Durante la trasferta lombarda c'è stato un po' di tutto: un colloquio, tre giorni tre persone che mi piacciono incontrate (quattro, considerata una new entry), svariate se mettiamo in conto tutto.
Un evento, apparentemente ininfluente, rimarrà per sempre nel mio ricordo, non solo perché continuerò a riderci per sempre.
Antefatto: sono stata ospitata da parenti che tutto il giorno sono fuori.
La mattina dell'ultimo giorno in cui sono stata da loro mi preparo di tutto punto per un tête-à-tête sentimental-sensuale: vestito carino, tacchi, trucco e parrucco da Bella Figheira (ricorderanno tutti il personaggio de "I Promessi Sposi" del Trio, che per me e un gruppo ristretto di persone è diventato sinonimo di donna che cura molto l'aspetto esteriore per far colpo sull'altro sesso tendendo alla perfezione, un po' civettuola, etc. etc.), esco con la valigia (perché non sarei più tornata a lì), chiudo la porta a chiave, metto le chiavi in un luogo inaccessibile dall'esterno a meno di non essere attrezzati con un piede di porco (come mi era stato indicato dai padroni di casa), faccio per aprire il cancelletto e scopro che non l'ho aperto o si è richiuso nel frattempo. Panico. Non sarebbe tornato nessuno prima di tre ore, pioveva, avevo un treno da prendere e non potevo chiamare nessuno per venire a salvarmi. In un lampo ho capito che per non rimanere intrappolata avrei dovuto scavalcare. E così ho fatto, da Cenerentola che si prepara per il ballo, di colpo mi sono trasformata nella peggiore degli hooligans. Bidone dei rifiuti di giardino ribaltato, ombrello "appeso" alla siepe, valigia lasciata scivolare fuori, un piede sulla serratura, a cavalcioni sul cancello e un balzo verso al libertà. Alla faccia dell'età che avanza. Avrei potuto sporcarmi, strapparmi qualcosa, comprese parti di corpo, ma mi è andata bene. Sei una ragazza di strada, ha detto il mio amico al quale non ho potuto non raccontarlo subito, mentre in metro ero ancora piegata in due dal ridere. In effetti, propedeutica è stata l'infanzia passata metà a giocare con le bambole e metà ad arrampicarmi sugli alberi quando mi portavano in campagna (un bambino che non si arrampica sugli alberi è un bambino che non vive pienamente la libertà dei suoi anni).
Per dire, puoi addomesticarti quanto vuoi, ma se sei selvaggio prima o poi compierai un atto che te lo ricorderà, che riequilibrerà la tua essenza. Infatti, dopo l'episodio mi sono sentita io, anche se poi ho avuto il pudore di non narrare le mie gesta al diretto interessato.
Alla faccia dell'età che avanza?!?!!!
RispondiEliminaEsco e vado alla ricerca di un ponte. L'Arno è in piena.
si fa dell'ironia. anche se trentatré anni sono sempre trentatré anni, cioè non sarebbe più tempo di ragazzate, ma tant'è. :D
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