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mercoledì 26 dicembre 2012

Davanti al portone di casa ho trovato un dollaro americano. L'ho preso, l'ho girato fra le dita accertandomi non fosse finto, mi sono guardata intorno pensando che l'avessero perso da poco e non venendo nessuno l'ho messo in tasca. Lo devo prendere come un segno?, ho chiesto a un mio amico. Ha detto sì. Avevo ipotizzato si trattasse di un invito a trasferirmi negli States, cosa che non mi entusiasma per niente, tuttalpiù andrei in Canada. Lui ha detto che lo devo vedere come il segno che la fortuna gira. Sarà, ma io mi sento defraudata e vittima di una grandissima ingiustizia (più di mio padre che la sua vita l'ha fatta; e di mia sorella che ha tutti i motivi per guardare al futuro). Dicono, se superi la morte di tua madre il resto della vita ti apparirà come uno scherzo. Non ci voglio nemmeno provare. Ho passato tutta la vita a faticare per quello che volevo, mi è sembrato di mettere il doppio dell'energia e dell'impegno in tutto. Anche le cose più semplici mi sono andate di traverso. E come vengo ripagata? Non ho nulla in mano, ogni aspetto della mia vita fa schifo, in più l'unica persona alla quale tornare per ritemprarsi nei momenti bui se n'è andata. Uno dei motivi per cui tentavo e ritentavo e andavo sempre avanti, nonostante le sconfitte e le delusioni, oltre alla caparbietà ereditaria, era che volevo darle un motivo valido per essere orgogliosa di me.
Ora io semplicemente mi arrendo.

lunedì 3 dicembre 2012

Mamma se n'è andata, e io sono rimasta completamente sola. Nessuno più mi amerà incondizionatamente e costantemente come ha fatto lei. Si fanno i conti con i rimpianti, i rimorsi, i "potevo fare di più", le parole non dette, quelle che sarebbe stato meglio tacere. Ero consapevole dei miei errori però perseveravo credendo di avere più tempo per rimediare. Invece, il tempo è finito in un niente e mi terrò per sempre il peso delle mie mancanze, dell'ultima volta che l'ho sentita e dell'ultima volta che l'ho vista. Nessun segno particolare, nessun presagio in quella mattinata di fine ottobre quando mi ha salutata davanti alla stazione. Mai avrei pensato di non rivederla più viva.
Il dolore è talmente totalizzante che mette a tacere ogni altro sentimento. Bisogna mettere da parte sé stessi solo per riuscire a respirare. Continuo ad incazzarmi, a essere delusa da certi comportamenti, poi mi fermo e penso che tutto è privo di senso, che nulla importa davvero. Proprio oggi pensavo che questo è un atteggiamento che ho preso da lei: si infuriava se gli altri non "la seguivano", per lei significava non volerle bene. Poi subito le passava e si dava con maggiore trasporto. Una generosità d'animo disarmante. 

Adesso che non c'è, mi serve tutto.

mercoledì 21 novembre 2012

Che non mi possa capitare più nulla di bello, è chiaro, ma almeno le cose brutte che riguardano la mia famiglia le possiamo dilazionare un po' più nel tempo?

lunedì 19 novembre 2012

Pensiero positivo (si fa per dire)

Almeno non sono un bambino che vive a Gaza.
Solo che questo pensiero non consola, anzi. Certo, se guardi al di fuori del tuo piccolo mondo, i tuoi problemi ti sembreranno idiozie di poco conto e ti sentirai rinfrancato. Se invece di dare un'occhiata fugace osservi, non riuscirai a sottrarti al terrore, alla morte, alla disperazione, all'ingiustizia e ti sentirai coinvolto, dovrai sentirti coinvolto. Dovrai chiederti cosa fare concretamente. Altrimenti, moriremo noi, i nostri figli, i nostri nipoti e i loro eredi e il conflitto in Medio Oriente sarà una costante tutt'altro che rassicurante del mondo, un'enorme pietra tombale a ricordarci di aver fallito come umanità.
Proprio perché esiste una Gaza, dovremmo restare tutti uniti il più possibile, smetterla con le nostre fottute strategie comportamentali ed esistenziali, tenerci legati con il calore di un abbraccio. Perché la gente soffre, perde la propria dignità, la libertà, muore, d'altronde anche noi saremo per troppo tempo morti (cit.).


domenica 18 novembre 2012

L'impero della grazia

Alla Festa dello scambio culturale Giappone - Italia mi hanno regalato un origami, la bustina che lo conteneva è più bella del contenuto stesso. C'è una tale delicatezza a fare le cose, anche le più banali (in fondo si tratta della gru, l'animale di carta più conosciuto al mondo) che ogni volta, potessi, prenderei il primo volo per Tokyo. 

