con le nostre fottute strategie comportamentali ed esistenziali, tenerci legati con il calore di un abbraccio. Perché la gente soffre, perde la propria dignità, la libertà, muore, d'altronde anche noi saremo per troppo tempo morti (cit.).