https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/02/06/liberetutte-la-fica-non-puo-stare-in-galera/
Quello che puoi fare con la mia fica. Puoi toccarla, schiaffeggiarla,
strofinarla, picchiettarla, penetrarla, morderla, succhiarla, leccarla.
Volendo puoi anche parlarci, puoi soffiarci su e puoi guardarla con la
lente di ingrandimento o senza. Puoi esplorarla, massaggiarla,
palpeggiarla, scovarla. Puoi sottolinearne i contorni, disegnarla,
ammirarla, annusarla e rivestirla. Puoi dedicarle un sacco di
attenzioni, lasciarla al freddo indifferente, puoi servirtene per
ottenere un piacere consensuale o puoi studiarla, in modo approfondito,
per calibrarne le potenzialità. Puoi regalarle una coscia, un braccio,
un dito, anche due, un dildo, un frutto, un ortaggio, un pene o un’altra
fica. Puoi inventarti modi diversi per osservarla, diversi punti di
vista, diversi modi di abbracciarla. Puoi invitarla a conoscerti un po’
meglio. Puoi apparecchiarla con nutella, fragole, gelato, panna, cibi
deliziosi. Puoi rinfrescarla, bagnarla, puoi anche spalmarla di crema e
unguenti. Puoi rivisitarla in una scultura che la ritrae. Puoi sognarla e
raderla. Puoi pulirla, sparecchiarla, infangarla, allargarla, in una
lotta di piacere, sporca, eccitante, passionale. Puoi coprirla,
richiederla, concederla, celebrarla, elogiarla, dimenticarla. Puoi
invidiarla, nasconderla, mimarla, custodirla, attraversarla. Puoi fare
tutto quello che vuoi, purché io sia d’accordo. Puoi fare tutto fuorché
violarla. Tutto fuorché modificarla, cambiarla, mutilarla. Perché mio il
piacere, il desiderio, mia la scelta. Perché non sei tu a controllare
la mia sessualità. Non sei tu a decidere quanti orgasmi avrò, se ne
avrò, in tutta la mia vita. Perché è mia, mi appartiene, mio il corpo,
mia la mente che lo usa per godere.
Non
riesco a immaginare quel che deve essere la sessualità delle donne la
cui clitoride viene amputata. Non riesco a immaginare quanto deve essere
il dolore di chi vede ricucita quella soglia, considerata peccaminosa,
troppo indipendente per restare in balia di chi la possiede e può farne
quel che vuole. Non riesco a pensare a bambine che non possono scoprire
per la prima volta il piacere con la masturbazione. Né posso pensare al
piacere negato alle donne mutilate affinché altri esercitino su di loro
un potere. Non riesco a pensare ai corpi usati come oggetti, incastrati
dietro cinture di castità definitive. Non posso pensare alla privazione,
al calore, all’umore, di donne che vengono descritte come sbagliate fin
dalla nascita. Sono quelle alle quali si dice che l’unico modo per
proteggerle è tappargliela, la fica, tagliarla, segregarla, rubarla,
perché non è l’uomo che deve rispondere della responsabilità delle sue
azioni. Sono le donne che se hanno una fica se la sono cercata. Odio
ogni ragionamento colonialista sulla mutilazione genitale, perché tale
è, delle donne. Odio quelle, fasciste, che ne parlano per immaginare che
da noi le cose vanno meglio. Odio quelle che lo fanno per esportare una
civiltà che non ci è data. Odio chi usa questo argomento per veicolare
islamofobia. Odio chi se ne interessa per realizzare una discriminazione
tra culture o per eleggere l’uomo o la donna bianca e occidentale come
salvatori e salvatrici delle povere donne afflitte. Non mi sogno di
interferire, invocare guerre, esultare per divieti e censure, perché se
poni un veto rimane un sommerso fatto di donne e uomini che praticano
questa usanza che mortifica le figlie, le bambine, le ragazze. Non ho
intenzione di apostrofare il dottore o la dottora che condivide quelle
usanze e le praticano anche dalle nostre parti. Ma nessuno può impedirmi
di dire che è un orrore, come altrettanto orribile sarebbe la
mutilazione, con impedimento del piacere, sul pene. E’ un orrore ed è
una imposizione autoritaria, un po’ come altre forme di costrizioni cui
vengono sottoposti i bambini e le bambine quando non sono ancora in
grado di scegliere. Perché nessuno dovrebbe scegliere per loro. Perché
ricordo che quando nacque mia figlia non riuscivo neppure a tollerare
l’idea che qualcuno le facesse i buchi alle orecchie per targarla come
“femmina”. In quanto ai bambini, io non conosco gli effetti della
circoncisione. Non so se impedisce o meno il piacere di un uomo. Ma
posso mettermi nei panni di una donna la cui fica viene praticamente
messa in gabbia, rinchiusa, sfinita, costretta, in galera. E se una fica
è in galera non si può non chiedere di liberarla.
#LibereTutte (le fiche del mondo)
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