giovedì 15 novembre 2012

Sparirò come senza rimpianti - Appunti

  • Ho visto la mostra Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea. Interessanti anche alcune opere degli altri artisti, tipo quella di Chiharu Shiota e Annegret Soltau. Solo i punti estremi sono interessanti (F.B.)
  • Sono molto contenta delle mie scarpe maschili, danno un tocco chic al guardaroba.
  • Rivaluto i Verdena. Ascolto Wow  in loop da ormai un mesetto e mi prende.

mercoledì 14 novembre 2012

Just killing time

Lungarno alla contr'ora, sole che mi scalda, vento che mi raffredda. Guardare lo scorrere del fiume schiarisce i pensieri. Sedersi sui gradini di Santa Croce a osservare gli altri (una fisarmonica in lontananza ripropone un repertorio internazionale e banale, i giappo-sino-coreani non smettono di fare foto, il suonatore di banjo accorda il suo strumento, alcuni operai ripuliscono la piazza dall'istallazione che c'era prima) fa sentire ancora più persi e soli. Non è che debba "ringraziare" qualcun altro a parte me stessa di questa condizione. L'ho costruita passo a passo nel corso di tutta una vita, con l'orgoglio l'ostinazione dei non scendo a compromessi, dei nemmeno morta, dei non mi frega di quello che pensano gli altri, dei ce la faccio anche da sola non mi serve nessuno. Ora cos'ho? Questa bella maschera di donna incrollabile che basta a se stessa. Che sarebbe anche vero, ma sono stanca. Vorrei che almeno una cosa nella mia vita fosse facile, la voglio la prendo, non come accade sempre: lottare, faticare e alla fine non ottenerla. Potrei aggrapparmi a quell'unico salvagente e il resto verrebbe da sé, come il fluire del fiume, come quando unisci le tessere più esterne di un puzzle.
Invece cos', mangio poco (niente ha gusto) e dormo tanto, potrei farlo per giorni interi. Rido o piango è la stessa cosa.
Poi mi si dà dell'analitica, lucida e tendenzialmente spietata, una dominatrice in un eventuale rapporto sadomaso, del culturalmente interessante, dell'affascinante (detto da una persona che non ha "mire" di alcun genere, in quanto accasato e felice, si spera) e rido. Non è che non mi senta così (dominatrice mai, né dentro né fuori dal letto), ma sono anche altro, sicuramente meno seria e coriacea di quello che si pensa.

lunedì 12 novembre 2012

Un altro albero di natale e mi butto nell'Arno.
Data la tendenza psicotica di prepararsi a questo bellissimo periodo con larghissimo anticipo, non mi resta che scegliere il ponte.

domenica 11 novembre 2012

È destino che ad un certo punto della mia vita debba abitare vicino a un ospizio e vivere insieme a gente che fa parte di "sette". Questa volta mi tocca la Soka Gakkai. Spero non siano messaggi dall'alto: agli anziani preferisco i bambini; mi trovo molto bene con il mio sincretismo personale.

giovedì 8 novembre 2012

Mi è arrivato un pacco pieno di alimenti dalla mia terra e invece di pensare a come smaltire le quantità eccessive di tutto - magari aprendo un piccolo ristorante abusivo, tanto le cene non sono in grado di organizzarle (e poi chi invitare?) - ho aperto la pagina di Trenitalia e ho prenotato il ritorno per le feste. Il freddo è arrivato e ha gelato le emozioni. L'apatia contraddistingue le mie giornate sempre più sonnolente. E i motivi per non essere quasi completamente indifferente a tutto ci sarebbero anche. Tipo, un progetto lavorativo interessante (mi hanno scelta senza nemmeno fare selezione) che mi farebbe fare una full immersion nel giapponese e girare per le cantine del nord, due delle cose che amo di più. Riesco solo a pensare che non ne sarò in grado.
Riesco a pensare solo che qualsiasi cosa faccia o mi capiti si trasformerà prima o poi in un grumo di cenere.

mercoledì 7 novembre 2012

Falls

Una foto di tre anni fa. Ricordo perfettamente cosa provavo in quel momento. Ero triste, eppure persuasa che gli eventi si sarebbero evoluti. Come Chocho-san non avevo la speranza, ma l'ostinato sentire che nulla era finito, che non c'era da mettere una pietra sopra come mi era stato consigliato. Al contrario di Madame Butterfly, avevo ragione. Anche se questo è ancora aperto, ne sono sicura, i cerchi si chiudono sempre e le cause perse diventano meravigliose possibilità. Il Karma è ineluttabile.

giovedì 1 novembre 2012

Black is the color of my true love's hair

Ho rinnovato leggermente il mio guardaroba. Che sia solo un caso o no, ho comprato solo indumenti neri. La scelta del colore è questione umorale, anche. Questo è il periodo del nero, che è un (non)colore mesto, eppure racchiude in sé tutti gli altri. I colori sono presenti nella mia vita, ma mischiati in questo pozzo di catrame, che un po' affascina e un po' ha rotto le palle, ecco. Perché la gioia e la voglia di vivere cozzano spesso con la totale mancanza di fiducia, non nella vita in sé, ma nella mia vita specifica. Come se mi avesse raccontato già il meglio e adesso non rimanesse altro che storielle collaterali di poca importanza.


