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lunedì 28 ottobre 2013

Hey Honey!

Il giorno in cui è morto Lou Reed, mi hai chiamata e mi hai dato la notizia; lo sapevo, a sorprendermi è stata la tua voce che non sentivo da un anno, o un po' di più.
Lou Reed è morto e noi non dovremmo non sentirci, hai esordito. E ho subito colto i tuoi pensieri e quella strana associazione. La sua musica ha accompagnato la nostra walk on the wild side (il lato anglofono della nostra colonna sonora), era come se ci guidasse nella scoperta di quel mondo inesplorato. Mi avresti vista arrossire mentre ci pensavo.
Mi hai detto che mi avresti chiamata lo stesso, più in là, per chiedere il permesso di esporre una foto, che mi ritrae, in una personale in una galleria a omissis. Ti ho detto che va bene e mi hai subito mandato una copia. Ricordo quando dove e perché l'hai scattata. Com'era dolce e indomito il tempo!
Mi hai chiesto del tuo rivale. Risate. Quando ti ho detto com'era andata a finire ti è uscito un what a jerk spontaneo e ho riso solo io.
Non dovresti essere sola, non tu. 
Va come deve andare, ho risposto.  E poi ti ho letto la prefazione della raccolta di racconti di Delmore Schwartz che sto leggendo in questo periodo. Coincidenza, la prefazione è di Lou Reed.

martedì 22 ottobre 2013

Bah, io avrei anche vinto una borsa di studio. Avrei? Ho vinto una borsa di studio, grazie alla mia lungimirante e generosa regione (sì, sono violini questi, potete dire lo stesso della vostra?).
I soldi serviranno per frequentare un master a febbraio dell'anno prossimo. Sarò di nuovo a Milano e poi chissà dove. Sono nomade nello spirito, prima di esserlo fisicamente. Dovrei gioire un po' di più per questo evento, invece, mi è scivolato addosso come qualsiasi altra notizia. Non sono più abituata alle buone nuove e mi aspetto che la situazione possa capovolgersi ogni minuto.

domenica 13 ottobre 2013

Le strane associazioni di idee quando indosso una camicia

Ci abbracciavamo. Ma io non l'abbracciavo bene, come avrei dovuto, in ginocchio a essere sinceri. Pensavo sempre un po' a un'altra cosa al tempo stesso, a non perdere tempo e tenerezza, come se volessi conservare tutto per un non so che di meraviglioso, di sublime, per più tardi, ma non per Molly, e non per questo. Come se la vita si portasse via, mi nascondesse quel che volevo sapere di lei, della vita in fondo al buio, mentre avrei perso il mio slancio ad abbracciare Molly, e che allora non ne avrei più avuto abbastanza, e che avrei perso tutto in fin dei conti per mancanza di forza, che la vita mi avrebbe ingannato come tutti gli altri, la Vita, la vera amante dei veri uomini. 
[Viaggio al termine della notte - Louis-Ferdinand Céline]

Ricordi, amico, quando mi hai detto che ero io ad avere problemi, perché a te la situazione andava bene così, e io mi incazzavo più o meno segretamente, pensando che avevi ragione: se io ero a disagio, avevo dei problemi, ero anche l'anello debole. Non potevo accettarlo e me la prendevo, cercando a tutti i costi un punto per attaccarti e capovolgere la situazione. Ricordi anche quando con un certo grado di spavalderia mi dicevi cose del tipo "vorrei non ne facessimo un dramma", sottinteso che il dramma l'avrei fatto solo io. Solo adesso, anzi è da un po' - con sollievo, lo confesso - realizzo che non sono io ad avere problemi. Il volere di più da un rapporto non è di per sé un tormento, e certo non ti rende più vulnerabile. Chiedere non ti mette in una condizione di debolezza, ti dà il potere di decidere della tua vita.
Tu non sai amare, questo sì che è un problema. Non te ne faccio una colpa, sarebbe come prendersela con un cieco perché non vede. La differenza è che un cieco non può imparare a vedere.
Prima di tutto non ami te stesso, a volte nemmeno ti stimi, di riflesso non ami nessun altro, e critichi e giudichi tutti come se ti trovassi di fronte a uno specchio. Ti limiti, ti amputi, ti censuri e facendolo, limiti, amputi e censuri chi ti sta intorno. Finisci immobile come un'isola in un mare di relazioni vuote, che cataloghi in base all'utilità che possono avere per il lieto (nemmeno troppo lieto, diciamo sicuro, certo) scorrere della tua vita. Scopi per avere l'illusione di essere meno solo, usi le distrazioni come strumenti per non guardarti a fondo, perché gli abissi ti danno le vertigini. Se ti annoi cominciano ad affiorare le questioni.
Non riesci a vivere una relazione di qualunque entità con serenità, senza paranoie. Vedi attentati alla tua persona/libertà ovunque, e il darsi come un'azione che ti consuma, ti toglie pezzi che non cresceranno mai più. Questi, secondo il mio punto di vista, sono problemi.
Non dico che sia un atteggiamento perdente, anzi, il contrario. Per questo mondo va meglio il tuo che il mio. Potrei scommettere che hai già trovato altro. Funziona sempre così, ci si allontana da me e si trova l'amore, o suoi surrogati. È quasi una legge matematica. Mi piace pensare che scavo talmente tanto nelle persone che quando le lascio sono pronte ad essere riempite. Non fa niente se non sono io a farlo.
Non credere, amore mio, che pensi a me stessa senza macchia, non sono sempre stata onesta e sincera, ho coltivato anch'io le mie viltà - come te, come tutti - forse in maniera meno palese. Non credere che non abbia pensato di sfruttare quel mio strano ascendente su di te per farti capitolare, ma sono fessa o solo non interessata agli esseri alla catena.
Ad ogni modo, amico  mio, ti auguro di superare gli ostacoli interiori, da solo o con qualcuno, di sperimentare la vertigine e la bellezza dei salti nel buio, la pienezza dell'amare sé stessi, e il brivido dei perché no?
Anche Céline, nonostante fosse Céline e avesse scritto un gran bel romanzo, fece una brutta fine.



