- Alcuni amici mi dicono che sono maschia.
- Chi?
- Diversi... Solo perché sono una donna libera e senza inibizioni di sorta. Sta di fatto che anch'io mi sento abbastanza androgina.
- No, nella mianiera più assoluta. Sei molto femminile, ed è una cosa che diventa sempre più evidente ogni volta che ci vediamo. Non eri così quando ci siamo conosciute.
- Boooh.
- Non farmi parlare, altrimenti dici che racconto balle.
- No, ora me lo dici!
- Non so se te ne sei accorta, ma quando camminiamo i maschietti ti guardano.
- Se, vabbé!
- Vedi che non ci credi? Ma credimi, si girano a guardarti!
- Booooh.
Di quello che mi dice la mia amica, sempre che sia così, non me ne accorgo. Eppure, ultimamente, non sono nemmeno troppo fra le nuvole, mentre mi piace assaporare l'aria, guardarmi intorno, riconosco perfino "gli amici del mattino", cioè quelle persone che la mattina fanno il percorso inverso al mio e quindi le incontro quasi puntualmente. A questo proposito, vorrei anche dire di aver instaurato una relazione platonica non so ancora se amorosa o amicale con un metallaro che incrocio tutte le mattine lavorative. Mi fa molto ridere, perché ci cerchiamo con lo sguardo, ma a una distanza troppo ravvicinata lo distogliamo, facendo gli indifferenti.
L'unica cosa che ho notato tempo fa, è che alle volte sono le ragazze a guardarmi particolarmente, tanto che una volta mi fermai a specchiarmi in una vetrina pensando che avessi tipo una caccola che sporgeva dal naso o il trucco fatto male. Non avevo niente che non andava, ero solo incredibilmente bella. Ahah.
Non lo so se mi va di essere così osservata, l'invisibilità è la chiave per la libertà. Passare inosservata mi consente di fare delle cose che se mi sentissi osservata non farei o farei in maniera più "pensata", tipo la mia nuova abitudine di ballicchiare e canticchiare mentre aspetto la metro. Amo le grandi città proprio perché sei uno in mezzo a tanti e nessuno bada a quello che fai (anche se muori, sic).
Quindi, ragazz*, non guardatemi o non limitatevi a quello, cominciate a ballicchiare con me sulla banchina di Cadorna.
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