Tra impegni pseudolavorativi e ritorno lampo in famiglia e organizzazione trasferimento nella nuova casa, ho una stanchezza di secoli.

Ora so che significa l'espressione "non avere occhi che per l**", è quello che mi succede con mio nipote.  Quando siamo insieme non riesco a staccare lo sguardo da lui, è una calamita. Gli altri parlano, chiedono, io rispondo distrattamente, completamente ammaliata dai suoi occhi azzurri, dal suo nasino perfetto, dalla sua bocca a cuoricino. Adesso che interagisce maggiormente, che sa fare più cose è ancora più affascinante.

Avrò una stanza dalle pareti verde pisello. 

Le tre regole della vodka (aver avuto una coinquilina russa è servito a qualcosa):
1) se capisci cosa c'è scritto sull'etichetta (e non sei russo), non è una buona vodka.
2) bere vodka e subito dopo mangiare un cetriolino sottaceto ti permette di avere solo gli effetti positivi dell'ebbrezza (niente obnubilamenti o mal di stomaco).
3) na zdorovʹye (alla salute) non è un brindisi russo: questa, insieme all'immagine del cosacco che butta il bicchiere alle sue spalle dopo aver bevuto, è una leggenda metropolitana. Di solito si usa za vstrechu (all'incontro) o si è soliti fare un discorso anche lungo.

lunedì 22 ottobre 2012

Perché il freddo, quello vero, sa essere qui.

Fra 4 giorni riabbraccerò mio nipote, l'unico elemento di dolcezza, tenerezza e calore. Senza di lui la vita apparirebbe tutta spigoli e asperità. Cerco una casa dove poterlo ospitare (insieme alla madre, almeno), ho l'impressione che questo inverno sarà molto freddo.  
In fondo al mio cuore di sbarbo*
Più mi sento sola più mi isolo. Bisogna fare le cose per bene, o non farle affatto.  Sarebbe così facile non esserlo (sola, intendo). Basterebbe accettare gli inviti e farsi lieve, rispettare le regole della socialità e abbassare il livello delle pretese. Temo che lo sarei comunque (sola, intendo).

 * con il titolo è una frase di Zanardi, personaggio di Andrea Pazienza




sabato 20 ottobre 2012

Non bastano gli scoiattoli che si arrampicano veloci agli alberi - non prima di avermi guardato attentamente e valutato come pericolo di lieve entità, i microscopici uccelli che zampettano in cerca di cibo sul sentiero, il verde brillante degli alberi visti a testa in giù, il profumo di erba bagnata, il fruscìo delle foglie secche, il parco sa offrirmi immagini di poesia ancora più spiazzanti. Come un giovane uomo che insegna a uno più anziano ad andare in bicicletta, e alla fine ci riesce: l'uomo più anziano fa le sue prime pedalate senza perdere l'equilibrio. Una scena che ti riempie gli occhi, l'anima, tutto. Se la poesia può essere anche edificante, questa ci insegna molto banalmente che non è mai troppo tardi.
Così pure mi riempie il semplice gesto di abbottonarmi la camicia ripercorrendo al contrario la strada che hanno fatto le tue dita per sfilarmela. Non c'è il tuo odore, non ci sono segni che mi ricordino di te, ma rimarrà nella mente un gioco a premi nelle tue mani. Morale (eddue): devo fare shopping.

giovedì 18 ottobre 2012

Come ci si sente ad avere la sicurezza di sapere dove si starà fra un mese?
Raccontatemi, perché io non lo so.

mercoledì 17 ottobre 2012

You think you drive me crazy (but you don't)

- Sai, vorrei che il nostro rapporto rimanesse così com'è adesso, tranquillo, senza complicazioni, perché io sto ancora male per la mia ex...
- Prego?
- Non vorrei che ti facessi un'idea sbagliata...
-  Iiiih!  - mimando il gesto di tirare le briglie a un cavallo per farlo fermare - Stai tranquillo tu! Ti ho per caso mandato segnali equivoci? Non mi pare. Cosa ti fa credere che sia interessata a te? La mia curiosità nei tuoi confronti si è già esaurita, da quello che ho potuto vedere, non sei cambiato, e non è un complimento. La tua esperienza si riduce a una fallimentare monogamia,  dovrei essere attratta da te? Da quale punto di vista? Sessuale? Eri una gran noia quando ero cotta, figurati adesso che al massimo mi fai tenerezza.
- Grazie.
- Di niente. Ti fai dei gran film. Tu, l'uomo che prende le decisioni e gli altri che pendono dalle tue labbra. Dlin dlon niente di più sbagliato. 
- Era solo per mettere le cose in chiaro.
- Non ce n'era bisogno. Ti dico cosa c'è da mettere in chiaro. Sei sconfinatamente narcisista e pieno di te, ma non ne hai motivo. Infatti, ti fai prendere dai complessi di inferiorità ogni volta ti senti minacciato dalla mia sicurezza e dal fatto che a volte ne so più di te. Diventi aggressivo-passivo. Ci siamo tutti evoluti, tu sei ancora rimasto a citare i soliti quattro film, le solite canzoni, il bello è che te ne compiaci. 
- Vabbè, offendimi pure.
- Per farti capire che non corri proprio il pericolo di farmi innamorare. Come ti ho detto, c'è già chi occupa quella parte di me.