Facebook mi mette quotidianamente di fronte al tracollo fisico di alcuni miei coetanei, sbugiardando la leggenda che vuole i maschi avvantaggiati dallo scorrere del tempo. Be', notizia, non tutti sono affetti dalla sindrome di George Clooney. Appesantiti da qualche chilo in più e stempiati, se non addirittura calvi. Insomma, una debacle estetica. Loro maturano male o sono io ad aver ricevuto maggior clemenza dal tempo, così ciò che è naturale mi appare un accanimento sadico degli anni che passano. Alla fine, mi lamento tanto, ma la mia salda instabilità mi fa solo bene. Tendere continuamente verso l' ignoto, andare, non fermarsi, voler conoscere cose e persone, non aver tempo di annoiarsi,  mantiene giovani. Ma non lo consiglierei.

giovedì 10 ottobre 2013

Bene il Nobel a Alice Munro: scrive racconti, donna, canadese. Comunque il mio preferito era Philip Roth.

lunedì 7 ottobre 2013

Elogio delle stanze d`albergo

Tutto delle camere di hotel mi piace: il senso di sospensione della vita normale, il fatto che non sono casa, eppure ci fai la cosa piu casalinga che ci sia: dormire. In un certo senso sono terra di nessuno e allo stesso tempo hai la cieca fiducia che non ti capiterà nulla di brutto, tipo un espianto di organi non voluto (vabbè, sto esagerando). 
Non riesco a capire chi si lamenta di dover frequentare spesso gli alberghi, magari per motivi di lavoro, reclamando soprattutto il carattere anonimo delle stanze. È vero, superficialmente sono impersonali, eppure avrebbero grandi storie da raccontare. Basta saperle interrogare. Le storie degli ospiti rimangono pure dopo che l'addetto alle pulizie rifà la camera ridandole la sua neutralità. Le parole rimangono attaccate alle pareti, i gesti sospesi nell' aria, i rumori sul pavimento. La presenza lascia tracce, anche quando vorresti il delitto perfetto. Sugli specchi puoi ancora scorgere i visi di chi ti ha preceduto, sulle finestre i loro pensieri. Ci sentiamo unici, ma ridotti all'osso i nostri pensieri sono maledettamente simili a quelli di chiunque altro. Come fare a non esser soli, per esempio.

sabato 5 ottobre 2013

A Ferrara

Capita pure di dividere l`ascensore con il Presidente del Senato.
Per non parlare dell`incontro inaspettato sul treno a Bologna. E sono ancora a 1\3 del soggiorno.

mercoledì 2 ottobre 2013

Non è il PD o i ribelli (ahah, fa troppo ridere) del PDL, non è stato Grillo, non saranno i residui di sinistra italiana ad affossare Berlusconi. Lo sta vincendo il tempo, semplicemente. Il fenomeno B. sta arrivando al naturale disfacimento, che in Italia sembra avere come unità di misura il ventennio. Sicuramente, in molti si vanteranno di averlo sconfitto, di aver liberato l'Italia dal drago (o caimano o giaguaro), ma ognuno saprà che il proprio contributo è stato unicamente quello di accompagnare la salma verso il cimitero (a meno di resurrezioni plateali, che nemmeno la patafisica arriverebbe ad immaginare).