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giovedì 14 novembre 2013

Molto lontano da qui, ti incontrerò, mi incontrerò

Notti fa ho sognato di sposarmi. Era stato organizzato tutto in fretta per una ragione non specificata, che riguardava il mio futuro sposo. Era lui che andava di fretta, diceva "Non posso più aspettare". Io ero felicissima di sposarmi, di questa sua urgenza, della cerimonia intima e del banchetto improvvisato. Lui, poi, era molto bello: alto, coi tratti gentili, sembrava più giovane di me, e sembrava molto ricco (la mamma, mia suocera, storceva il naso, ma lui se ne fregava; voleva me e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea). Ero così innamorata ed entusiasta, nonostante  non ci fosse nessuno dei miei parenti e amici.
È stato un sogno talmente dolce e coinvolgente che quando mi sono svegliata la sua influenza positiva mi ha indotto a riaddormentarmi con la volontà di continuare il sogno. E così è stato. Una variante "leggera" di un lucid dream. Ero cosciente di star sognando e quindi riuscivo, per brevi istanti, a manovrare il sogno a mio piacimento. Facevamo progetti con la gioia e l'eccitazione che hanno i bambini nel loro gioco facciamo che io ero... 
Non so che significato abbia il sogno, né sono interessata ad interpellare le interpretazioni approsimative su internet, non ha importanza capire perché. Un po' lo immagino. Lasciando stare l'orologio biologico e tutte quelle boiate indotte dalla società (qui si aprirebbe un capitolo nuovo sul romanticismo e la famiglia e il matrimonio, ma non ora), a differenza di qualche anno fa, quando l'idea di felicità era qualcosa di astratto, impalpabile, poco tangibile (ancor meno l'idea di un noi due), in questo periodo, nei momenti in cui ho bisogno di visualizzare un'immagine di gioia e serenità, questa è la situazione che creo: giorno di riposo, fuori il tempo non è dei migliori, la casa è piccola, ma accogliente alla mia maniera; preparo la colazione al mio lui -che non è né il Quarto di manzo, né lo Gnomo, né la new entry Pollicino!*- e insieme programmiamo senza stress la giornata (è significativo che tra gli impegni ci sia un pranzo o una cena con gli amici). In questo breve filmino mentale ci sono degli elementi fondamentali: dare e condividere nella quotidianità. Per molti l'immagine appena accennata potrà sembrare quantomeno banale. Per me non lo è, per il semplice fatto di non essermici mai trovata. Ho sempre vissuto i rapporti di coppia come qualcosa di straordinario, nel senso di fuori dall'ordinario, un po' per la forma che hanno sempre avuto le mie relazioni, un po' perché non ho mai ritenuto necessaria la mescolanza fra i vari campi della mia esistenza (avendo la mania dell'ordine e la vita di per sé abbastanza irregolare, introdurre un altro elemento di caos, credevo, sarebbe stato controproducente). Insomma, tra i miei pensieri c'è anche il mio ipotetico + 1. Sì, come gli accrediti ai concerti. Trovo aberrante il concetto di coppia come unità e i suoi componenti come semplici metà; rifiuto le qualifiche di dolce metà, metà della mela, l'altra metà del cielo e simili.
So che ho ancora da lavorare su me stessa affinché il sogno e la visione trovino una rispondenza anche nella realtà. Sono convinta che abbiamo solo ciò che siamo pronti ad accogliere. Non basta volere intensamente qualcosa, bisogna anche fargli spazio nei propri pensieri, nella propria vita, nelle proprie profondità, liberandosi prima di tutto dalle paure e dai conflitti interiori, trovare un equilibrio che duri più di due giorni (il massimo a cui posso arrivare adesso).

* Pollicino-con-il-punto-esclamativo: il nome deriva dall'abitudine del giovine a mettere il pollice a molti miei post su FB. Nemmeno un commento, qualcosa di più personale. Come se si aggirasse silenzioso e ogni tanto (spesso) mi rivolgesse un sorriso, ma senza parlarmi. Poi quando lo interpello, giù punti esclamativi come se ci fosse una svendita. Troppo entusiasmo. Va bene che ti lasci contaminare dai bambini che sono esaltati di natura, ma, perdio, sei comunque un adulto!

5 commenti:

  1. Il sogno è carino soprattutto perché ti ha fatto stare bene (bello giovane e ricco e gentile: ci credo che stavi bene :-) ...).
    Avrei un'obiezione ad una delle tue riflessioni. Non sono convinta che abbiamo solo ciò che siamo pronti ad accogliere. Capita di non poter avere ciò che saremmo pronti ad accogliere e capita anche di accogliere ciò che non pensavamo di essere pronti ad accogliere. O che ci piaccia qualcosa o qualcuno in cui ci imbattiamo che, se avessimo dovuto sceglierlo, non l'avremmo scelto mai. Insomma, penso che possiamo scegliere soltanto in parte, che la vita talvolta ha più fantasia o che cmq riesce a scompigliare le carte senza chiedere il permesso. Talvolta è un bene. Talvolta è sofferenza. Cmq è vita.
    (Chissà se ho capito ciò che volevi dire... Probailmente no, ma oggi mi sento un po' così. Pontifico. Si sa è l'età).

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    1. Certo, hai capito perfettamente, ma dico che anche le cose inaspettate (tranne quelle che non possiamo controllare) sono tali solo a livello conscio, mentre interiormente costruiamo un mondo che poi si riflette nella nostra vita e in quello che ci capita.

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    2. vorrei aggiungere che in realtà la famiglia dello sposo era ricca. noi eravamo abbastanza squattrinati. ma felicissimi. :D

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  2. Sì è vero. Ma le cose inaspettate sono davvero tanti...

    Giovani, belli e squattrinati... Romantico!

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