domenica 14 ottobre 2012

Un sabato particolare (non è tutta colpa mia se non sono normale)

Ieri ho conosciuto dei miei cugini di primo grado (figli di un fratello e di una sorella di mio padre) dei quali fino all'altro giorno ignoravo l'esistenza (cioè, sapevo che c'erano, ma non sapevo nulla delle loro vite) e rincontrato gli zii che non vedevo da quando avevo pochi anni. Praticamente degli sconosciuti anche loro.
In tutto questo c'entra Facebook, almeno come" mezzo di avvicinamento", poi il Caso ha fatto il resto. La storia è la seguente: un po' di tempo fa mi chiede l'amicizia un uomo che ha il mio stesso cognome e parlando è venuto fuori che si trattava di mio cugino e bla bla bla. Lui abita con la famiglia a Milano, io all'epoca ero in Puglia e oltre un blando proposito di incontrarci non siamo andati. 
Il fato ha voluto che si sposasse una nostra cugina, che abita a Prato, quindi questo cugino di Milano venisse in Toscana per il matrimonio. 
Ci siamo? 
Così, il cugino mi chiede di vederci e gli dico sì. Lui dice che ci sarà anche un altro cugino, fratello della sposa, che è frate (io, bestemmiatrice felice, un cugino frate, che ridere!). Ci diamo appuntamento a Fiesole (dico, figo, non ci sono mai stata, colgo due piccioni con una fava). Insomma, arrivo all'appuntamento e vedo arrivare una macchina con un inequivocabile fiocco bianco. Uhm, penso, questa cosa non mi piace. Mi hanno teso una specie di trappola, in buona fede s'intende, e mi hanno portato al matrimonio. A saperlo, mi sarei messa un pochettino più in tiro, fortuna che almeno - caso raro - ero truccata e avevo i capelli leggermente più ordinati. 
Sono partite le varie presentazioni e i resoconti di una vita in cinque minuti. Torta e spumante. La promessa di rivederci, almeno con quelli che sono vicini (quasi quasi vado in ritiro nel monastero in cui vive il frate, che ho visto da lontano, un posto fighissimo in mezzo al nulla, chissà trovare un po' di pace). Inutile dire che anche in quel contesto ero la mosca bianca. Persino fisiognomicamente non c'entravo nulla: porto con un certo orgoglio lo sguardo fiero e cristallino della famiglia B. e i tratti malinconici di quella Z. (rispettivamente del nonno e della nonna materni).
E c'è stato anche il tempo per un imbrocco. Un'esperienza alquanto surreale. 
Perché sabato pomeriggio al centro commerciale o a fare cose normali, proprio non mi riesce. Non per snobismo o per il gusto dell'eccentrico, no, è proprio che mi capitano cose anormali per natura o conformazione mentale o pura coincidenza. Però, quanto mi diverto!

venerdì 12 ottobre 2012

La nera schiena del tempo - Javier Marìas

Passa le notti la donna quasi in veglia pensando a quel che è accaduto nelle tenebre e domandandosi se quella sarà l'ultima volta che è accaduto, esce di mattina con la stanchezza dei suoi pensieri e temendo che al suo ritorno dopo tante ore nel mondo esterno lui sia ancora lì e lui se ne sia andato, teme allo stesso modo le due cose, e non ha neppure provato a dirgli di rimanere o di andarsene, perché ha paura allo stesso modo che le badi, se gli dicesse una cosa come l'altra, l'altra l'una, se osasse. E siccome non sa che fare non fa niente, aspetta soltanto l'autobus sentendo freddo...
[...]
Può darsi che quella donna che vedo dalla finestra in questo far mattina che mi trova sveglio, quella donna non molto giovane che aspetta l'autobus con la sua prematura stanchezza e che oggi si vede sorridere lievemente come se stesse sognando o ancora non avesse potuto dimenticare quello che ha lasciato tra le lenzuola, trasformato ormai in qualcuno al quale si va abituando senza rendersene conto e la parte pericolosa arriva allora, quando si comincia a temere più l'andarsene che il rimanere di quell'oggetto della nostra abitudine o costanza.


I suoi libri mi catturano. Dello stesso consiglio Domani nella battaglia pensa a me.

giovedì 11 ottobre 2012

Come ogni cosa, abbiamo una data di scadenza, a volte ho l'impressione che sarebbe meglio consumarci prima, piuttosto che trascinarci fino alla fine e andare sprecati.

Mi ossessionano le parole. Dette, scritte. Premono sulle labbra e sulle dita per uscire. Rimbalzano in testa sottoforma di immagini, fino a quando non le traduco in lettere.
Leggo, e anche quelle mi assalgono. Le capisco solo per un momento, poi ritornano ad essere segni neri su un bianco indecifrabile. 
Riempo pagine e pagine di farneticazioni e citazioni. Mi sembra che la mia vita sia stata già scritta, la ritrovo in frammenti di libri. 
Mi porto le persone che conosco incollate addosso. Sento sempre il loro odore, non mi sfugge nulla, non le dimentico mai. Vanno via, ma lasciano il loro peso. Anche le ombre hanno sostanza.
Alcune tornano altre non sono mai arrivate.

mercoledì 10 ottobre 2012

La rivoluzione d'ottobre. Seconda parte

La popolazione italiana (e femminile) della casa si è innamorata del nonno russo. Che uomo, che tempra! Ieri mattina pioveva davvero forte e lui, con una maglietta a maniche corte e senza ombrello, è uscito a fare una passeggiata. Tornato bagnatissimo, ma per niente infreddolito (d'altronde, hanno la Siberia a portata di mano) o scalfito da condizioni atmosferiche non buone. La cosa fantastica è che vuole andare al mare a nuotare. Vi rendete conto? Questi sono i veri uomini! Forgiati negli altiforni dell'URSS, con la fame, il freddo e gli stenti. La pioggia gli fa il solletico, il mare a meno di 10 gradi lo accarezza. Non ne fanno più di uomini così indistruttibili, purtroppo. Nemmeno di donne, chiaro.

lunedì 8 ottobre 2012

La rivoluzione di ottobre

Sono arrivati i familiari (mamma e nonno) della coinquilina russa, evento per metà interessante, per metà preoccupante. Intanto, stanotte ho sognato il nonno uguale (o almeno molto simile) a quello che è in realtà. E non è nemmeno il tipico russo, a parte gli occhi glaciali, per la miseria, ipnotici. Premonizioni a cazzo.

domenica 7 ottobre 2012

Grazie Marino, sono stata benissimo

Ieri si poteva visitare il Museo Marino Marini gratuitamente. Avevo sentito parlare dello scultore di sfuggita, mentre ero a Milano e vicino (non ricordo bene dove) venivano esposte le sue opere in una mostra. Avevo guardato qualcosa su internet, mi interessava, ma non ci andai. Fino a due giorni fa non sapevo nemmeno che ci fosse il museo. D'altronde, è un po' nascosto. Si trova in una piazza minuscola (San Pancrazio) su via della Spada, all'interno di una ex chiesa con il migliore (da quello che ho visto fino ad adesso) allestimento museale italiano. Ci sono una serie di sale poste su vari livelli e scale e passerelle che permettono di guardare le opere da varie angolazioni (bellissima la visione dall'alto), altri spazi espositivi quasi nascosti che bisogna andare a cercare, opere che spuntano in luoghi impensabili, spazi labirintici. E poi le opere: 3 soggetti ripetuti continuamente che invece di annoiarti rinnovano ogni volta l'emozione travolgente. Se non fosse proibito le avrei toccate e abbracciate per quanto erano belle. Bronzo, terracotta, gesso, superfici non levigate eppure recanti il segno (veritiero?) dello scorrere del tempo. Ci tornerò, quell'ambiente mi fa stare troppo bene. 
Mi ci voleva proprio un po' di semicontemporaneità, che questo cazzo di Rinascimento, sì vabbè, ma poi basta. Dopo sono andata alla Fiera della ceramica, vedendo delle cose che starebbero bene nello spazio tutto mio che mai avrò e mi sono intristita nuovamente. PS: apprezzavo la ceramica raku quando ancora non era di moda. La lungimiranza della nipponista.

venerdì 5 ottobre 2012

There was nothing to fear and nothing to doubt

Mi manca sognare il mare, restare immersa e non sentire la necessità di respirare, esplorare le sue profondità inverosimilmente illuminate e nitide, guardare gli esseri che mi nuotano accanto e non avere alcuna paura. Io nell'acqua, mi confondo con essa e sono naturalmente e infantilmente felice. Non è un caso che non abbia più queste esperienze oniriche. Il mare nel sogno è il simbolo dell'inconscio: entrare in esso significa comunicare in maniera totale con la parte più profonda e nascosta di noi, conoscerci e rigenerarci. Mi sono persa e non riesco più a trovarmi. Comunicazione interrotta. 
Ora faccio sogni iper-realistici, banali. Pare che sia un bene, non ho modo di sfuggire pericolosamente alla realtà. 
Ai più sembra che il mio attuale stato derivi da situazioni esterne poco felici. In realtà, queste sono sintomi non cause. Se non hai quello che vorresti, o non lo vuoi sul serio, o non sei pronto ad averlo. Non so nemmeno più che voglio. Solo una vita gioiosa, che ora non ho. Ogni cosa, anche la più bella, alla fine,  mi fa soffrire (This is a love song e le mani che fino a poco prima erano sulla mia pelle si allontanano. Sì, lo so. Non c'è bisogno di sottolinearlo). Tutto mi ferisce. 
Dovrei mettere un punto a tutto quello che è stato. Azzerare completamente la mia vita, mettere fine a ciò che c'è oggi, allontanarmi definitivamente da ogni tipo di rapporto che non sia di sangue (solo la mia famiglia stretta). I rapporti interpersonali derivano da come ti relazioni al mondo, non puoi incolpare nessuno oltre te stesso se non sono soddisfacenti. 
Ricrearmi totalmente. Distruggere per costruire, morire per rinascere.

Sulla terrazza di quella che non è la mia casa sbocciano fiori che durano una sola giornata. Perfetto.

martedì 2 ottobre 2012

Nella morsa biforcuta di quelli che ma sei dimagrita? e quelli che ma sei ingrassata? (in alcuni casi specificando le zone di adipo in più), attanagliata da quei cinque minuti di insicurezza che una donna di polso si concede, ogni quanto?, ogni due mesi, mi sono pesata per capire quale trasformazione fosse in atto nel mio corpo. Risultato: hanno lievemente ragione i primi. Due chiletti. Aggiungo, e ci credo! Da un mese a questa parte ho tolto dalla mia nutrizione dolci (a parte la colazione) e schifezze varie (patatine & co.), alcolici. Uniche eccezioni: due volte un gelato preso al posto del pranzo, e due/tre bicchieri di vino a una cena in compagnia. Non mi privo (in realtà non si tratta nemmeno d una vera e propria privazione visto che non mi mancano affatto) di queste cibaglie per uno scopo estetico, quanto per una sorta di purificazione fisicospirituale, nell'ottica, forse un po' delirante, più ampia di riuscire a stare bene (non accontentarsi o vivere discretamente, ma stare meglio) con meno. Togliere piuttosto che aggiungere. Come sa fare un bravo scrittore: cancellare frasi, paragrafi o intere pagine per rendere più fluido il proprio racconto.

lunedì 1 ottobre 2012

Lettera d'amore

Firenze, ti prego, non rigettarmi anche tu. Non può essere un caso se sei l'unica città in cui il mio senso dell'orientamento non ha falle; se per ben due volte ho beneficiato del tuo sistema sanitario (nemmeno a Napoli). Vuol dire che ti conosco e ti amo e ti penso come casa, anche quando ti offri troppo indulgente ai turisti, anche quando ti lasci violentare dalla sporcizia o incatenare dallo snobismo dei tuoi abitanti.
Sono stanca del girovagare frenetico, soprattutto non sopporto più i ritorni.Voglio fermarmi tra le tue braccia, che il tuo ventre diventi culla per me. Lascia che ti offra quello che ho e che sono. 
Non mandarmi via.

mercoledì 26 settembre 2012

Chi trova un ritardo trova un tesoro

Era da un po' che guardavo con una certa perplessità dei biglietti del treno usati che stazionavano placidamente nel mio portafoglio. Erano stati messi lì perché testimoni di ben due ritardi infernali (A/R dello stesso viaggio) ad opera di Trenitalia. Oggi pomeriggio, colta dall'entusiasmo dell'ora o mai più, mi sono recata in stazione, ho fatto una fila lunghissima ed estenuante che ha tramutato quei biglietti in bonus del valore complessivo di 29,13 euro. Sono grandi soddisfazioni.

martedì 25 settembre 2012

I Radiohead secondo me (una due giorni di tutto rispetto)

1. Roma
Il momento ti sorprende e realizzi che non ti manca niente. Everything in its right place. Sarebbe solo musica se non ci fosse la mia vita dietro, gran parte di essa. Sicuramente un passato, a volte interiormente pesante e squilibrato. E poi un presente fatto di mani a intrecciare altre mani, a lambire pelle; di schiena contro petto; di abbracci a rafforzare l'intensità di certi brividi, di certe emozioni che solo quella musica dà.
Il punto più alto: la triade Nude, Exit music (for a film), Paranoid Android, ma anche tutto il resto.

2. Firenze
Cornice meravigliosa. Attraversare le Cascine al tramonto con un bel cielo e l'umidità che fa salire il profumo della vegetazione è già un'esperienza di per sé. Aggiungi una scaletta rimaneggiata meticolosamente, una buona visuale sul palco ed effetti visivi annessi e non c'è modo di ritenersi insoddisfatti.

Nota a margine: Firenze batte Roma 10 a 0 sull'organizzazione. Controlli più tranquilli all'ingresso, vedere gente che nonostante la fatica ti sorride è sempre piacevole; nessuno che ti chiede assurdamente di levare il tappo all'acqua (cosa cazzo vuoi che faccia con un tappo di plastica? Riesco a fabbricare una bomba artigianale?); il servizio navetta funzionante alla fine del concerto. Ho solo paura della devastazione subita dal parco (tipo piaga delle cavalette, o quasi).

venerdì 21 settembre 2012

Un meccanismo di autodifesa contro la tetraggine di certi discorsi (dei quali tra l'altro ti frega il giusto e l'onesto), continuando comunque a fare sìsì con la testa e dispensare qua e là perle di amore universale (versione for dummies), è pensare a che week-end di dolce disfacimento comincerà tra poche ore.

giovedì 20 settembre 2012

Sui miei fianchi

In questi ultimi giorni ho avuto modo di confrontare la me  di cinque anni fa con la  me attuale. Non è un'operazione voluta e forse nemmeno necessaria, ma quando ti capita di rincontrare persone che appartengono al tuo passato in situazioni e luoghi diversi da quelli che furono - avendo acquisito una piena consapevolezza di te stessa e ammonticchiato vita sui tuoi fianchi - è quasi automatica. Chi ti ha fatto soffrire e piangere un oceano di lacrime (quello a cui molto gandhianamente hai detto "preferirei fossi morto"), ora ti sta accanto senza scatenare alcuna tensione. Lo guardi con tenerezza nel suo momento difficile. In definitiva pensi che non era lui ad essere stronzo (be', un po' lo è stato), eri tu troppo fragile.

sabato 15 settembre 2012

Oh Cosmo, tu si che sei un burlone. Da ore non riesco a smettere di ridere.
La vita è fantasticamente strana: le coincidenze, i ritorni, i cambiamenti, le situazioni che avresti voluto tanto tempo fa che si presentano quando non te l'aspetti e soprattutto quando hai smesso di cercarle.

venerdì 14 settembre 2012

Rito quotidiano

Mr. Wiggles è un orsetto di peluche immensamente cinico, profondamente pervertito, visceralmente cattivo, indifferente, egoista, scorretto. Insomma, adorabile.

giovedì 13 settembre 2012

No, vabbè. Una russa che a settembre a Firenze esce con il piumino è inconcepibile. Allora io dovrei mettermi la pelliccia? Ci sono dei godibilissimi 18°C che un cardigan riesce facilmente a riscadare.

mercoledì 12 settembre 2012

Mi sono proprio divertita ieri ad ascoltare Guccini e Staino. Simpatici vecchietti (ci fossero giovani con lo stesso spirito).
In generale, mi diverte fare il giro fra gli stand della Festa Democratica, perché essendo meridonale (e proveniente da un posto in cui non ci sono mai stati molti comunisti) non ho mai visto una Festa dell'Unità. Mi ricorda molto le celebrazioni per un santo patrono (uno qualsiasi), senza luminarie né processione, con dibattiti e un sottofondo politico. 
Gli altri elementi ci sono tutti: cibo, bancarelle con ciarpame vario, giostre, tirassegno dove si vincono peluche etc.

PS: mi rivolgo ai fiorentini, che vuol dire "fare qualcosa a babbo morto". Quest'espressione mi fa ridere e mi inquieta allo stesso tempo.

martedì 11 settembre 2012

Io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare.

Sto leggendo un bel libro di Joyce Carol Oates in cui ad un certo punto il (co)protagonista pensa che più conosce la moglie e meno la capisce. Per me vale più o meno il contrario con le persone in generale, più le capisco più faccio danni. L'empatia non preserva da certe cadute rovinose. Il fatto è che adotto per gli altri lo stesso metro di valutazione che ho con me stessa: se con me posso essere anche feroce e ostinata - sono ormai temprata a questi autoassalti - con gli altri dovrei essere più cauta e diplomatica. Ho questa percezione sfasata: quando tengo a qualcuno, il confine tra me e l'altro diventa sottile e da qui nascono i guai.

Stasera vado a sentire Guccini alla Festa Democratica. Non canta, purtroppo. Però anche quando parla mi piace, è simpatico. Mi sono trovata ad ascoltare anche Renzi, venerdì se non sbaglio, e ha confermato di essere arrogante oltre misura, in pratica un nazista. C'era comunque il divertimento di sentire i commenti dei fiorentini.

lunedì 10 settembre 2012

La mia amica e coinquilina dei tempi dell'università è incinta, mentre io faccio ancora cose da ragazzina. Non che voglia un figlio, ma sento che sono rimasta molto indietro con la mia vita, soprattutto sentimentalmente. Mi lascio trascinare dagli altrui capricci, ci rimango male se gli altri non assecondano i miei. Essenzialmente, cerco delle cose e ne ottengo delle altre, che non mi soddisfano.

You're probably right, seen from your side, that I've been lucky
but I've been meaning to crack all week.
Yes I've been involved, it never resolved into anything shocking.
Pains playing yoyo in my body as we speak.

venerdì 7 settembre 2012

Infinite American Envy

Ieri ho letto il post di un giornalista de La Stampa sulle uscite infelici di Bret Easton Ellis su David Foster Wallace, che definisce il più sopravvalutato scrittore dei nostri tempi, insieme ad altre ingiurie gratuite e confutabilissime.
La prima reazione è stata: ma chi cazzo è Bret Easton Ellis? Mai letto, nemmeno sentito nominare.
Mi informo: autore di American Psycho (insieme ad una serie di altri titoli che ha lasciato poche tracce). Ah, probabilmente ho visto il suo libro da qualche parte (copertina nera) o la locandina del film tratto dal romanzo. Non ne conosco nemmeno la trama.
Cerco: la storia di un giovane yuppie e tutti i cliché del caso che di notte si trasforma in un sadico mostro omicida. Ah, trama originalissima, non ci aveva pensato ancora nessuno a scrivere della Wall Street degli anni '80 o di serial killer spietati e sanguinari.
Non ancora convinta, voglio dare a questo kamikaze (ci vuole dell'incosciente coraggio per schiantarsi contro una montagna) un'ultima possibilità.
Leggo alcuni suoi brani. E questa hanno il coraggio di chiamarla scrittura, o peggio, letteratura?

Conclusioni: oh Bret, stai a rosicà. Sai perfettamente che, manco andando scalzo a Lourdes (e dagli Stati Uniti dovresti affrontare anche un considerevole tratto a nuoto), riuscirai nemmeno lontanamente a toccare le vette di David Foster Wallace. Ma neanche nelle tue future 50000 vite.

mercoledì 5 settembre 2012

XX

Una telefonata: Sono in città, ci vediamo?
E io che avrei voluto avere la prontezza di spirito di rifiutare, mi ritrovo a dire sì e a prendere accordi per il dopocena.
Il posto è in centro. Ti vedo arrivare un po' accalorata e sbattuta, nonostante il trucco impeccabile. Vorrei esordire con un secco Sei ingrassata, ma ometto e dico Come al solito sei bellissima. Glaciale ti bacio sulla guancia. Tu dici poco e quel poco l'ho già scordato. Poi ci sediamo e rompi gli indugi Mi sono fidanzata.
Lo sospettavo.
No, è stato dopo che noi...
Non ti lascio finire: Maschio o femmina?, chiedo stronza. Uomo, rispondi con un tono che lascia intendere che per te è una risposta scontata.
Certo, è una storia seria, dico sarcastica.
Ti divincoli abile: Tu?
Io niente. Nessun principe azzurro.
Le vecchie frequentazioni?, il tuo tono si fa pungente.
Stanno tutti bene, grazie per l'interessamento. Gelida.
Credevo avremmo potuto parlare tranquillamente...Ti alzi.
Ti trattengo prendendoti la mano: Basta parlare.
Tu già sai.

Nota a margine: è online il nuovo godibile album di The xx.

 

lunedì 3 settembre 2012

Internazionalismi

La nuova coinquilina è russa e vegetariana (un punto a suo favore), ciò vuol dire che il 66% della popolazione dell'appartamento non mangia animali. In realtà la restante parte pur essendo fiorentina doc non ne fa uso eccessivo. La si sarebbe perdonata comunque per la sua simpatia e per la dolcezza di certi bigliettini (secondo i nostri canoni di dolcezza, essendo entrambe non molto avezze alle smancerie). 
Si diceva, la coinquilina russa. Ha con sé numerosi dispositivi tecnologici per essere sempre in contatto con il mondo, che però intasano la connessione. Così, nel mentre di una conversazione via Skype col mio nuovo amichetto di scambio linguistico, quando, affrontata la, per me noiosa, parte di italiano basico, stavamo finalmente avendo una conversazione in giapponese, tra l'altro anche abbastanza interessante, puff si è sconnesso tutto. Al ritorno online Sato-san non c'era più. Bah.

Migrazioni

Settembre è un buon mese per i cambiamenti. Succede che nella vita reale sono abbastanza nomade, non ho molta difficoltà a cambiare città e vita, mentre in quella virtuale sono stanziale e faccio fatica a cambiare persino il template del blog. Per una sorta di compensazione, forse.  Non mi piace presentarmi, non so definirmi. Non sono nemmeno sicura di doverlo fare, probabilmente non avrò altri lettori oltre ai soliti cari. In ogni caso, se qualcuno volesse conoscere quella che sono stata può farlo qui.